Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Stefano Incerti |
Attori | Toni Servillo, Yang Mi, Geppy Gleijeses, Gaetano Bruno, Hal Yamanouchi, Antonio Buonomo Agostino Chiummariello, Salvatore Ruocco, Salvatore Striano, Francesco Paglino, Nello Mascia, Loredana Simioli. |
Uscita | venerdì 15 ottobre 2010 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 2,71 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 9 gennaio 2015
Toni Servillo intepreta Marino Pacileo (alias Gorbaciof), un accanito giocatore d'azzardo napoletano. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Gorbaciof ha incassato 621 mila euro .
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Marino Pacileo, detto Gorbaciof a causa di una vistosa voglia sulla fronte, è il contabile del carcere napoletano di Poggioreale. La sue passioni sono il gioco d'azzardo e la giovane Lila, figlia del cinese che mette a disposizione il tavolo per le carte. Quando scopre che l'uomo ha contratto un debito che non può pagare, Gorbaciof decide di prendersi cura della ragazza e, per farlo, dapprima sottrae dei soldi dalla cassa del carcere poi accetta di partecipare ad altre, più pericolose, attività.
La settima regia cinematografica di Stefano Incerti è un film che, per alcuni connotati, si direbbe un esordio. Non è così, ma la gestazione è durata degli anni e il partorito, suo malgrado, reca le tare della sofferenza fetale. Ma torniamo ai connotati. Il film è costruito interamente attorno al protagonista, un personaggio studiato nei dettagli, piazzato dentro un intreccio codificato e riconoscibile, che permette da un lato l'esercizio di stile - certamente riuscito - e, dall'altro, ribadisce l'esistenza di una proficua via italiana al genere, ricca di sfumature inedite, ancora tutte da esplorare.
C'è un largo territorio comune tra gangster movie americano e noir metropolitano orientale, fatto di antieroi di pochissime parole, votati al passo falso quando fa capolino una donna vera, e di retrobottega odoranti di fritto, di vicoli per le botte, di debiti che si gonfiano e di sogni folli che puntano ancora più in alto. Incerti e lo sceneggiatore Diego De Silva trovano "l'America" e Hong Kong a Napoli, nei quartieri realmente abitati dagli immigrati orientali e dove la corruzione e la violenza hanno delle radici e una tradizione. Ma Napoli ha anche qualcosa in più: la maschera, la commedia, lo spirito della ribellione e della beffa. Toni Servillo si fa carico interamente di questo aspetto: con la sola mimica del volto, il modo di vestirsi e di camminare, crea immediatamente un "tipo", che inghiotte il film in un sol boccone. Meglio così.
Di Gorbaciof, che viene alla luce in ritardo cronico, dopo Gomorra e Le conseguenze dell'amore , si ricorderà dunque la virtuosa variazione sul tema di Servillo, che fa davvero l'impossibile per uscire dai personaggi dei film citati ed entrare in uno troppo poco dissimile, ma si farà meglio a dimenticare il resto: i movimenti di una cronaca annunciata, le smorfie di un'attrice a cui non viene chiesto che di mettersi in posa, un finale faticosamente tollerabile, che spaccia per ironica la sorte più prevedibile e per lirico un epilogo ormai buono solo per le soap. Almeno il rumore dell'aereo, ce lo saremmo risparmiato.
