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Curzio Malaparte

Curzio Malaparte. Data di nascita 9 giugno 1898 a Prato (Italia) ed è morto il 19 luglio 1957 all'età di 59 anni a Roma (Italia).

Scrittore, giornalista, regista, figlio del maestro tintore sassone Erwin Succkert e dell'italiana Evelina Perelli. Fino da giovanissimo, frequentò gli ambienti letterari toscani, incontrando scrittori come Giovanni Papini, Aldo Palazzeschi, Giuseppe Prezzolini. Volontario nella prima guerra mondiale, scrisse nel 1918 la sua prima opera letteraria, Alla Brigata. Cacciatori delle Alpi, seguita da varie altre nel corso degli anni Venti. Divenuto direttore del quotidiano La Stampa, aderì al partito fascista, ma ne venne espulso nel 1931, a causa di un suo scritto, Tecnique du coup d'état. Inviato al confino in Finlandia, durante la seconda guerra mondiale fu attivo come corrispondente sul fronte africano e russo; dopo l'8 settembre 1943, lo troviamo come ufficiale di collegamento nell'esercito italiano per gli alleati. Dopo la liberazione, collaborò al quotidiano La Nazione del Popolo; nel 1944 uscì il suo romanzo Kaputt, doloroso panorama della rovina morale e materiale dell'Europa devastata dalla guerra. Cinque anni dopo, nel 1949, ottenne un successo internazionale con un secondo romanzo, La pelle, cruda e realistica descrizione delle condizioni di Napoli subito dopo la liberazione. Negli anni Cinquanta fu inviato in Russia e in Cina e lavorò come editorialista sul Tempo. Fra il 1948 e il 1955, tentò, con scarso successo, la via del teatro e della rivista musicale; al 1950 appartenne anche la sua unica esperienza cinematografica, quando, con l'aiuto di Umberto Scarpelli, scrisse il soggetto, la sceneggiatura, il commento musicale e diresse il film Il Cristo proibito, in cui descrisse le difficili condizioni di vita dei reduci di guerra e il loro faticoso reinserimento nella vita sociale; l'opera fu premiata al Festival di Berlino, mentre in Italia i risultati furono piuttosto deludenti, benché il film non mancasse di interessanti osservazioni di costume e di originali soluzioni registiche. Nel 1954, Malaparte, infaticabile sperimentatore, curò l'allestimento scenico e la regia di una famosa opera lirica di Puccini, La fanciulla del West; nello stesso tempo continuò la sua attività di scrittore, pubblicando tre raccolte di articoli: Maledetti toscani (1955), Benedetti italiani (1956) e Io, in Russia e in Cina, uscito postumo nel 1958, dopo che lo scrittore era scomparso l'anno prima a causa di un tumore. Dai suoi scritti è stato tratto, in parte, il commento al film Il Piave mormorò, imperniato sugli avvenimenti del conflitto 19215-1918, mentre dal romanzo La pelle è stato tratto il film omonimo di Liliana Cavani (1981).

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