Viaggio nel quotidiano ritrovato di Federico Zampaglione, tra tour del nuovo album "L'alba di domani" e uscita del primo film da regista, Nero bifamiliare.
di Claudia Resta
Come hai vissuto quest'esperienza in regia?
Mi ha appassionato girare il film: è un noir di cui non svelo la trama, con colonna sonora di Tiromancino. Mi sta dando molta energia creativa. In un certo senso, girare mi ha rubato l'anima e l'ho ritrovata con la musica, mia amante preferita.
Musica o cinema: di cosa non puoi fare a meno?
In generale, del telefonino: nel bene e nel male è comodissimo, e anche della chitarra... ma non ne ho una preferita, diciamo che è più un harem! Ora mi sento libero da una mole di lavoro davvero immensa, ma sono contento dei risultati.
È un successo l'esperienza da regista?
Sulla carta era una follia perché ero fermo da tempo senza fare concerti, se non con miei progetti paralleli. Poi è arrivata la voglia di andare avanti, di imparare cose nuove e divertirmi finalmente con Claudia che è davvero istrionica.
L'hai anche fatta cantare in diversi pezzi...
Avevo in mente la melodia per un momento preciso della storia, poi Claudia ha scritto il testo e l'ha cantato. Il risultato è straordinario. Stare con una persona e lavorarci è stato come fare un percorso insieme.
Qual è il tema del film che ti è più caro?
La trama è un po' una metafora: non sappiamo mai davvero chi abbiamo per vicini... Parlo dell'ambizione di una coppia borghese, che cambia casa e trova vicini molto particolari; da lì nascono conflitti e la vicenda si tinge di nero. Incredibilmente, dopo aver finito di girare c'è stata la strage a Erba, che è terribilmente simile.