Ninotchka

Film 1939 | Commedia, 110 min.

Regia di Ernst Lubitsch. Un film Da vedere 1939 con Melvyn Douglas, Alexander Granach, Greta Garbo, Bela Lugosi, Ina Claire, Sig Ruman. Cast completo Genere Commedia, - USA, 1939, durata 110 minuti. Uscita cinema lunedì 6 gennaio 2014 distribuito da Cineteca di Bologna. - MYmonetro 3,72 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 4 ottobre 2019

È la storia di una severa commissaria politica russa che si precipita a Parigi dove tre suoi collaboratori, sedotti dalla Ville lumière, si sono dati alla pazza gioia. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, In Italia al Box Office Ninotchka ha incassato 48,7 mila euro .

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Consigliato assolutamente sì!
3,72/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,43
CONSIGLIATO SÌ
Grande capolavoro di Lubitsch, che mette in ridicolo tutto quanto impedisce all'umanità di essere serena.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Iranoff, Buljanoff e Kopalski sono tre commissari del governo sovietico inviati a Parigi per vendere i gioielli confiscati alla granduchessa Swana. Interviene però il conte Léon, amante della granduchessa, il quale non fatica molto a distrarre i tre grazie alle sirene della vita parigina. Da Mosca si decide allora di inviare a mettere a posto le cose l'inflessibile ispettrice Nina Ivanova Yakushova. La quale a poco a poco cede alla corte di Léon che se ne è sinceramente innamorato. La granduchessa decide allora di intervenire.
La filmografia di Ernst Lubitsch è costellata di piccoli e grandi capolavori. Tra questi ultimi è sicuramente da annoverare Ninotchka, frutto di quello che venne ironicamente definito come l'Asse Vienna-Berlino-Hollywood. Perché se si va a vedere chi ha steso la sceneggiatura ci troviamo, accanto a Charles Brackett, Walter Reisch e Billy Wilder che, insieme a Lubitsch, fanno parte di quella élite di uomini di cinema che lasciarono i rispettivi Paesi nel momento in cui il nazismo iniziava la sua presa del potere. In attesa di dileggiare Hitler e i suoi con l'inarrivabile stile di Vogliamo vivere! Lubitsch provvede a mettere a posto anche la dittatura staliniana assumendosi però un grande rischio. Decide infatti di affidare un ruolo 'brillante' alla 'divina' per eccellenza: Greta Garbo. Non è un'impresa da tutti (infatti resterà l'unica interpretazione di questo genere nella filmografia dell'attrice) ma giunge a compimento con grande efficacia. Se la mano di Wilder e Brackett si individua nelle battute fulminanti ("È un'idea!" dice uno dei tre commissari. "Noi non dobbiamo avere idee" gli replica un altro) il 'tocco alla Lubitsch' è individuabile nella leggerezza della messa in scena finalizzata a occultare la profondità della riflessione. Una porta che si apre e si chiude più volte facendoci vedere chi entra e sentire le voci sempre più festanti di chi sta dentro è sufficiente per farci comprendere che i tre commissari stanno cedendo alla gaieté parisienne. Un cambio di cappelli su un attaccapanni ce ne conferma il mutamento di vita così come sempre un copricapo marcherà una svolta nella vita di Nina Ivanova che da quel momento diventerà Ninotchka a tutti gli effetti. Perché Lubitsch non si limita a realizzare un facile pamphlet anticomunista. Non gli manca infatti la consapevolezza delle storture del capitalismo e ne affida la concretizzazione all'antipatica e cinica granduchessa Swana. Ciò che a lui interessa è mettere in ridicolo tutto quanto impedisce all'umanità di essere serena e di godersi una vita che è comunque breve (come ci ricorderà in Il cielo può attendere). "Guardate come è felice la gente vista da lontano" dirà uno dei tre commissari a Mosca osservando da una finestra i passanti. Lubitsch vorrebbe che lo fosse anche vista da vicino ed è per questo che tra capitalismo e comunismo sceglie, come è stato scritto, "il partito di riderne".

