Requiem for a Dream

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Un film di Darren Aronofsky. Con Ellen Burstyn, Christopher McDonald, Jennifer Connelly, Louise Lasser, Keith David.
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Drammatico, durata 100 min. - USA 2000. MYMONETRO Requiem for a Dream * * * 1/2 - valutazione media: 3,63 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

...adesso sono importante..... Valutazione 5 stelle su cinque

di boboskij


Feedback: 482 | altri commenti e recensioni di boboskij
mercoledì 8 agosto 2012

Girare un'opera cinematografica che abbia come argomento la dipendenza dalla droga e trasformarla in un piccolo capolavoro artistico non è cosa da poco.Non è semplice per due precisi motivi: il primo è che sono innnumerevoli i film che hanno già trattatato e ritrattato questa tematica; alcuni lo hanno fatto in maniera a dir poco imbarazzante, altri invece sono stati capaci di fotografare il mondo delle sostanze e degli individui che gravitano intorno ad esse, con incredibile maestria artististica ed efficacia comunicativa, vedi Drugstore cowboy di Gus Van Sant o il più celebre Trainspotting di Danny Boyle.Il secondo motivo  è che con un argomento del genere si corre sovente il rischio di cadere nello scontato, di inscenare uno squallido teatrino delle banalità, atto ad affliggere lo spettatore con  triti e ritriti espedienti ricattatatori, intrisi di un marciscente pietismo.Darren Aronofsky è riuscito a confezionare invece un 'opera cinematografica straordinaria, sia dal punto espressivo che da quello più prettamente tecnico.E le risorse che gli hanno permesso di costruire questo splendido esempio di capolavoro cinematografico non sono attriubuibili esclusivamente alle sue spiccate doti creative e visionarie, di cui già ci aveva dato prova nel  suo precedente film Pi - Il terorema del delirio.La forza di questo film, tratto dal romanzo del '78 di Hubert Selby Jr (autore pulp, con problemi di dipendenza legati all'abuso di eroina) sta nella capacità di sfruttare l'argomento droga, per affrontare un 'analisi più completa sul tema della dipendenza( a prescindere dalla forma sotto cui questa si svilupppi)abbracciando poi il degrado di un'intera società alla deriva .La droga di per sè stessa è solo apparentemente l'elemento centrale del film, di fatti non verrà mai nominata il nome della sostanza che i protagonisti usano, si può solo supporre che sia eroina, anche se vi sono alcuni elementi che contraddicono fortemente questa ipotesi. Assistiamo ad esempio nei primi piani che ritraggono le pupille dei protagonisti dopo l'iniezione ad un fenomeno di midriasi (tipico delle sostanze eccitanti) e non di miosi.Ma come dicevamo pocanzi, a noi che sia eroina o metamfetamina poco importa perchè in realtà i veri demoni che attanagliano le vite dei protagonisti sono altri; sono la solitudine,la desolante frustrazione di vedere i propri sogni infrangersi nel vuoto , sono l'indifferenza e il degrado di un'intera società, di  un sistema che li condurrà  attraverso un macabro percorso di autodistruzione ad un progressivo ed alienante distacco dalla realtà e dalla vita.Le vicende narrate si svolgono a Coney Island e hanno come protagonista principale Harry(intepretato dal poliedrico Jared Leto) un giovane sconclusionato per cui  la droga diventa un vero e proprio impiego a tempo pieno.Attorno alla figura di Henry ruotano quelle degli altri protagonisti, la fidanzata Maryon , una giovane spregiudicata, proveniente da una famiglia agiata di Manatthan, ma che in realtà sembra mantenere con essa  rapporti di sola natura economica e il  migliore amico Tyrone, giovane afro-americano, ossessionato dall'idea di arricchirsi.Diventare ricco non tanto per un bisogno di aderenza al sogno americano, ma poichè spinto da una necessità di colmare una sorta di problema irrisolto con la figura materna. Protagonista dell'altra macrostoria che si snoda dal personaggio di Henry e che in realtà sarà il fulcro di tutto il film è la madre di quest'ultimo, una donna rimasta sola dopo la morte del marito, incapace di accettare la desolazione del suo esistere e che di conseguenza ama rifugiarsi nel mondo patinato, ma sicuramente più confortante, offerto dalla televisioine, unica compagna di vita.Il film è diviso temporalmente e simbologicamente in tre parti corrispondenti alle tre stagioni estate, autunno e inverno.L'autunno, in inglese ''fall'' caduta,  sarà il periodo in cui i protagonisti inizieranno ad incontrare le prime difficoltà ed a intravedere le prime avvisaglie di una quella fine catastrofica che preannunciavamo pocanzi.Durante l'estate Harry