Le due icone del cinema di Kaurismaki presentano Le Havre.
di Giancarlo Zappoli
Serata di grande presa sul pubblico quella di ieri al Festival del film di Locarno. Sul palco dinanzi allo schermo più grande d'Europa in esterno si sono succeduti tre personaggi capaci di accendere emozioni. Il primo a salire è stato Willi Hermann, regista, documentarista, produttore ticinese che ha ricevuto un riconoscimento speciale per la sua attività. Hermann è uno dei non numerosissimi registi svizzeri capaci di superare i confini nazionali per far conoscere e apprezzare la propria opera nel mondo. È stato proprio lui a 'lanciare' gli ospiti seguenti affermando che, grazie alla loro presenza, stava ricevendo il regalo più bello.
È stata così la volta di Kati Outinen e di André Wilms impegnati ad incarnare il cinema di uno dei maestri contemporanei: Aki Kaurismaki. I due attori sono ormai da tempo i volti di cui le favole moderne e senza tempo del regista finlandese hanno bisogno per rendersi credibili e, contemporaneamente, restare sospese in un sogno di realtà come ci piacerebbe che fosse. I due dovevano introdurre il film Le Havre passato al festival di Cannes in Concorso e hanno offerto due sintetiche lezioni di umanità e non di divismo. Kati Outinen ha ricordato come il suo lungo rapporto di fiducia nei confronti di Kaurismaki sia cementato dalla sensibilità del regista e, soprattutto, dal suo rispetto profondo per il cinema. André Wilms è stato, se possibile, ancora più diretto di lei. Al mattino in conferenza stampa aveva esordito facendo bolle di sapone, evocando così la leggerezza di un cinema che sa essere profondo e dichiarando però radicalmente che il cinema francese è "conformista e incestuoso". Sul palco della Piazza, davanti a più di 7000 persone, ha affermato che per il suo mestiere ha fatto propria la definizione di Robert Mitchum: "Ho visto RinTinTin in televisione e mi sono detto: se lo può fare un cane lo posso fare anch'io". Più sintetico ed efficace di così…