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Le morti di Ian Stone e la nascita di Dario Piana

Il film segna il debutto dietro la macchina da presa in America del celebre regista pubblicitario.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Le origini di Dario Piana

giovedì 17 luglio 2008 - Incontri

Le origini di Dario Piana
Una moderna Olivia si strugge di dolore nel vedere il suo Braccio di ferro tenuto in vita con dei macchinari. Il profumo che si spruzzerà lo farà tornare in vita. Oppure. Sulle note di "That's Life" un'automobile di lusso gioca a palla con una collega in un cortile elegante e in bianco e nero. O ancora. Un Icaro in jeans si butta da una cima altissima per lanciarsi in volo sopra la città, ma rapito dalla bellezza di una piccola utilitaria la seguirà fino a perdere la vita in una curva fatale. Sono alcune delle storie che Dario Piana ha trasformato in gioiellini promozionali che hanno fatto il giro del mondo. Dopo aver diretto più di 450 spot pubblicari e qualche videoclip musicale (fra cui "Bene bene male male" di Piero Pelù e "La fidanzata" degli Articolo 31), il regista milanese è approdato nel mondo cinematografico a stelle e strisce con il suo esordio in terra statunitense, Le morti di Ian Stone. Ad affiancarlo in quest'avventura tutta americana (ma il film è stato girato in Inghilterra) Stan Winston - scomparso di recente - uno dei più celebri inventori di creature, da Terminator ai mostri extraterrestri di Aliens, dai dinosauri di Jurassic Park all'Edward mani di forbice di Tim Burton.

Debuttare in lungo in America
Non è semplice realizzare un film negli Stati Uniti se non sei americano, ma il fatto di essere noto a livello internazionale come regista pubblicitario mi ha aperto le porte, per così dire. Ho dovuto solo lavorare duro per trovare il giusto progetto per incominciare. Tutti vorrebbero esordire con un capolavoro come quello di Orson Welles, ma potresti anche morire in attesa che ti si presenti la migliore sceneggiatura del mondo. Le morti di Ian Stone mi intrigava perché l'idea è originale. Principalmente si tratta di una storia d'amore circondata da mostri quindi è incentrata sulla relazione tra i due protagonisti piuttosto che sul gore o sugli effetti speciali. Ho potuto lavorare liberamente nonostante avessi poco tempo a disposizione e un budget molto basso.

Il coinvolgimento di Stan Winston
Prima di fare il regista ero un illustratore e per me incontrare Stan ha rappresentato uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Èra una persona fantastica, di grande sostegno e incredibilmente amichevole, oltre a essere un artista fenomenale, ma questo lo sanno tutti. Avevo qualche remora a mostrargli i miei disegni dei mostri perché temevo il suo giudizio, ma quando li ha visti è rimasto entusiasta e il suo incredibile staff ha dato vita a quello che avevo in mente. Siccome il budget era basso Stan non aveva un'economia tale da poter realizzare delle creature complesse così abbiamo optato per qualcosa di strano, minaccioso ma non così visibile.

L'autocensura
Sebbene Le morti di Ian Stone sia disturbante, ma non particolarmente gore come potrebbero essere un Saw o Hostel, nella terza parte del film c'era originariamente un paio di sequenze decisamente sanguinose. Poi abbiamo organizzato una prima proiezione generale per il pubblico, non solo per appassionati di horror, ed è venuto fuori che gli piaceva la storia e l'atmosfera, ma anche che il film era troppo cruento. Per questo motivo i distributori hanno preferito tagliare quelle sequenze e non sono sicuro che sia stata una mossa azzeccata perché i fan dell'horror potrebbero rimanere delusi. Ciononostante potranno sempre gustarsi le scene rimosse nella versione dvd.

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