Da Alberoni a Camilleri, tanti ospiti illustri per il nuovo episodio del progetto che racconta la storia di Milano.
Giants in Milan, il progetto che racconta la storia di Milano, è giunto al volume n.9. Nei precedenti il focus era sui grandi milanesi, veri o acquisiti: da Costantino a Leonardo, Napoleone, Hemingway e poi Manzoni, Verdi, salendo a Montanelli, Ponti, Mattei e altri. Altri volumi sono stati dedicati al Duomo, alla Scala, allo Sforzesco, alla moda, al Piccolo Teatro e allarte milanese.
"Questo è il volume dei libri. Significa autori, titoli, editori. Quassù, il Duomo. Attribuisco a questo posto, che rappresenta Milano, un ruolo, e un simbolo nobile, e prezioso. Come piattaforma della cultura. Perché a Milano sono nate quasi tutte le grandi case editrici. Da qui c'è una percezione visiva, della letteratura e della cultura. ... immagino un sortilegio: scrittori, pensatori, le più belle intelligenze che nelle epoche anche in quelle lontane, trasmettevano la loro ricerca, il dolore, il genio e lincanto. E così Milano, che mi piace immaginare come il centro di un sistema solare, accoglieva quelle opere. Poi cerano gli editori, di altra vocazione ma certo illuminati, che poi producevano i libri che arrivavano... a tutti noi. Decisivi nella nostra formazione, nelleducazione sentimentale e culturale".
Il racconto riguarda alcuni giganti, milanesi o di adozione, che hanno firmato opere fondamentali, nello scenario di quella Milano, fra il settecento e lottocento, che dettava cultura all'Europa. Con riferimenti alla letteratura contemporanea. Ecco dunque Manzoni, suo nonno Cesare Beccaria, il cui testo, "Dei delitti e delle pene", cambiò la giurisprudenza del mondo. E poi Carlo Porta, col suo dialetto abrasivo contro l'ignoranza del tempo. Stendhal, che scrisse il suo epitaffio Arrigo Beyle, milanese... Hemingway, in Milano dopo esser stato ferito sul Piave, diceva: Senza Milano non sarei stato l'uomo e lo scrittore che sono. Il volume presenta un contrappasso temporale suggestivo, e legittimo, in chiave di poesia: Alda Merini ripresa a casa Farinotti in un breve filmato del 1994, quando la poetessa non era ancora... la Merini, il cui nome sarebbe apparso, di anno in anno, fra i papabili del premio Nobel.
Il documento è senz'altro un unicum. Fra i testimoni del racconto citiamo Francesco Alberoni, Angelo Stella presidente del Centro Studi Manzoniani, l'accademico Giulio Sapelli che di recente ha sfiorato la Presidenza del Consiglio, Andrea Camilleri e Papa Bergoglio che parla dei fidanzati Renzo e Lucia. Partecipano Marco Eugenio Di Giandomenico, economista della cultura, e Ivan Rizzi, docente IASSP.