Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Tommaso Cavallini |
Attori | Gianni Giannini, Atos Davini, Alessandro Minoli, Melania Giacconi . |
MYmonetro | 2,57 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 28 febbraio 2012
Francesco, che da bambino si trasferisce con la famiglia da Pontedera in USA, ritorna nella cittadina pisana anni dopo per occuparsi del nonno Alceste, lavoratore Piaggio in pensione.
CONSIGLIATO NÌ
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Francesco, un giovane che serve ai tavoli di una pizzeria, desideroso di acquistare una nuova macchina fotografica per realizzare il sogno di diventare fotografo, viene spedito a Pontedera dagli Stati Uniti, dove si era trasferito vent'anni prima con la madre. Deve andare ad accudire il nonno, Alceste, che si è rotto un braccio. Il ragazzo si troverà a fare i conti con un cocciuto ex operaio alla catena di montaggio della Piaggio.
Co-protagonista della vicenda è la Vespa, e il Villaggio Piaggio - dove oltre a lavorare gli operai vivono e trascorrono il loro tempo libero insieme alle proprie famiglie -, è il set in cui scorrono ricordi, emozioni di chi, giovane o anziano, si è sentito e ancora si sente parte di un progetto, di una comunità.
Filtrato dal racconto del ragazzo "straniero" che arriva in un luogo di cui a malapena ricorda la lingua, poco alla volta Francesco scoprirà un universo denso di umanità.
La narrazione scorre sul filo dei racconti del nonno, il rude Alceste, del suo culto per la Vespa; è un mondo in via di estinzione, ma che ancora riesce a mettere radici nelle generazioni più giovani.
Nei momenti di coralità, il film rischia maggiormente di tratteggiare in maniera macchiettistica alcune figure di contorno, come, ad esempio, l'amico fidato di Alceste, l'ex sindacalista, oppure gli amici "ritrovati" di Francesco.
La vicenda ha tuttavia il pregio di raccontare, anche se per piccoli accenni, una storia d'Italia: l'eccellenza produttiva di un industriale, Enrico Piaggio, i cui stabilimenti di velivoli bellici furono rasi al suolo durante il secondo conflitto mondiale, e che nel 1946 furono ricostruiti e convertiti in una fabbrica di motocicli.
Debutto nella regia del pontederese Tommaso Cavallini, La marea silenziosa ha i difetti che caratterizzano spesso le opere prime: una certa immaturità linguistica e il voler forse dire troppo. Tuttavia, ha la freschezza, la naiveté per cui riesce nel suo intento di sincero tributo, di commosso omaggio al mito intramontabile della due ruote più amata. Il Villaggio Piaggio è molto più di una fabbrica, è una questione identitaria, affettiva, di appartenenza, che testimonia il ruolo dell'Italia nello sviluppo industriale nel dopoguerra.
Nei panni del rude Alceste, un convincente Gianni Giannini, cabarettista e attore, che ricordiamo ne Il prato dei fratelli Taviani e in Amici miei atto III di Nanni Loy.