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Film applaudito a Venezia e in particolare a Toronto, Gorbaciof è il settimo lavoro di Incerti, un capolavoro di stile e ambientazione, un'interpretazione straordinaria di Servillo ma anche di Yang Mi, basata solo sulla mimica. Pacileo è il contabile del carcere di Poggioreale a Napoli, ha la passione del gioco d'azzardo, si innamora di Lila, una cinese, e per aiutare suo padre sottrae soldi dalla [...] Vai alla recensione »
Abbiamo visto “ Gorbaciof “ regia di Stefano Incerti. E’ indiscutibilmente un buon film, il migliore di quelli italiani che sono nelle sale di questi tempi. Girato con attenzione e con momenti di originalità e delicatezza rara per il cinema italiano ( il rapporto tra Gorbaciof e la giovane ragazza cinese ) che ci fa supporre un work in progress,un buon clima creativo sul set, [...] Vai alla recensione »
Ho appena visto questo film di Stefano Incerti, "Gorbaciof" e ne sono riamato favorevolmente colpito e sorpreso. Il film inizia con una lunga seguenza senza dialogo, peraltro poco presente anche nel resto del film, di Gorbaciof al lavoro, dietro allo sportello della banca del carcere di Poggioreale di Napoli, lunghe seguenze di conteggi di soldi e registrazioni, che i famigliari dei detenuti consegnano [...] Vai alla recensione »
Il regista Stefano Incerti riesce a tessere una trama ed uno stile nella sceneggiatura che sembrano calzare praticamente a pennello con l'indiscutibile originalità interpretativa dell'attore Tony Servillo. Un attore, appunto, che riesce da solo, con innate doti di gestualità e di comportamento, a donare potenza e spessore anche ad un film che, come in questo caso, ci mostra una storia narrativa alquanto [...] Vai alla recensione »
film che mantiene uno standard del cinema italiano elevatissimo...non è la solita minestra americana sicuramente. servillo è bravissimo nei gesti un pò meno nelle smorfie visive che caratterizzano il personaggio. un film in sostanza per gli appassionati del genere che mette in luce una realtà possibile in alcuni ambienti con linguaggi e modi di fare davvero reali.
Se non ci fossero di mezzo "Le conseguenze dell'amore" di Paolo Sorrentino, probabilmente il giudizio sull'ultima fatica di Stefano Incerti sarebbe diverso: non si vivrebbe la figura di Gorbaciof come l'ennesima variazione sul modello di Titta De Girolamo, il ruolo più famoso di Toni Servillo al cinema. Non si vivrebbe l'amore che Gorbaciof prova per una candida cinese (priva di qualsiasi reale sfumatura) [...] Vai alla recensione »
Toni Servillo, continuando a sottovalutare le conseguenze dell’amore, giganteggia in una Napoli impicciata e malandrina nella quale risuonano lontani echi di “Carlito’s Way”, fino alla beffarda conclusione che non può non far pensare a “Pulp Fiction”. Stefano Incerti è bravo, e sa bene che con grandi silenzi e la purezza dello sguardo può creare [...] Vai alla recensione »
Che delizia questo film! Siamo nella Napoli moderna, non tanto lontana dagli stereotipi e dai luoghi comuni. "Gorbaciof" è un ragioniere sui generis di un carcere partenopeo di giorno, la sera giocatore d'azzardo, a volte fortunato, altre volte meno. Sua consuetudine è quella di prelevare i soldi dalla cassa del carcere per "investirli" nel gioco, per poi restituirli [...] Vai alla recensione »
"Mercoledì, prima non li tengo". E' la frase, che il protagonista, un silenzioso Tony Servillo, ripete ai suoi creditori. Marino Pacileo, detto Gorbaciof, a causa di un evidente voglia sulla fronte, che ricorda il promotore della perestrojca russa, è il contabile del carcere di Poggioreale. Giocatore incallito, trascorre le serate in una bisca nel retro di un locale gestito da un cinese, anche lui [...] Vai alla recensione »
Napoli. Il contabile del carcere di Poggioreale, ribattezzato Gorbaciof a causa di una vistosa voglia nella fronte, gioca i soldi del carcere nelle bsiche clandestine fin quando si innamorerà di una giovane cinese che sta al bancone del locale dove nel retro si riunisce la bisca. Dramma intenso con la recitazione dello straordinario Toni Servillo che riesce a mimetizzarsi perfettamente nel [...] Vai alla recensione »
Storia convenzionale, si sa già tutto dopo dieci minuti, ma non si sa il tocco con cui il regista riesce a raccontare. E lo si scopre pian piano, non potendo che ammirarlo. Tutto misurato, tutto ben dosato, un cinema italiano sorprendente, una recitazione essenziale (Servillo giogioneggia un po', ma poi il personaggio ha la meglio): qualcosa di dolente, a livello esistenziale, trattenuto [...] Vai alla recensione »
In questo periodo ho bisogno di poesia. Per questo ho voglia di scrivere di questo film. L'ho visto ormai più di una settimana fa al Cinema Eliseo a Milano, in un giorno di pioggia battente e con un po' di scetticismo sul tema, anche se consapevole della grandezza di Toni Servillo, che mi ha stregato nell'interpretazione di Andreotti nel Divo di Sorrentino.
