geilboy12002
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venerdì 15 giugno 2007
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trama banalizzata e italiano volgarizzato
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Tralasciando il fatto che il film, meriterebbe almeno una stella in più, non si riesce a capire perchè sia stato giudicato appena accettabile. Ancora una volta si ha la conferma che i film di registi emergenti, di case non blasonate, sono fortemente svantaggiati da una critica parziale, e a volte ottusa.
Il montaggio del film non solo era valido, ma innovativo e costruito bene, cosi come pure i personaggi. Il tema e la trama del film non costituivano nulla di nuovo nella cinematografia, il film comunque è stato per molti versi toccante e innovativo senza mai cadere nel banale e nel già visto, cosa possibilissima dato il tema trattato.
Inoltre le poche righe di critica sono state scritte in un Italiano scadente, colloquiale e gergale (non un figlio 'tossico' ma caso mai tossicodipendente) - cosa ancora più grave se appunto scritte su un libro.
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Tralasciando il fatto che il film, meriterebbe almeno una stella in più, non si riesce a capire perchè sia stato giudicato appena accettabile. Ancora una volta si ha la conferma che i film di registi emergenti, di case non blasonate, sono fortemente svantaggiati da una critica parziale, e a volte ottusa.
Il montaggio del film non solo era valido, ma innovativo e costruito bene, cosi come pure i personaggi. Il tema e la trama del film non costituivano nulla di nuovo nella cinematografia, il film comunque è stato per molti versi toccante e innovativo senza mai cadere nel banale e nel già visto, cosa possibilissima dato il tema trattato.
Inoltre le poche righe di critica sono state scritte in un Italiano scadente, colloquiale e gergale (non un figlio 'tossico' ma caso mai tossicodipendente) - cosa ancora più grave se appunto scritte su un libro.
Ciò altro non è che la conferma che i cosiddetti 'critici cinematografici' non hanno in nessun caso uno 'spirito critico' migliore dei comuni mortali, e io, pur non avendo studiato al DAMS - non mi ritengo di certo inferirore a loro nel porrere un giudizio di valore, obiettivo, riguardo ad un film (oltretutto cercando di scrivere anche in un italiano corretto, pur essendo straniero).
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ym90
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martedì 19 giugno 2007
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un film di eccezionale fattura e molto toccante
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Questo è un film che tutti dovrebbero guardare almeno un volta.
Questo lungometraggio mette alla luce il triste mondo in cui viviamo, Darren Aronofsky ha avuto veramente le ''palle'' di mettere appunto alla luce quel che non si oserebbe nemmeno immaginare e quello che la gente crederebbe siano storie impossibile e mondi del tutto inverosimili.
La scena della madre sul tram: quante volte ci è successo di vedere un pora vecchia drogata che chiede dove si ferma il tram o cosa del genere, chi lo sa che se scavi appena un pò non salti fuori una situazione simile.
La gente (me compreso) è al corrente di tutti questi problemi con la droga, ma scommetto che (apparte chi ci è veramente passato) possa riuscire ad immaginare situazioni simili.
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Questo è un film che tutti dovrebbero guardare almeno un volta.
Questo lungometraggio mette alla luce il triste mondo in cui viviamo, Darren Aronofsky ha avuto veramente le ''palle'' di mettere appunto alla luce quel che non si oserebbe nemmeno immaginare e quello che la gente crederebbe siano storie impossibile e mondi del tutto inverosimili.
La scena della madre sul tram: quante volte ci è successo di vedere un pora vecchia drogata che chiede dove si ferma il tram o cosa del genere, chi lo sa che se scavi appena un pò non salti fuori una situazione simile.
La gente (me compreso) è al corrente di tutti questi problemi con la droga, ma scommetto che (apparte chi ci è veramente passato) possa riuscire ad immaginare situazioni simili.
Veramente un film di eccezionale fattura e, ripeto, da vedere almeno un volta nella vita.
Ho letto che in Italia non si trova, ma da dove vengo io in Svizzera si trova ovunque.
Non so, scaricatelo o comandatelo perchè veramente vale la pena.
Un ultimo commento: non capisco come mai certi utenti osino mettere di mezzo il razzismo e andare a toccare lo stato sociale della ragazza ricca che è impossibile che si abbassi ai livelli della droga: ma ripigliatevi.
Saluti
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(di pipporossonero)
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:-) (*)
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sabato 2 settembre 2006
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le conseguenze della droga
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È un film che riesce perfettamente a trasportare la amara verita della droga sullo schermo in modo magistrale. Un film che fa parecchio riflettere sulla societa' dove viviamo e di come tutti noi diventiamo dei dipendenti delle varie droghe che circolano a partire dalla TV! Un viaggio nell piu amaro e crudele universo dei tossicodipendenti per capire in che situazioni sono disposti ad arrivare pur di avere un po' di droga fra le mani, quello che sono disposti a perdere. E in questo film tutto viene risolto tragicamente, ognuno perde e tutti sono condannati a non rivedersi mai piu. Veramente un film toccante. Un bellissimo prodotto del regista accompagniato dalle magnifiche interpretazioni degli attori, la musica e la fotografia.
