felicity
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martedì 15 agosto 2023
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lo smarrimento di una generazione
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Requiem for a Dream, a oltre vent’anni dalla sua uscita, è oggi ancora un monumento del cinema americano di inizio millennio. E' un viaggio nella psiche umana attraverso la dipendenza dei suoi quattro protagonisti.
Colpisce la sua morsa psicologica e la sua potenza emotiva, la visione realistica e cruda di quelli che sono gli effetti della droga. L’immagine di una società frammentata e allo sbaraglio, solitudine e smarrimento in cui l’essere umano è fondamentalmente solo con sé stesso, immerso in una routine dalla quale non c’è scampo.
È più un’esperienza che un vero e proprio film, e forse uno degli aspetti più incredibili è l’estremo controllo che Aronofsky ha su tutta questa pazzia.
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Requiem for a Dream, a oltre vent’anni dalla sua uscita, è oggi ancora un monumento del cinema americano di inizio millennio. E' un viaggio nella psiche umana attraverso la dipendenza dei suoi quattro protagonisti.
Colpisce la sua morsa psicologica e la sua potenza emotiva, la visione realistica e cruda di quelli che sono gli effetti della droga. L’immagine di una società frammentata e allo sbaraglio, solitudine e smarrimento in cui l’essere umano è fondamentalmente solo con sé stesso, immerso in una routine dalla quale non c’è scampo.
È più un’esperienza che un vero e proprio film, e forse uno degli aspetti più incredibili è l’estremo controllo che Aronofsky ha su tutta questa pazzia. È un dramma, un coming of age in negativo, ma è terribile e snervante più di un horror. Requiem for a Dream non è decisamente il tipo di film che si riguarda volentieri una volta all’anno, forse lo si rivede a distanza di anni dopo la prima volta. Forse anche mai più. Ma di certo è un film che non si dimentica.
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ilenia nicoletti
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lunedì 23 gennaio 2023
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meraviglioso
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Duro ma non commovente, proprio come la vita che non da spazio a errori, qui le droghe ma può essere anche altro, la ricerca della perfezione, della Felicità che non esiste tantomeno buttandosi nella droga che peggiora solo la situazione, ci si trova in un girotondo di fragilità che non lascia scampo a niente se non all abbruttimento e alla disillusione. La vita è fuori dalla perfezione, dalla televisione, dal facile sfuggire. Bello, bello, bello.
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paolp78
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venerdì 19 marzo 2021
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innovativo, sperimentale
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La pellicola che racconta storie di autodistruzione conseguente all'abuso di droghe e farmaci, è diretta con una tecnica innovativa, sia nelle riprese che nel montaggio, dal talentuoso Darren Aronofsky, qui alla sua seconda opera.
L'inconsueto effetto visivo realizzato dal regista americano di origini ucraine è molto suggestivo e si sposa benissimo col tema della narrazione, la cui drammaticità ne risulta addirittura enfatizzata. Tale felice intuizione, merito dell'estro di Aronofsky, caratterizza l'opera conferendole una cifra stilistica innovativa.
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La pellicola che racconta storie di autodistruzione conseguente all'abuso di droghe e farmaci, è diretta con una tecnica innovativa, sia nelle riprese che nel montaggio, dal talentuoso Darren Aronofsky, qui alla sua seconda opera.
L'inconsueto effetto visivo realizzato dal regista americano di origini ucraine è molto suggestivo e si sposa benissimo col tema della narrazione, la cui drammaticità ne risulta addirittura enfatizzata. Tale felice intuizione, merito dell'estro di Aronofsky, caratterizza l'opera conferendole una cifra stilistica innovativa.
Ciò detto, si deve aggiungere che il film risulta un po' pesante, a lungo andare, e l'originale tecnica di ripresa pare apprezzabile fintantoché limitata ad un'opera unica, non prestandosi assolutamente ad essere replicata oltre, se non sporadicamente.
Come nelle successive pellicole di Aronofsky, viene richiesto un particolare sforzo recitativo agli interpreti, impegnati in parti molto complesse e difficili; l'ottimo cast risponde egregiamente alla sfida. Molto convincente nei panni del tossico Jared Leto, di cui fa impressione la trasformazione fisica che lo porta ad essere poco più che pelle ed ossa; altrettanto ben riuscita la prova della bella e brava Jennifer Connelly; infine c'è Ellen Burstyn che si merita la palma della migliore grazie ad una prova particolarmente impegnata e di assoluto valore artistico.
Molto impressionanti e ben costruite le sequenze con le allucinazioni, in particolare quelle che riguardano il personaggio della Burstyn: gli scherzi che può fare la mente umana vengono mostrati con straordinaria efficacia.
Si tratta certamente anche di film che opera una denuncia, non solo contro le droghe e l'abuso di farmaci, ma anche contro la società moderna, l'abbandono e la solitudine degli anziani, gli effetti negativi della televisione, la durezza della risposta repressiva dello stato ecc.