Tutti si aspettavano di più. Se non altro per il titolo. Se non altro per il protagonista Tony Servillo. Ma un film è un'opera più complessa che riprendere uno straordinario interprete, immesso in una flebile, flebilissima storia. C'è qualcosa comunque, che salverei: le atmosfere incantate, alcune inquadrature, molto suggestive, la bellezza di Yang Mi.
Matteo Pacileo detto Gorbaciof è un contabile del carcere di Poggioreale a Napoli. Molto abile nel contare, sommare, e soprattutto sottrarre. Così prende in prestito delle somme per il poker che pratica nel retrobottega di un ristorante cinese, per poi restituirle, quando ci riesce. Toni Servillo interpreta questo personaggio con la sua consueta bravura, con mosse, facce, posture strampalate, navigando [...] Vai alla recensione »
Il film si regge solo sulle spalle del protagonista, un Tony Servillo cui tocca fare di tutto, pure la scimmia in metropolitana, e il sospetto che nasce spontaneo è che quella scena è stata girata solo per una casuale combinazione, magari Servillo durante le riprese rivelò di saper fare quella smorfia molto bene e il regista ci ha ricamato sopra, anche perchè il nesso con [...] Vai alla recensione »
Stupore…..questa è la sensazione immediata che ho provato durante la proiezione del film. La trama che manca di qualsiasi spessore risulta inconsistente, quasi incomprensibile eppure colpisce per l’originalità, per la velocità delle scene, per la capacità di immaginazione che suscita nello spettatore che viene quasi folgorato dai visi segnati [...] Vai alla recensione »
Un film coraggioso, diverso, emozionante. E Servillo un interprete eccezionale.
Nella mia personalissima classifica di quelli che ritengo i film più belli di tutta la storia del cinema ce n’è almeno uno da inserire nella categoria del muto: il monello. Il primo lungometraggio di Chaplin è senza parole ma le interpretazioni, la trama e la sceneggiatura possono più che tranquillamente supplire alle parole; questo è ciò che accade [...] Vai alla recensione »
Un ottimo Toni Servillo interpreta Gorbaciof, un personaggio di notevole impatto, dall'aspetto caricaturale, fortemente espressivo. Un individuo magnetico ed emblematico che riesce ad attirare l'attenzione dello spettatore con una certa efficacia per tutto il film; in uno scopiazzato che ricalca tecniche, scene e trama di alcuni noti film americani.
"abbiamo" chi? Lei va in comitiva e scrive a nome di tutti o è Uno e Trino?
Marino Pacileo, detto Gorbaciof a causa di una vistosa voglia sulla fronte simile a quella del leader russo, è il contabile del carcere di Poggioreale. Ha però il vizio del gioco, al punto da sottrarre dalla cassa del penitenziario svariati contanti per soddisfare la sua bramosia di rischiare. Riesce sempre a restituirli, ma quando comincia ad entrare nel circolo vizioso della sconfitta, [...] Vai alla recensione »
visto ieri sera, da anni non vedevo una storia d'amore raccontata tanto bene. Servillo mostruosamente bfavo.
In un'ora e mezzo di film dieci battute. Solo silenzio e tutto è consegnato a rumori, di passi, di chiavi buttate sul tavolo, di porte aprte o chiuse. Ottima la colonna sonora che guida come tormentone tutte le sequenze. Nuovo linguaggio anche molto coraggioso. Intenso il finale con quei palazzi di Napoli che scompaiono agli occhi per arrivare a quel cielo e quelle voci che divengono [...] Vai alla recensione »
Salvatore Striano e Toni Servillo per la prima volta insieme nel cast e protagonisti di un colpo di scena molto ben riuscito. Li rivediamo in Ariaferma! Adrenalina, suspense in questa storia di solitudini e crudeltà.
Un piccolo gioiello della cinematografia italiana e non soltanto per la straordinaria interpretazione di Toni Servillo ma anche per la cura professionale, anomala per il cinema nostrano, dei particolari, dalla scrittura del soggetto ai dialoghi essenziali e mai banali fino alla scenografia, con un’ambientazione realistica, curata nei minimi dettagli, in uno dei quartieri più degradati [...] Vai alla recensione »
Quando c'è un film di Servillo lo vado subito a vedere, per due ordini di motivi,il primo è che un grande attore e il secondo è perchè lui sceglie sempre copioni interessanti.Anche quest'opera, pur non classificandosi tra le migliori è comunque una conferma delle doti artistiche di quest'uomo.
