L'attore è protagonista dell'opera prima di Marios Piperides. Da giovedì 18 aprile al cinema.
di Claudia Catalli
È cresciuto a pane e Sergio Leone, oggi apprezza Garrone e continua a guardare con interesse il cinema italiano. Tutti ricordano chiaramente Adam Bousdoukos in Soul Kitchen, film che interpretò da protagonista e scrisse insieme al regista suo amico Fatih Akin. Da allora non ha mai smesso di collaborare con il regista turco, tanto che reciterà anche nel suo nuovo film Golden Glove.
Nel frattempo il 18 aprile torna sui nostri grandi schermi come protagonista di una commedia deliziosa sulle fratture politiche e umane in quel di Cipro, Torna a casa, Jimi (guarda la video recensione).
Il suo personaggio è un looser contemporaneo: vive solo e disperato dopo la fine di una storia d'amore, come se non bastasse il suo cane Jimi un giorno valica il confine. A lui il rocambolesco compito di ritrovarlo e provare in ogni modo a riportarlo a casa. Quanto c'è del suo vissuto nel suo personaggio, alle prese con una serie di disavventure ? Ci tengo a dire che la sceneggiatura era perfetta, è stato davvero facile per me entrare nel personaggio. Sono cresciuto da greco in Germania, tra l'altro: i miei lasciarono la Grecia per trasferirci in Germania, ricordo che ai tempi avevo le stesse domande che si pone il mio personaggio. Come lui ho amici sia greci che turchi e noto che ci sono più cose che ci uniscono tutti, rispetto a quelle che ci dividono. Cosa pensa della situazione di Cipro in particolare? Ne parlavamo a lungo con il regista durante la lavorazione del film, abbiamo visitato entrambe le parti, quella turca e quella greca, ascoltato, camminato e imparato moltissimo. Io ho una speranza forte, che si trovi presto una soluzione di apertura: ci sono tantissime belle cose e persone nell'isola, in entrambe le parti ho incontrato uomini aperti e con valori e interessi in comune. Cosa vorrebbe che arrivasse allo spettatore attraverso la visione di Torna a casa, Jimi? Non un messaggio in particolare, ma tramite il registro della commedia puoi spingerti oltre i limiti e criticare cose serissime con più libertà. La satira è fondamentale dai tempi dell'antica Grecia, è importante saper ridere di noi stessi. Quindi vorrei che, come capita con la musica, chi guarda il film possa capire più cose in maniera semplice e diretta. Serve a questo proposito, oggi, il cinema? Il cinema è uno specchio: se ci guardi bene attraverso da qualche parte trovi te stesso.