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Piero Di Domenico
lunedì 10 ottobre 2005

Poco prima della guerra mondiale, il governo sovietico invia a Parigi tre suoi agenti per vendere i gioielli confiscati alla granduchessa Swana, esule a Parigi dopo la Rivoluzione bolscevica, ma la donna incarica il proprio amante, il conte Léon (Melvyn Douglas), di impedire la trama. Il conte avvicina i tre agenti e li inizia ai piaceri della vita parigina, ma il contegno scandaloso dei tre provoca l'arrivo a Parigi dell'austero ispettore sovietico Ninotchka (Greta Garbo): in breve tempo Léon se ne innamora ricambiato, iniziando anche lei ai piaceri della vita occidentale. Richiamati a Mosca, Ninotchka e i suoi compagni rimpiangono insieme i bei giorni parigini sino a quando una nuova missione porta i tre agenti a Costantinopoli dove ritrovano Léon, che li persuade ad aprire, per proprio conto, un ristorante russo. Ancora una volta Ninotchka viene inviata a controllare i tre, ma una volta giunta a destinazione, Léon la convince a rimanere con lui. Una delle commedie più celebri di Ernst Lubitsch, che ne rimase particolarmente soddisfatto - "nel campo della satira, non sono mai stato acuto come in 'Ninotchka' - utilizzando finalmente Greta Garbo in un ruolo brillante ("Garbo ride!" fu il fortunato slogan con cui il film venne lanciato). La critica beffarda alla Russia sovietica ne limitò nel dopoguerra la diffusione in Europa, mentre negli Stati Uniti ricevette 4 nomination all'Oscar. Nel 1957 ne venne fatto un remake in forma di musical da Rouben Mamoulian ne "La bella di Mosca" con Fred Astaire e Cyd Charisse.

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Recensione di Piero Di Domenico

È la storia di una severa commissaria politica russa che si precipita a Parigi dove tre suoi collaboratori, sedotti dalla Ville lumière, si sono dati alla pazza gioia. Lei sarebbe animata dalle migliori intenzioni, ma incontra Melvyn Douglas, affascinante perdigiorno, e cade nella rete delle mollezze occidentali. Si tratta di un film molto importante e molto mirato. Hollywood accoglieva spesso le direttive di propaganda governative e quelli erano gli anni del terrore del comunismo. L'America era letteralmente invasa dalla sindrome della rivoluzione. Greta Garbo col suo immenso appeal fu efficacissima in quel senso. Ninotchka che beve champagne e si prova un incredibile cappellino, e poi, tornata a Mosca, divide casa (e gabinetto) con altre due famiglie, valeva molto più dei discorsi dei politici e dei proclami dell'intelligenza schierata. Il comunismo veniva ridicolizzato, e anche esorcizzato. Far politica divertendo, secondo quel genio di Lubitsch. Un'altra possibilità del cinema. La propaganda ebbe ancora bisogno di Ninotchka quando, esplosa la guerra fredda fra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta, si trattò di dare una rispolverata all'immagine povera, cattiva e prepotente del comunismo. Il film era sempre vedibile. E lo è ancora. E... non c'è più il comunismo.

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Recensione di Annarita Mazzucca