Il regista e lo sceneggiatore devono VERGOGNARSI. Alla fine del Film viene BESTEMMIATO IL NOME DELLA MADONNA PIU' DI UNA VOLTA... VERGOGNATEVI... VERGOGNATEVI... VERGOGNATEVI!
l'altezza di questo film sta nella interpretazione di Yoni zservillo ma non solo. Accosterie questo film non tanto a Gomorra o le conseguenze dell'amore, quanto a "L'imbalsmatore". La delinquenza spicciola della sopravvivenza giustamente accostata ai quartieri bassi americani o ai ghetti cinesi vien qui molto ben rappresentata, ovvio, con maggiore sottolineatura "napoletana" [...] Vai alla recensione »
ma rimangono scimmie......... questa nel film mi sembra una delle frasi più significative, anche perchè è praticamente assente di dialoghi, lo definirei quasi un film muto, basato sopratutto sulla mimica dello straordinario Servillo, infatti le sue espressioni raccontano praticvamente tutto, ottima intepretazione senza ombra di dubbio, ma non lo definirei un gran film, non ho percepito grandi significati [...] Vai alla recensione »
Che servillo marchi ogni film a cui rende parte è indubbio: a vedere questo"Gorbaciov" verrebbe da dirgli :"Toni, non t'innamorare!"; Tranne servillo, grande maschera teatrale giunta tardi al cinema, questo film non è un granché: l'ambientazione è molto particolare, un lato b di napoli che fa pensare a Gomorra, gli immigrati, i carcerati.
Una delle migliori interpretazioni in carriera dell'attore, senz'altro la più complicata, , nonostante quel suo ostinato mutismo ci offre una recitazione vera e intensa, fatta di gesti, rumori, movimenti, sguardi e occhiate, con quella camminata storta e quel modo di vestire di pessimo ordine. Ma la cosa riuscitissima è che è vero che Gorbaciof non parla quasi mai ma si [...] Vai alla recensione »
vorrei tanto capire come faccio a dire se sono o no d'accordo con la critica del film, se di questa critiva My movies mi dà soltanto le prime righe. Che peccato! Non credo di essere un laudator temporis acti, ma vorrei sapere come mai da qualche tempo della critica si possono leggere soltanto le prime righe Gradirei una risposta Stasera comunque vedrò il film in un DVD a noleggio, [...] Vai alla recensione »
Per capire la solitudine dell'uomo guardate questo film.
GRANDISSIMO SERVILLO su un plot tutto sommato modesto...Le mie 4 stelle sono giustificate in ciò.
In realtà il titolo è volutamente sgrammaticato infatti dovrebbe essere "Gorbaciof"; tale notizia è stata data durante un'intervista al regista in occasione del "napoli film festival"
Film assolutamente mediocre nobilitato da una ottima interpretazione di servillo che si dimostra, una volta di più, il migliore attore italiano in circolazione.
La prima parola l'ho sentita dopo un quarto d'ora, ma anche dopo era raro sentire qualche voce. La storia è interessante, Servillo è bravissimo, l'atmosfera è da bravo regista, ma io mi sono annoiato. Mi è sembrato di essere di fronte ad una storia un pò troppo costruita e pensata, in cui l'intento fosse più quello di dimostrare la bravura (del regista e dell'attore principale) che quello di intrattenere, [...] Vai alla recensione »
Da mesi non spendevo 5 euro così male. Trama poco sviluppata, pochi dialoghi, film noiosissimo, suspance zero - pellicola che nel complesso non mi ha lasciato niente. Lo sconsiglio decisamente.