Le musiche, davvero ottime e capaci di restare nella mente dello spettatore, sono particolarmente adatte ad esaltare il ritmo pulsante della narrazione e l'inevitabile incedere verso il disastro; in questo si sposano benissimo con la tecnica registica attuata da Aronofsky rappresentando un ulteriore elemento di forza e di filo conduttore dell'opera.
Il film è tratto da un romanzo il cui autore ha collaborato con il regista per l'adattamento cinematografico.
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giulio andreetta
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venerdì 7 agosto 2020
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dipingere l''abisso
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Senz'altro un capolavoro, il film esplora realmente che cosa possa significare cadere in modo inavvertibile, ma definitivo, nell'abisso della disperazione e della dipendenza data dall'abuso di droghe. Da menzionare da subito l'elemento a mio avviso più geniale della pellicola, la stupefacente, incredibile colonna sonora di Clint Mansell, che sforna un capolavoro del suo genio musicale. Ma è tutto il film ad evere un taglio autoriale e sperimentale che conferisce a tale pellicola lo spessore di un'opera che certamente verrà ricordata in futuro. Aronofsky è un regista di talento - ce ne ha dato ormai varie prove - e in questo caso esibisce anche una cura minuziosa nell'esplorazione di tutte le possibilità tecniche associabili ad una resa dell'immagine molto peculiare, tesa ad esplorare soggettivamente lo stato d'animo dei personaggi in modo non convenzionale.
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Senz'altro un capolavoro, il film esplora realmente che cosa possa significare cadere in modo inavvertibile, ma definitivo, nell'abisso della disperazione e della dipendenza data dall'abuso di droghe. Da menzionare da subito l'elemento a mio avviso più geniale della pellicola, la stupefacente, incredibile colonna sonora di Clint Mansell, che sforna un capolavoro del suo genio musicale. Ma è tutto il film ad evere un taglio autoriale e sperimentale che conferisce a tale pellicola lo spessore di un'opera che certamente verrà ricordata in futuro. Aronofsky è un regista di talento - ce ne ha dato ormai varie prove - e in questo caso esibisce anche una cura minuziosa nell'esplorazione di tutte le possibilità tecniche associabili ad una resa dell'immagine molto peculiare, tesa ad esplorare soggettivamente lo stato d'animo dei personaggi in modo non convenzionale. Si sente da subito la partecipazione emotiva del racconto, e lo spettatore ne è coinvolto e affascinato. Attori ben diretti, offrono in genere interpretazioni convincenti e ben in linea con l'effetto espressivo che il film vuole comunicare: un effetto cupo, oscuro, forse anche depressivo. Il complesso universo affettivo e relazionale adolescienziale/giovanile, con tutte le sue mode, le sue esperienze e così via è ritratto con maestria, senza nessuna sottolineatura eccessiva.
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iaoquinti
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domenica 12 aprile 2020
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psichedelico
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Sono consapevole che questo commento prenderà una sfilza di votazioni negative perché cercherà di spiegare qualcosa che la maggior parte del pubblico, esaltato dalla surreale banalità e superficialità di questa pellicola, non riuscirà a comprendere.
Qualcuno si azzarda addirittura a chiamarla "Arte" , forse perché si accontenta con poco, probabilmente l'incompletezza di questo film rispecchia le vostre arroganti e illuse convinzioni su cosa sia davvero l "Arte". Io non voglio presumere di sapere cosa essa sia, ma sono sicuro che questo film non la rappresenta di certo. Requiem for a dream non è arte (cinematografica) e non è nemmeno un buon film.
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Sono consapevole che questo commento prenderà una sfilza di votazioni negative perché cercherà di spiegare qualcosa che la maggior parte del pubblico, esaltato dalla surreale banalità e superficialità di questa pellicola, non riuscirà a comprendere.
Qualcuno si azzarda addirittura a chiamarla "Arte" , forse perché si accontenta con poco, probabilmente l'incompletezza di questo film rispecchia le vostre arroganti e illuse convinzioni su cosa sia davvero l "Arte". Io non voglio presumere di sapere cosa essa sia, ma sono sicuro che questo film non la rappresenta di certo. Requiem for a dream non è arte (cinematografica) e non è nemmeno un buon film. La narrazione rimane piatta e insignificante. Le scene non si evolvono, vengono interrotte prima che possano avere un adeguato sviluppo. L'enorme quantità di fotogrammi psichedelici (come a voi piace tanto chiamarli) inseriti con insistenza nei momenti di assuefazione, denotano la mancanza di originalità del regista e la sua incapacità di mantenere un ritmo scorrevole tra una ripresa e l'altra.
Traspare una visione distorta e confusa della realtà che non può avere alcuna interpretazione razionale. L'inesperto regista non è stato in grado di fornirci una chiave di lettura omogenea della sua rappresentazione. Sono elementi non trascurabili in un buon film, ma per voi spettatori occasionali di cinema consumistico questi non sono altro che dei dettagli.
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alessio
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domenica 23 febbraio 2020
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once upon a time
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Pellicola inquietante, cast e personaggi crudamente immersi nella parte. Un capolavoro terrificante nell'avvolgente mondo delle dipendenze.
Un film che non lascia speranza alle più lontane speranze dei protagonisti.