Tre funzionari sovietici, in missione in Francia per vendere dei gioielli, sono "convertiti" ai piaceri consumistici da un aristocratico, amico intimo dell'ex proprietaria dei monili. Per ricondurli alla retta via arriva dalla Russia l'inflessibile Nina Ivanovna Yakusciova. Tra tensioni politiche e altre discrepanze la forza dell'amore nella Parigi di fine anni 30 avrà la meglio sul resto.
In Ninotchka (sceneggiato tra gli altri da Billy Wilder, prima di diventare regista) a Lubitsch non interessa il risvolto ideologico della storia non attribuendo troppa serietà al manicheo scontro comunismo/capitalismo e prendendosi gioco di una parte e dell'altra. Sono piuttosto la messinscena e l'umorismo sottile delle battute a rilevare in una sapiente compressione di idee e significati in singole sequenze. Dopotutto il Lubitsch touch, il tocco di Lubitsch o alla Lubitsch ha segnato il cinema. Un regista innovativo in un'epoca in cui la settima arte era standardizzata su cliché fortemente collaudati in relazione alla tradizione dei paesi dove i film venivano realizzati. Raffinato, audace, irriverente, elegante, fascinoso "il suo cinema è il contrario del vago, dell'impreciso, dell'inespresso, dell'incomunicabile, non ammette mai nessuna inquadratura decorativa, messa là per fare bella mostra:  no, dall'inizio alla fine si è immersi nell'essenziale, fino al collo" come disse efficacemente François Truffaut.
Unico ruolo brillante nella carriera della "divina" Garbo, qui al penultimo film e all'ultimo capolavoro. La MGM pubblicizzò il film con lo slogan: "Garbo laughs!" ("La Garbo ride!") operando una sorta di demolizione del mito, preannunciandone un'umanizzazione. La pellicola è anche nota per essere una delle prime satire politiche alla Russia di Stalin di particolare impatto considerando la data di distribuzione nelle sale in Europa (un mese dopo l'uscita del film la Germania nazista invadeva la Polonia). Vietato in Unione Sovietica e nei suoi stati satelliti nel dopoguerra il film fu proibito anche in altri paesi europei per paura di "turbamenti all'ordine "pubblico" e risultava ancora inedito in Finlandia fino al 1988. Il film è stato candidato a quattro premi Oscar ma senza vittoria: era l'anno del trionfo di Via col vento.

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Stefano Lo Verme

Nina Ivanovna Yakusciova, detta Ninotchka, una rigida ed intransigente ispettrice dell'URSS, viene inviata in missione a Parigi per controllare l'operato di tre agenti sovietici, incaricati di vendere i gioielli confiscati alla granduchessa Swana. Ma una volta giunta nella capitale francese, Ninotchka dovrà vedersela con l'appassionato corteggiamento di un aristocratico seduttore, il conte Léon d'Algout.
Garbo laughs!: con questo slogan ("La Garbo ride!") fu lanciato il celebre film Ninotchka, vero e proprio gioiello di comicità e capolavoro assoluto del regista tedesco Ernst Lubitsch, trasferitosi a Hollywood nel 1922 ed affermatosi come uno dei principali autori di commedie nella storia del cinema. Tratto da un romanzo di Melchior Lengyel, Ninotchka è stata anche la penultima pellicola interpretata dall'attrice svedese Greta Garbo prima del suo ritiro dalle scene. Per la "divina", questa inedita incursione nel genere comico si rivelò decisamente fortunata: Ninotchka, infatti, fu uno dei maggiori successi di pubblico del 1939 e si guadagnò la nomination all'Oscar come miglior film.
L'arguta sceneggiatura della pellicola, firmata da Charles Brackett, Walter Reisch e dal futuro regista Billy Wilder, utilizza il pretesto della propaganda anticomunista per mettere in scena un vivace scontro di caratteri tra la fredda e inflessibile ispettrice Ninotchka (Garbo) e il raffinato conte Léon d'Algout (Melvyn Douglas), che si innamora di lei e fa di tutto per riuscire a conquistarla. Su questo schema narrativo, Lubitsch innesta una serie di opposizioni e di paradossi fra la mentalità sovietica, ben rappresentata dal personaggio di Ninotchka (che in un primo momento, prigioniera del proprio ruolo, rifiuta di abbandonarsi ai sentimenti), e la suggestiva atmosfera di Parigi, città dell'eleganza, del romanticismo e della joye de vivre. Caratterizzato da dialoghi frizzanti e da una serie di battute irresistibili, Ninotchka è un film ricco di humor e di ironia, che a distanza di tanti anni si lascia riguardare ogni volta con lo stesso identico piacere. Esilaranti i siparietti dei tre agenti sovietici (Sig Ruman, Felix Bressart e Alexander Granach) che si fanno "corrompere" dalle comodità della vita parigina; ma a dare linfa vitale alla commedia di Lubitsch è in primo luogo un'incantevole Greta Garbo, candidata all'Oscar come miglior attrice nella parte della severa ispettrice russa, incapace di resistere ad un frivolo cappellino francese. Indimenticabile la scena in cui Ninotchka scoppia in una fragorosa risata davanti all'improvvisa caduta di Léon. Nel 1957 è stato rifatto sottoforma di musical con La bella di Mosca, con Fred Astaire e Cyd Charisse.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 16 marzo 2019
Great Steven