Toni Servillo è il protagonista meraviglioso di Gorbaciof: il titolo del film è il suo soprannome dovuto a una sua macchia violacea sulla fronte, simile a quella del politico russo. Piccolo impiegato napoletano, contabile e cassiere del carcere di Poggioreale, il personaggio è un mix ammirevole di fragilità e vigore. Il vigore è fisico: atletico, di passo veloce, forte, rivestito con un'eleganza popolare [...] Vai alla recensione »
E se fosse stato Gorbaciof il film da mandare allo sbaraglio a Venezia, tra le grinfie di Quentin Tarantino e soci? Il vero film «internazionale» che avrebbe potuto far saltare il banco? L'unica cosa certa è che quello di Stefano Incerti è un film che travalica tutti i confini, che passerebbe – legalmente o di straforo – qualunque dogana. Si svolge a Napoli, città multietnica quant'altre mai; vede [...] Vai alla recensione »
Ancora una storia estratta dal sottomondo napoletano, in cui peraltro la pertinenza dell'ambientazione è meno decisiva della calibratura del dispositivo stilistico. Con «Gorbaciof», infatti, Stefano Incerti dimostra d'essere un autore di fatto anziché d'etichetta: già titolare di una filmografia eclettica nella forma e nella sostanza («Prima del tramonto», «L'uomo di vetro», «Complici del silenzio»), [...] Vai alla recensione »
Stefano Incerti è stato uno dei primi registi italiani a registrare il malessere crescente del paese con il suo film d'esordio Il verificatore del '95. Poche parole e un'indagine poetica sul campo. Gorbaciof ce lo ha ricordato come a voler sottolineare che non solo è cresciuto quello stato di malessere allora solo annunciato, ma è diventato dilagante.
Nel settimo film di Stefano Incerti, fra i suoi migliori, ci sono almeno tre cose insolite e notevoli. Uno spicchio di Napoli "orientale" che getta un'altra luce su una delle città più rappresentate del mondo. Un racconto tutto per sottrazione, che centellina parole e immagini per far lavorare l'immaginazione. E un attore-orchestra come Toni Servillo che dà al suo Massimo Pacileo detto Gorbaciof per [...] Vai alla recensione »
Tra le promesse della nouvelle vague partenopea fiorita negli anni Novanta intorno al giovane carisma di Mario Martone - con un esordio molto originale: Il verificatore del '95 - lungo il percorso successivo, pur attraverso altre prove degne di interesse (tra le quali due documentari, uno su Rosi e l'altro su Bellocchio), Stefano Incerti si era forse un po' smarrito.
Un film cucito addosso a Servillo, perfetto nel ruolo di un contabile del carcere che si aggira per Napoli come se attraversasse un palcoscenico con la sua camminata buffa e la sua espressione ironica, vera e propria maschera teatrale prima ancora che cinematografica. Il film segue il suo cammino e scopre che Gorbaciòf, soprannonimato così a causa di una vistosa voglia sulla fronte, si è innamorato [...] Vai alla recensione »
Toni Servillo, e tanto basta. L'ultimo film di Stefano Incerti, abile cercatore di storie che meritano d'essere raccontate, dalle carceri italiane ai desaparecidos argentini, è un tributo al miglior attore vivente italiano. E probabilmente non solo. Guardate questo Gorbaciof, storia di un ragioniere di un carcere con una voglia sulla fronte (da qui il soprannome del titolo), un po' sfigato e un po' [...] Vai alla recensione »
Il contabile del carcere ruba soldi dalla cassa per giocare a poker nel retrobottega di un ristorante cinese; poi si innamora della figlia del proprietario e ne ruba un po' troppi per ripianare i debiti anche di quello. Show personale dell'inflazionato Toni Servillo bravissimo nell'inventare sguardi, gesti e camminata di un Kitano napoletano, ma tanto è curato il suo personaggio quanto trascurato tutto [...] Vai alla recensione »
Con una camminata e una smorfia che sembrano un tic, stretto nel solito abito striminzito, la voglia rossa sulla fronte, il solitario Gorbaciof fende il brulicante Vasto di Napoli per recarsi al carcere di Poggioreale, dove riscuote i risparmi dei parenti dei detenuti, parte dei quali storna per dedicarsi al vizio dell'azzardo nel retro del ristorante cinese.
E' uscito da qualche giorno nelle sale l'ultimo film con Toni Servillo, Gorbaciof, del regista napoletano Stefano Incerti (Il verificatore; L'uomo di vetro), presentato fuori concorso alla scorsa Mostra del cinema di Venezia. In effetti a vedere quest'ultima pellicola dell'attore campano, come hanno scritto in molti, non si può non pensare alle sue precedenti interpretazioni e soprattutto a quel Titta [...] Vai alla recensione »