La trama è un intreccio di storie tutte unite dalla tossicodipendenza.
i veri protagonisti sono l'eroina la prostituzione e i mass media.
Straziante una colonna sonora azzeccata, film promosso e da saper interpretare e capire, niente da discuture film non adatto ai deboli di cuore.
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onufrio
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lunedì 21 ottobre 2019
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ascesa,declino e caduta
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Aronofsky affronta il tema della droga, e lo fa attraverso dei personaggi tossicodipendenti in un arco di tempo diviso in tre stagioni. L'estate, che rappresenta una voglia di migliorarsi, di aspirare a qualcosa di positivo; l'autunno porterà la caduta dei personaggi impossibilitati ad uscire da quel vortice nel quale sono entrati, e l'inverno che sarà la definitiva caduta e la sconfitta di ognuno di essi. La primavera, ovvero la rinascita, non è presente. Film toccante con scene forti e dal montaggio suggestivo accompagnato da una colonna sonora che diventa parte integrante della pellicola. Ottimo il cast di attori.
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raysugark
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domenica 9 settembre 2018
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requiem for a dream
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I film sulla dipendenza sono interessanti e anche scioccanti, per esplorare su quali conseguenze i personaggi andranno a incontrare. Dopo aver proseguito dei percorsi, che spesso possono essere folli o addirittura inquietanti. Il cineasta d’autore Darren Aronofsky dopo aver realizzato il suo primo film Pi si è interessato a realizzare un film sulla dipendenza, elaborando un adattamento cinematografico sul libro Requiem for a Dream di Hubert Selby Jr. scritto nel 1978.
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I film sulla dipendenza sono interessanti e anche scioccanti, per esplorare su quali conseguenze i personaggi andranno a incontrare. Dopo aver proseguito dei percorsi, che spesso possono essere folli o addirittura inquietanti. Il cineasta d’autore Darren Aronofsky dopo aver realizzato il suo primo film Pi si è interessato a realizzare un film sulla dipendenza, elaborando un adattamento cinematografico sul libro Requiem for a Dream di Hubert Selby Jr. scritto nel 1978. Per poi fare uscire nel 2000 il secondo film di Darren Aronofsky Requiem for a Dream, con protagonisti Ellen Burstyn, Jared Leto, Jennifer Connelly e Marlon Wayans. Loro sono i protagonisti da cui una volta diventati dipendenti, entreranno in un viaggio che le loro conseguenze saranno devastanti. Da un titolo così accattivante farà comprendere allo spettatore, che uno dei temi principali del film è di cercare a realizzare i propri sogni. Da cui i protagonisti per sperare che i loro sogni diventino realtà, commetteranno atti estremi che li distruggerà fisicamente e mentalmente. Nel film Ellen Burstyn è Sara che riceve una telefonata, da cui le viene detto che parteciperà a un suo talk show preferito. Soltanto che per prepararsi a entrare nel talk show, vuole mettersi un vestito rosso speciale. Per quanto il vestito le sta stretto lei seguirà una dieta rigida, da dover ingerire delle pillole per perdere peso. Man mano che andrà avanti con la dieta, incomincerà a prendere le pillole a dose eccessive con effetti devastanti. Jared Leto e Marlon Wayans sono Harry e Tyrone, due amici che vendono l’eroina per sperare di costruirsi un futuro. Nel frattempo che i due amici stanno guadagnando bene, utilizzeranno anche loro l’eroina per poi incominciare ad avere dolori fisici. Tra cui Harry a forza di utilizzare lo stesso braccio per iniettarsi l’eroina, che il suo arto superiore stesso andrà in cancrena. Infine Jennifer Connelly nei panni di Marion, la fidanzata di Harry che seguirà il cammino di Harry. Finché lei prenderà delle scelte, che verrà sfruttata. Requiem for a Dream ha delle atmosfere che passa dal drammatico, fino a diventare inquietante da fare salire la tensione allo spettatore. Le immagini vengono inquadrate da rilasciare emozioni, che rendono le scene indimenticabili soprattutto quelle più potenti. Il montaggio è stato elaborato con accuratezza che riesce ad accompagnare, l’atmosfera e soprattutto il ritmo della storia dall’inizio fino alla fine. La narrazione del film è raccontata fluidamente facendo passare, dai momenti tranquilli fino ad arrivare ai momenti più inaspettati. Infine la colonna sonora di Clint Mansell riesce a legarsi, all’atmosfera e al ritmo del film senza storcere neanche una nota. Infatti una delle tracce più famose della colonna sonora è Lux Aeterna, di cui è una delle tracce più emozionanti che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore. Lux Aeterna è stata poi elaborata in versione orchestrata come Requiem for a Tower, da essere utilizzata per vari trailer dei film in uscita. Requiem for a Dream è uno dei migliori film di tutti i tempi, che riesce ad emozionare e a scioccare lo spettatore.
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nubiusdee
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martedì 27 marzo 2018
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genio
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Genio, hai colto il punto
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nubiusdee
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martedì 27 marzo 2018
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grottesco
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Non banale ahahahhaahhahaha no infatti, grottesco e' più appropriato
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