NINOTCHKA (USA, 1939) diretto da ERNST LUBITSCH. Interpretato da GRETA GARBO, MELVYN DOUGLAS, INA CLAIRE, BELA LUGOSI, SIG RUMAN, FELIX BRESSART, ALEXANDER GRANACH, GREGORY GAYE, ROLFE SEDAN, EDWIN MAXWELL Poco prima che scoppi la Seconda Guerra Mondiale, il governo sovietico invia a Parigi i tre agenti Buljanoff, Iranoff e Kopalski per vendere i gioielli confiscati alla granduchessa Swana, esule [...] Vai alla recensione »

sabato 27 giugno 2015
dondola

Un film divertente, che coinvolge, l'unico film nella quale la bellissima attrice ride, lasciando la sdua aria drammatica e misteriosa, lei sempre bella, affascinante, con un viso favoloso, ed un profilo unico, un viso per l'epoca moderno, che potrebbe essere ANCHE OGGI ATTUALISSIMO, STASERA LO RIVEDRò CON PIACERE

lunedì 2 febbraio 2015
il befe

la Greta

sabato 6 dicembre 2014
il befe

Finalmente sono riuscito ad osservare la naturale bellezza della Divina

sabato 6 dicembre 2014
il befe

Probabile,ma la politica fa solo da sfondo per la trama,non è il punto centrale

sabato 6 dicembre 2014
il befe

finalmente una commedia romantica che si fa guardare,senza scadere nei soliti clichè

domenica 22 gennaio 2012
Edilio Mentigazza

Giacomo Leopardi non ha assistito a questo film, per sua fortuna, né a "Il grande Dittatore", per sua sventura, altrimenti avrebbe esclamato: «Se li vo comparando, il cor si spaùra!» Io li ho visti entrambi e spiego il giudizio così negativo messo in bocca al poeta. Nel 1939 gli Stati Uniti avevano due nemici, il Nazismo e il Comunismo, il primo sbeffeggiato dalla foga creativa di Chaplin con personaggi [...] Vai alla recensione »

Frasi
"Non ci sono uomini come te nel mio paese"
"Grazie"
" Ecco perché credo nel futuro del mio paese"
Una frase di Nina Ivanovna 'Ninotchka' Yakushova (Greta Garbo)
dal film Ninotchka - a cura di Elena Manzi
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Gian Piero dell'Acqua

Ninotchka è una comunista fanatica. Venuta a Parigi in missione diplomatica con altri membri del partito; dapprima vede tutto, uomini e cose, attraverso il velo dei suoi pregiudizi, ma un giorno si innamora di un occidentale: l’amore e la capitale francese la faranno ammorbidire e mutar idee. Basato su uno spunto vaudevillesco di scarsa originalità, il film riesce tuttavia a essere un divertimento [...] Vai alla recensione »

NEWS
NEWS
domenica 16 settembre 2012
Pino Farinotti

La lettura delle vicende del mondo islamico innescate da L'innocenza dei musulmani, il film su Maometto, è naturalmente complessa. Nel suo insieme accessibile a pochi, pochissimi: il sotterraneo, i servizi segreti, le grandi potenze, Al Qaeda, eccetera. [...]

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