L'horror di Klevberg si presenta solido nelle interpretazioni e notevole dal punto di vista visuale. Al cinema.
di Rudy Salvagnini
Buddi è la nuova bambola creata dalla potente industria Kaslan. In uno stabilimento nel Vietnam, dove la bambola viene assemblata, un dipendente viene rimproverato e licenziato, ma prima ha il tempo di modificare il software di una delle bambole togliendole ogni limite e ogni remora. Poi si suicida. Negli Stati Uniti, Karen è una madre single, con una storia poco passionale con Shane. Andy, figlio adolescente di Karen, non vede di buon occhio la relazione della madre e soffre anche per il trasloco familiare appena compiuto. Per farlo felice, Karen, che lavora in un grande negozio, gli porta a casa un Buddi restituito da una cliente perché difettoso. Andy si rende conto che il bambolotto è un po' particolare, ma, proprio per questo, se ne appassiona. Le cose però si fanno presto complicate. Infatti, la bambola - alla quale viene dato il nome di Chucky - è proprio quella modificata e molti guai sono perciò in arrivo.
La bambola assassina (1988) di Tom Holland, senza essere un film memorabile, è stato un film capace di colpire le corde giuste presso il pubblico dell'epoca creando una nuova icona horror dal fascino perfido e sarcastico, la bambola Chucky, alla quale, nella versione originale, dava la voce l'eccellente caratterista Brad Dourif.