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È un film che riesce perfettamente a trasportare la amara verita della droga sullo schermo in modo magistrale. Un film che fa parecchio riflettere sulla societa' dove viviamo e di come tutti noi diventiamo dei dipendenti delle varie droghe che circolano a partire dalla TV! Un viaggio nell piu amaro e crudele universo dei tossicodipendenti per capire in che situazioni sono disposti ad arrivare pur di avere un po' di droga fra le mani, quello che sono disposti a perdere. E in questo film tutto viene risolto tragicamente, ognuno perde e tutti sono condannati a non rivedersi mai piu. Veramente un film toccante. Un bellissimo prodotto del regista accompagniato dalle magnifiche interpretazioni degli attori, la musica e la fotografia. Un vero e proprio viaggio all'inferno di questa societa' guidata dalla dipendenza che puo colpire, come si vede nel film, tutte le fasce d'eta'. Solitudine, incompressione, sogni irrealizatti sono i principali ingredienti di questo piccolo capolavoro!
Da vedere e riflettere!
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(di tutti contro la droga)
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raf
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martedì 15 marzo 2005
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perfetto esistenzialismo
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Attualissimo, un ritratto contemporaneo carico di significati contradditori e paralleli al tempo stesso di cui è impregnata la realtà. Scredita ogni genere di mito e fantasticheria holliwodiana. Fantastico il montaggio che meriterebbe una visione al rallentatore dell'intera pellicola.
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(di 48)
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amnesiac
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martedì 12 giugno 2007
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un requiem alla speranza
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Capolavoro assoluto. Questo film con tecniche cinematografiche originali e all'avanguardia rispecchia quella che è la condizione dell'uomo nella società moderna ovvero di solitudine e alienazione, tutto proteso verso il raggiungimento del proprio sogno fallace, un sogno che può essere la speranza di entrare in un vestito rosso, la speranza di guadagnare un botto di soldi, la speranza di essere amati... ma il sogno in realtà è un utopia e il film è appunto un requiem alla speranza dell'uomo. Il film tratta il problema della tossicodipendenza per quello che è tralasciando aspetti umoristici o grotteschi alla trainspotting per intenderci, un abuso delle più svariate droghe che porta inevitabilmente all'autodistruzione o peggio ancora alla perdita della dignità umana barattata per qualche dose di eroina.
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Capolavoro assoluto. Questo film con tecniche cinematografiche originali e all'avanguardia rispecchia quella che è la condizione dell'uomo nella società moderna ovvero di solitudine e alienazione, tutto proteso verso il raggiungimento del proprio sogno fallace, un sogno che può essere la speranza di entrare in un vestito rosso, la speranza di guadagnare un botto di soldi, la speranza di essere amati... ma il sogno in realtà è un utopia e il film è appunto un requiem alla speranza dell'uomo. Il film tratta il problema della tossicodipendenza per quello che è tralasciando aspetti umoristici o grotteschi alla trainspotting per intenderci, un abuso delle più svariate droghe che porta inevitabilmente all'autodistruzione o peggio ancora alla perdita della dignità umana barattata per qualche dose di eroina. Tutta la storia del film è scandita in tre momenti che corrispondono alle stagioni dall'estate all'inverno, la primavera è assente perchè non c'è rinascita, il vestito rosso diventa l'ossessione di una vecchia pazza, l'amore è un sogno lontano, la libertà è ormai persa, tutto è distrutto non c'è catarsi. Le intense emozioni visive sono esaltate dalla splendida colonna sonora composta da Clint Mansell coadiuvato dai Kronos Quartet. Insomma sono tanti gli spunti che offre questo film e tanti sono i motivi per vederlo, un film che lascia l'amaro in bocca, un film che ti entra dentro e non ti lascia più perchè in fondo non si può fare a meno di rispecchiarsi nei protagonisti. Requiem for a dream è il secondo film del giovane talentuoso Darren Aronofsky che nel primo lavoro "Pi greco - il teorema del delirio" già dimostra di fare un cinema originale e di grande intensità. Peccato solamente che in Italia questo film sia praticamente sconosciuto in quanto non è stato distribuito non si sa per quale motivo (probabilmente fa più comodo distribuire film tipo Natale sul Nilo e company, si sa la stupidità tira). Consiglio caldamente la visione di questo film a chi vede il cinema come espressione artistica, ai fun di Christian De Sica e Massimo Boldi consiglio di continuare a farsi quattro risate sulle tette della Marini e di non accostarsi a questo capolavoro.
