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GIFFONI VALLE PIANA, 16 LUG - Si prende un periodo
di pausa la musa del cinema d'autore italiano, Margherita Buy,
60 film all'attivo con il gotha dei registi di casa nostra,
campionessa di premi e attribuzioni ('Me lo dite sempre, li devo
restituire?', scherza), solare e dal sorriso splendente al
Giffoni Film Festival, solo timorosa del bagno di folla con i
ragazzi che la aspettano al varco con le loro domande sempre
inaspettate.
''Cosa farò prossimamente? Non lo so, veramente non lo so, per
il momento non ho programmi. Cinema, tv, teatro? Dovrei fare
teatro, penso che mi farebbe bene. Ci sto lavorando perchè il
teatro ha bisogno di preparazione, puntare alla prossima
stagione magari, vediamo. Il teatro in questo momento penso che
mi farebbe bene alla testa''. In una scollatissima tuta grigia,
Margherita Buy, non nega di essere sorpresa dal passare del
tempo, ma dopo i 50 anni vede proprio nei ragazzi l'eterna
giovinezza. ''Io ho una figlia di 16 anni ed è lei il mio
rinnovamento - spiega - lei è la mia garanzia di continui
stimoli e di ringiovanimento. Certo mi da sempre dell'imbranata
ma poi attraverso di lei scopro sempre cose nuove''. Del resto
non solo la figlia, ma anche la madre le dava dell'imbranata, è
un po' il suo destino ed è forse l'anima del personaggio che le
è rimasto addosso. ''Mia madre ancora oggi mi guarda con
sorpresa e mi dice di chiedersi continuamente come ho fatto ha
fare quello che faccio, a diventare un'attrice, 'imbranata come
sei'', e ride raccontandolo quasi fosse sul lettino di In
Treatment davanti a Sergio Castellitto che la psicanalizza.
Ma che donna rappresenta Margherita Buy nei suoi film? Le
chiedono: ''Tutte le carriere prendono una strada definita, e
quello che sei è spesso quello che vedono gli altri in te.
Costruire una carriera è proprio questo difficile navigare nel
cercare di imporre il tuo modo di essere rispetto a quello che
vedono gli altri in te. La difficoltà è spingere la barca dove
vuoi tu. Io ho cercato di guidare il timone verso donne che mi
interessavano, e nello stesso tempo sono cambiata e cresciuta
con loro''. E con Nanni Moretti? ''Nanni Moretti è un patrimonio
di questo paese, un grandissimo regista e un uomo libero, questo
non toglie che possa essere anche una persona faticosa. Quello
in Mia madre è uno dei ruoli della mia vita. Mi è piaciuto molto
essere in Habemus Papam, mentre il Caimano è stato un film più
teso e dopo è stato più difficile lavorare con le produzioni a
cui quel film non era piaciuto''.
Uno degli ultimi film, 'Come diventare grandi nonostante i
genitori' di Luca Lucini parlava dei sogni dei giovani. ''I
ragazzi oggi sognano poco perchè noi siamo una generazione di
genitori molto ansiosi. Siamo pieni di paure e le riversiamo su
di loro: li riempiamo di sicurezze, di soldi, e gli togliamo
sogni con il nostro essere iperprotettivi''.
Cosa può fare il cinema per i ragazzi di oggi? ''Già se riesce
a toglierli per due ore dal cellulare è un grande risultato,
come può fare un libro, come può fare il teatro...''.(ANSA).
(di Elisabetta Stefanelli)
(ANSA)