Per uno solo dei miei due occhi

Film 2005 | Documentario, 104 min.

Titolo originaleNekam achat mishtey eynay
Anno2005
GenereDocumentario,
ProduzioneFrancia, Israele
Durata104 minuti
Regia diAvi Mograbi
AttoriShredi Jabarin .
Uscitavenerdì 28 marzo 2008
TagDa vedere 2005
DistribuzioneFandango
MYmonetro 3,23 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Avi Mograbi. Un film Da vedere 2005 con Shredi Jabarin. Titolo originale: Nekam achat mishtey eynay. Genere Documentario, - Francia, Israele, 2005, durata 104 minuti. Uscita cinema venerdì 28 marzo 2008 distribuito da Fandango. - MYmonetro 3,23 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 novembre 2017

La crisi tra Israele e Palestina vista attraverso gli occhi dei Palestinesi. In Italia al Box Office Per uno solo dei miei due occhi ha incassato 1,2 mila euro .

Consigliato sì!
3,23/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,25
PUBBLICO 2,95
CONSIGLIATO SÌ
Un dialogo per la pace tra Israele e Palestina.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 27 marzo 2008
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 27 marzo 2008

Nel corso dei secoli Israele ebbe una serie di uomini dalla forte personalità, capaci di ricondurre il proprio popolo lontano dai culti idolatrici nei quali ricadevano continuamente. Il più noto è senza dubbio Sansone, uomo dalla forza leggendaria che fu tradito dalla moglie Dalila. Sansone le aveva rivelato che il segreto della sua potenza risiedeva nella folta capigliatura. Dalila tagliò le sue sette trecce, rendendolo inerme e facendolo imprigionare e accecare. Legato alle colonne del tempio, durante una festa idolatrica, Sansone pregò Dio di restituirgli l'antico potere e "uno solo dei suoi due occhi" per castigare e avere vendetta sui Filistei.
Ripercorrendo le gesta di uno dei "giudici" di Israele, morto suicida uccidendo i Filistei, il documentarista Avi Mograbi riflette sulla cultura della morte nell'Islam, assimilabile e per nulla estranea a quella dei miti ebraici. Storia, mito e attualità si intrecciano e si fondono sullo sfondo della realtà palestinese, occupata e bloccata ai check-point dall'esercito israeliano. Il dramma palestinese è una realtà innegabile per il documentarista israeliano, che al suo debutto in lungo (ma lo aveva fatto anche "in corto") affronta la crisi tra Israele e Palestina, rilegge in modo critico il mito di Sansone e di Massada e prova ad aprire una breccia nel muro segregazionista che si sta erigendo.
L'articolazione narrativa, ovvero la modalità prescelta di esporre il racconto dei testimoni (israeliani e palestinesi), non ha in apparenza un disegno cronologico né tematico, somiglia piuttosto a un flusso che amplifica l'impatto emotivo sullo spettatore. Pur dichiarando una posizione critica verso la politica dello Stato d'Israele, che si trasforma nell'epilogo in un atteggiamento addirittura e giustamente sprezzante, lo sguardo di Mograbi contempla con rispetto gli israeliani che incontra nelle scuole o nelle gite culturali e i palestinesi che cercano di arare le terre occupate o di raggiungere l'ospedale o il posto di lavoro.
Il benessere di un popolo coincide con la condanna di un altro, la costruzione di uno Stato con la distruzione di un altro e ciascuno si adegua a questo stato di cose con un dolore di vivere straziante. Non ci sono aperture fra loro, che si muovono come monadi in una realtà priva di compromessi. Ciascuno nella sua via, solo, alla ricerca di un senso al caos in cui si è perduto. Il documentario di Avi Mograbi riflette al telefono (con un amico palestinese) sulle ragioni mitologiche (la morte di Sansone e l'assedio di Massada) e su quelle storiche che hanno condotto ai drammatici fatti che accadono oggi in Palestina: il fallimento degli accordi di Oslo e della mediazione statunitense, l'esplosione della nuova Intifada, la devastazione di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme (est) dopo quarantun'anni di occupazione militare, lo smantellamento dell'Autorità Nazionale Palestinese e, sopra tutto, la strage di ebrei e palestinesi innocenti. Capire cosa sta accadendo in Palestina non è facile e la televisione e i giornali non ci aiutano. Ignorano o rimuovono. Proviamo col cinema.

Sei d'accordo con Marzia Gandolfi?

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Cristina Borsatti
Film TV

Il mito di Sansone e l'assedio della fortezza di Massada insegnano ai giovani israeliani che la morte è meglio della dominazione. Militante pacifista, il documentarista israeliano Avi Mograbi ci descrive la crisi tra Israele e Palestina attraverso gli occhi dei Palestinesi, costretti a un calvario fatto di posti di blocco, barriere, muri. Ma anche attraverso l'im?pat?to che i sovracitati miti hanno [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
DNews

«Ricordati di me e dammi forza, solo questa volta, perchè io possa vendicare uno solo dei miei due occhi contro i Filistei. Muoia Sansone con tutti i Filistei». Le ultime parole di Sansone (super)eroe della tradizione ebraica la cui forza era nei capelli, tagliatigli proditoriamente. Poi, pur denigrato e messo al giogo, riuscì a far crollare un edificio su se stesso e migliaia di Filistei.

Deborah Young
Variety

L'esperto documentarista israeliano Avi Mograbi traccia in modo convincente un parallelo tra il mito di Sansone e Massada e la rabbia dei palestinesi umiliati dai soldati israeliani. L'idea sembra un po' accademica, ma non c'è niente di astratto nel modo in cui il regista mostra l'arroganza dei soldati israeliani nei confronti dei civili. Anche se non propone una soluzione del problema, Per uno solo [...] Vai alla recensione »

Cristina Piccino
Il Manifesto

Avi Mograbi con Moretti e Michael Moore - anche se humour e geografie hanno una cifra diversa - dichiara in comune un linguaggio aperto, diretto, semplice, dunque modulato su più livelli nel racconto della realtà. Che è messinscena, gioca tra diversi piani, intreccia voci e riflessioni per liberare un disegno compatto ma sempre mutevole. Il «set» di Mograbi è Israele, dove è nato nel '56, generazione [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

Sansone e Masada. Il celebre eroe la cui forza leggendaria albergava nei capelli e l'ultimo baluardo di resistenza ebraica contro i Romani ai tempi della distruzione del Tempio. Il primo fu catturato con l'inganno e privato del suo "superpotere". Invocando dio, chiedendolo «per uno solo dei miei due occhi», riuscì a ritrovarlo una sola altra volta, e lo usò per morire con migliaia di filistei.

Pedro Armocida
Il Giornale

Tanto per complicare le cose, l'approccio del documentarista ebreo Avi Mograbi, alle prese con le conseguenze del conflitto israelo-palestinese sulla povera gente (palestinese ovviamente), affonda radici nel mito di Sansone (a cui il titolo si riferisce) e in quello degli zeloti di Massada suicidi contro i romani. Con la pericolosa equazione, privata del contesto storico, «di colui che è morto insieme [...] Vai alla recensione »

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