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armstrong
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sabato 5 novembre 2011
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capolavoro incompreso sulle dipendenze della vita
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Il film è tristemente e banalmente etichettato come riflessione sul triste mondo della tossicodipendenza, ma non è questo il suo scopo. La chiave di lettura è racchiusa nello spettacolo televisivo dal quale la povera Sara è assuefatta: è la scena d'apertura, ci perseguita per tutta la durata della pellicola, per poi chiudere il film, eppure non ha nessuna coerenza logica. Nessuna. Christopher McDonald ci promette Felicità, con la effe maiuscola, in soli trenta giorni. Una felicità semplice, veloce, eccitante e facilmente fruibile. Come può essere quella promessa dal sesso, del quale "Little John" è dipendente. Come può essere la volontà di aprire un nuovo negozio e vivere felici, idea che permane e "droga" la mente di Harry.
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Il film è tristemente e banalmente etichettato come riflessione sul triste mondo della tossicodipendenza, ma non è questo il suo scopo. La chiave di lettura è racchiusa nello spettacolo televisivo dal quale la povera Sara è assuefatta: è la scena d'apertura, ci perseguita per tutta la durata della pellicola, per poi chiudere il film, eppure non ha nessuna coerenza logica. Nessuna. Christopher McDonald ci promette Felicità, con la effe maiuscola, in soli trenta giorni. Una felicità semplice, veloce, eccitante e facilmente fruibile. Come può essere quella promessa dal sesso, del quale "Little John" è dipendente. Come può essere la volontà di aprire un nuovo negozio e vivere felici, idea che permane e "droga" la mente di Harry. Come può essere la "roba" per Marion. Come può essere il profondo desiderio di essere amata di Sara, magistralmente rappresentata sia allegoricamente che letteralmente dalla Burstyn, la quale ci ha offerto una prestazione da doppia cornice.
Ogni desiderio è sincero, e ogni desiderio è visto come la chiave per arrivare alla felicità dai personaggi che lo inseguono. Ma il film ci fa capire che non è così che funziona.
L'obbiettivo della pellicola, capolavoro tecnico purtroppo incompreso, è portare lo spettatore ad una profonda riflessione sulle dipendenza che la vita ci offre, piaceri, come la Felicità dello show, semplici, veloci, eccitanti, facilmente fruibili, eppure così potentemente effimeri, finiti, limitati. Oltre ad essere un capolavoro esistenziale è anche un capolavoro artistico: questa continua ricerca per soddisfare il desiderio profondo dentro ogni personaggio che non si sente mai veramente soddisfatto è magistralmente rappresentata dalla velocità con cui le scene si susseguono, veloci, rapide, sequenziali, come la vita, che non lascia spazio a ripensamenti.
Certo è che il film ci fa riflettere: cosa vale la pena inseguire, nella vita? Dante nella sua Commedia disse: nulla se non l'Amore, che dura per sempre. Aronofsky ribatte per le rime, dicendo: nemmeno quello. La pellicola infatti non lascia vincitori nel campo di battaglia, solo sconfitti e vinti. Il vero significato sta nella scena finale: la conclusione dello show, che vede una Sara felice e radiante. Eppure noi sappiamo che è un'illusione, che non è altro che una fantasia irreale. Questa è la vita: una mera illusione di felicità, che mai raggiungeremo se ci aggrappiamo a stupide ed inette dipendenze quali l'Amore, il sesso, i soldi, il desiderio di fama, che ci ostiniamo a ricercare senza mai trovare la verà felicità in esse. Cinico e letale.
Anche se non mi trovo del tutto d'accordo, merita quantomeno un grande applauso.
Gianluca
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tabula rasa elettrificata
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venerdì 22 agosto 2008
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schiaffo futurista
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Dinamica esasperata e sintassi filmica scardinata , un suggestivo commento sonoro accompagna il fluire delle immagini ; il regista dipinge il suo quadro di celluloide con suggestive variazioni dell'angolo di prospettiva regalando una sensazione di "spazialità" al povero schermo fermo alle 2 dimensioni .
Uso spregiudicato delle ottiche per rendere gli ambienti in cui si svolge la "finta vita" ( o la reale morte ? ) di una tenera signora alla quale il figlio ha "regalato" un televisore che sembra il monolite di Kubrick in 2001 .
L'intreccio sovrapposto tra le vite della madre e del figlio ci scaraventa sulla strada della disperazione senza uscita , se non rifugiandosi nel sogno agitato di chi dorme perchè ha paura del risveglio .
