L'esordio di Kwon Man-ki, dopo aver trionfato a Busan, è stato presentato al Florence Korea Film Festival.
di Emanuele Sacchi
Jung-ju non riesce più a provare alcun sentimento, devastata dalla perdita della figlia cinque anni prima. La sua vita scivola lentamente verso il vuoto. Ma non è la sola ragione per cui la sua quotidianità è ormai costituita da un lavoro per un'impresa di pulizie, dall'alcool e dalle preghiere. Un giorno al lavoro si presenta Min-gu, appena uscito di prigione: giovane, smarrito e spaesato. Il passato di Min-gu e quello di Jung-ju sono strettamente connessi da un fatto tragico.
Difficile immaginare un'estetica più lontana dal cinema popolare sudcoreano di quella di Clean up. Se nelle grandi produzioni si ricerca sempre l'immagine patinata, la fotografia ricca di contrasto, lo choc emozionale al primo sguardo, ecco invece un debutto che procede in direzione diametralmente opposta.