Anno | 2019 |
Genere | Fantascienza |
Produzione | Taiwan, USA |
Durata | 15 minuti |
Regia di | Laurie Anderson, Hsin-Chien Huang |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 ottobre 2019
Lo spettatore si immerge in uno scenario lunare tra sorprese e pericoli.
CONSIGLIATO N.D.
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"Ora sei sulla tua strada verso la luna" dice la voce di Laurie Anderson all'inizio dell'esperienza, che - come la definisce la stessa autrice - è un'installazione interattiva alla scoperta del lato oscuro del nostro satellite. È un viaggio in VR della durata di 15 minuti, guidato dalla voce narrante della stessa Laurie Anderson, che ne cura anche la sceneggiatura e le musiche, co-diretto con l'ingegnere e new media artist Hsin-Chien Huang.
To the Moon trae ispirazione dal lavoro di un antico pittore cinese, che realizzò un immenso paesaggio verticale, il dipinto di una montagna punteggiata di pini, cascate, capanne in bambù e paglia. Quando il pittore terminò il suo capolavoro, dopo molti anni di lavoro, ci camminò dentro. "Questo è quanto miriamo a fare con To The Moon - scrivono i due autori - ossia consentire all'osservatore di camminare letteralmente all'interno dell'opera d'arte. Il Virtual reality è una sfida, una forma d'arte ancora ai primordi. Ma è l'unica forma d'arte in cui si può volare, per questo ne sono così attratta."
Al cuore di quest'opera vi è difatti la libertà di movimento dello spettatore, che può correre, fluttuare sui detriti spaziali, arrampicarsi fino alla cima di una enorme montagna lunare. Questa possibilità di movimento del corpo dell'utente nello spazio dell'installazione viene definita in VR 6 degrees of Freedom (6-DOF), sei gradi di libertà. L'utente è libero di cambiare posizione in avanti e indietro, su e giù, da sinistra a destra. Ha a disposizione sei tipi di movimenti: tre rotatori e tre di tipo traslazionale attorno agli assi X, Y e Z. È qui che cambia l'esperienza in VR, soprattutto se effettuata in prima persona. Lo spettatore diviene il personaggio principale, esplora da sé il mondo lunare, volando attorno a costellazioni immaginarie a forma di dinosauri, residui nucleari, parole che si formano nel cielo. Fino all'inaspettato epilogo, dove il corpo virtuale dell'astronauta-spettatore precipita drammaticamente nello spazio profondo.
Questa è l'ultima opera di un'ideale trilogia in VR che i due autori hanno realizzato insieme negli ultimi anni. Aloft, Chalkroom (che ha vinto a Venezia il premio come miglior opera VR nel 2018) e To the Moon, sono complementari e connessi. Le dimensioni sensoriali, poetiche e tecnologiche di questi tre pezzi sono strettamente intrecciate ed esplorano nuove forme di narrazione. Il percorso artistico di Laurie Anderson è una testimonianza dello spirito esplorativo dell'artista, che per realizzarla è stata ospite per tre anni all'interno dei laboratori della NASA, sperimentando gli intrecci tra arte e nuove tecnologie.
Tutte e tre le opere sono prodotta dalla società appartenente ai due stessi autori, la Canal Street Communications, e distribuite da Codex Management.