e Tyrone decidono di iniziare un attività di spaccio che permetta loro di procurarsi la droga senza troppe difficoltà, arrichendosi allo stesso tempo.Qui notiamo un aspetto ambivalente in Harry, che caratterizza la psiche di molto tossicodipendenti:il bisogno inconscio di una vita sana, di una rinuncia alla droga e alla dipendenza  che il ragazzo spera si possa concretizzare con l'illusione di racimolare il denaro necessario ad aprire un negozio di abbigliamento con l'amata Maryon.E inizialmente le cose sembrano andare nel verso giusto per poi sprofondare improvvisamente in un vortice di distruzione e fallimenti che porterà i tre alla rovina: Tyrone in carcere, Henry all'amputazione del braccio a causa di un ascesso e Maryon a vendere il proprio corpo per mantenersi la droga.In realtà però questa non è la vera vicenda che inquieta e che annichilisce lo spettatore come ci si potrebbe aspettare.Sì perchè questo è un film carico di angoscia che disturba, che violenta l'anima dello spettatore, depredandolo di qualsiasi ottimismo e speranza nei confronti della vita. Sarà la vicenda della madre ad esplicitare il messaggio destabilizzante ed angosciante che Aronofsky vuole fare arrivare a chi sta dietro allo schermo ed osserva impotente.Madre che come dicevamo è assuefatta ad una vita fatta da poltrona, cioccolatini e televisione.Aronofsky è bravissimo a tradurre in immagini il potere alienante del mezzo televisivo, scandendo il tempo della donna atraverso l'accendersi e spegnersi frenetico del telecomando e con la ripetizione estenuante degli slogan  ipnotici del presentatore televisivo.L'invito di partecipazione  ad uno show in tv  scuoterà l'anziana vedova da quello stato di torpore rinunciatario,illudendola per un attimo di avere ancora qualcosa per cui vivere,qualcosa per cui valga la fatica di alzarsi da letto la mattina .La donna verrà così presa dall'ossessione di apparire nel migliore dei modi e non potendo più vestire il suo miglior abito,un vestito da sera rosso(che diverrà poi il simbolo immaginifico della sua ossessione)a causa del sovrappeso deciderà di sottporsi ad una  dieta.Così si affiderà ad un medico senza scrupoli che le prescriverà a sua insaputa delle anfetamine, delle quali abuserà inconsapevolmente.Anche quando verrà ammonita dal figlio sui problemi che possono derivare dall'uso di anfetamine la sentiremo  rispondere come a volersi giustificare''ma adesso sono importante,adesso quando sono fuori al sole io sorrido'' .Si può notare dal tono avvilente della sua voce, che anch'essa si renda conto del disagio creato dalla sua dipendenza , ma che poco gli importi lo stesso, poichè fondamentalmente non ha nulla da perdere, non ha nient'altro che faccia da contraltare alla sua vita.Con questo dialogo angosciante fra madre e figlio ha inizio il climax di tensione e angoscia che avrà il suo fulcro con il ricovero in psichiatria della donna, completamente impazzita.L'intepretazione di Ellen Burstyn è veramente impressionante, struggente(candidata all'oscar, che poi purtroppo vincerà Julia Roberts con Erin Brockovic) e Arofonosky è superbo nell' amplificare la devastazione psichica della donna attraverso ad un ritmo incalzante dato da  un montaggio ipercinetico ed dallo splendido e tenebroso tema sonoro ''lux aeterna'', tema che non poteva essere più calzante.La colonna  sonora è curata infatti dall'inseparabile Colin Mansel.Tutto in questo film sembra essere ridisegnato ad arte per disturbare creando così quel clima d'angoscia: la fotografia surreale, straniata grazie all'utilizzo di  filtri sporchi o seppiati, le immagini , i suoni distorti e le animazioni di forte impatto visivo a descrivere le fasi allucinatorie dei protagonisti,il montaggio convulso e frenetico, la telecamera fissata ad arte sulle spalle degli attori in alcune scene.Ma forse la cosa che lascia più sgomenti, che atterisce e che ti riempe le viscere di quel senso di malessere che anche alla fine del film  sembra non volersene più andare, è dovuta quel senso di ''indifferenza'' di cui trasuda l'intera pellicola : l'indifferenza dei personaggi secondari in particolare, medici , poliziotti, le stesse amiche della donna a tratti, che sembrano assistere al declino dei protagonisti con assoluto freddezza e disinteresse, anzi forse anche con un pizzico di meschino sadismo .Questo indifferenza si fa così insopportabile agli occhi dello spettatore perchè  è quantomai vera e riscontrabile anche nel mondo reale. e che anzi, sembra ormai palesarsi come elemento contraddistinguibile di una società alla deriva e sempre più alienata da sè stessa.

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