È stato presentato al Festival di Pesaro alla presenza del regista francese Damien Manivel il film del Concorso Pesaro Nuovo Cinema di giornata, Un jeune poète (A Young Poet). Dopo un esordio da ballerino, Manivel passa alla regia girando numerosi cortometraggi vincitori di premi internazionali come Un dimanche matin, presentato alla Semaine de la Critique a Cannes. Gira il suo primo lungometraggio in soli dieci giorni e, dopo aver ricevuto una menzione d'onore a Locarno, ha portato la sua opera in Concorso a Pesaro.
Il giovane poeta del titolo è Rémi, interpretato da Rémi Taffanel, che, armato solo di penna e taccuino, cerca ispirazione per le sue composizioni nella città di Sète nel sud della Francia. Alla costante ricerca di idee si mette seduto in contemplazione in un cimitero, instaurando un dialogo immaginario con Paul Valery, lì sepolto, conosce una ragazza che potrebbe essere la sua musa, passeggia per le vie della città, assiste a spettacoli di tango e, quando le idee sembrano proprio non arrivare, cerca ispirazione anche in fondo alla bottiglia. Forse, manca solo il talento...
L'andamento ciondolante e lo spirito indagatore del suo giovane interprete esaltano il tono teneramente buffo dell'opera che, nelle stesse parole del regista, trova il suo lato comico proprio nel riprendere tutti i cliché sulla figura del poeta, donandogli una dimensione quasi surreale e sospesa, resa possibile anche dall'ambientazione. Un jeune poète ha infatti il ritmo placido e rilassato delle calde giornate estive in una cittadina balneare, con una fotografia che mette in risalto i toni blu del mare e i bianchi delle case. Non basandosi su un forte intreccio narrativo, il regista riesce così a far emergere chiaramente la sua visione, per parlare in maniera leggera "più che di poesia, delle nostre passioni, dei nostri sogni, delle nostre difficoltà ad esprimerci e a crescere".