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Dinamica esasperata e sintassi filmica scardinata , un suggestivo commento sonoro accompagna il fluire delle immagini ; il regista dipinge il suo quadro di celluloide con suggestive variazioni dell'angolo di prospettiva regalando una sensazione di "spazialità" al povero schermo fermo alle 2 dimensioni .
Uso spregiudicato delle ottiche per rendere gli ambienti in cui si svolge la "finta vita" ( o la reale morte ? ) di una tenera signora alla quale il figlio ha "regalato" un televisore che sembra il monolite di Kubrick in 2001 .
L'intreccio sovrapposto tra le vite della madre e del figlio ci scaraventa sulla strada della disperazione senza uscita , se non rifugiandosi nel sogno agitato di chi dorme perchè ha paura del risveglio .
Secondo il mio punto di vista la steadicam raggiunge con aronofsky vette inesplorate surclassando i pur validi approcci di "pi-greco" ; ho visto anche "l'albero della vita" di questo autore ma questo delirio sintetico li oltrepassa abbondantemente per inventiva e qualità della ripresa . Non scomodo una certa parola , troppo "assoluta" secondo me , per descrivere questo film ma quest'ora e mezza di Cinema mi ha regalato un'emozione visiva unica .....chissà se Grenaway ha ascoltato questa colonna sonora.....:)
Ciao a tutti
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bob arctor
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mercoledì 15 aprile 2009
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finalmente un fim sulle droghe non banale
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A parte qualche errore perdonabilissimo (le pupille che si dilatano dopo l'iniezione di eroina)ho trovato queto film ricco di intuizioni e colpi di autentico genio per pù motivi, ad onta delle pessime recensioni avute da critici ben celebri ma dalle vedute assai limitate. Valido,dicevo,per la scelta dei collaboratori del regista, il fotografo Matthew Libatique che toglie da tutto il fim il colore rosso per farlo apparire in tutto il suo glamour solo nelle sequenze onirico televisive e ci consegna una inedita Coney island: l'incredibile,straziante colonna sonora opera di Clint Mansell, che, è vero enfatizza il pathos di certe scene, ma d'altronde è chiaro fin dalle prime immagini che Aronofsky non si è ispirato per la sua opera al realismo, ma ha voluto gettare il suo sguardo sicuramente partecipe attraverso l'uso di visioni sghembe,dettagli,un ultima mezz'ora che ha il ritmo dei migliori videoclip(non ci scordiamo che c'è tutta ua leva di autori,Aronofsky compreso, che proviene da quel mondo:Fincher, Corbijn,Acklund etc.
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A parte qualche errore perdonabilissimo (le pupille che si dilatano dopo l'iniezione di eroina)ho trovato queto film ricco di intuizioni e colpi di autentico genio per pù motivi, ad onta delle pessime recensioni avute da critici ben celebri ma dalle vedute assai limitate. Valido,dicevo,per la scelta dei collaboratori del regista, il fotografo Matthew Libatique che toglie da tutto il fim il colore rosso per farlo apparire in tutto il suo glamour solo nelle sequenze onirico televisive e ci consegna una inedita Coney island: l'incredibile,straziante colonna sonora opera di Clint Mansell, che, è vero enfatizza il pathos di certe scene, ma d'altronde è chiaro fin dalle prime immagini che Aronofsky non si è ispirato per la sua opera al realismo, ma ha voluto gettare il suo sguardo sicuramente partecipe attraverso l'uso di visioni sghembe,dettagli,un ultima mezz'ora che ha il ritmo dei migliori videoclip(non ci scordiamo che c'è tutta ua leva di autori,Aronofsky compreso, che proviene da quel mondo:Fincher, Corbijn,Acklund etc.). E parla di droghe a tutto tondo,forse involontariamente rendendo stridente gli effetti delle droghe legali e quelle illegali, che causerebbero probabilmente meno danni psicofisici se ci si decidese a concedere una somministrazione controllata; ma non voglio fare il pasionario dell'antiproibizionismo,non essendo questa la sede opportuna. Comunque nella mia memoria "Requiem..." rimane uno dei film più veri e belli che ho visto sul tema, nonostante non abbia apprezato allostesso modo il romanzo,rovinato forse da una traduzione troppo "cool"che non teneva conto delle differenti etnie ed età dei protagonisti.
Bob Arctor 15 prile 2009.
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joker 91
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mercoledì 22 dicembre 2010
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un capolavoro
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uno di quei pochi film che affronta l'argomento degnamente con una colonna sonora paurosa da parte di clint massel che è a dir poco fantastica. Il cast è di primo ordine,leto è bravo ma più di lui lo è la fantastica Jennifer connelly,la Burstyn è incredibile. Un film crudo,reale ed recitato benissimo in ogni parte, Aronofsky inizia a farsi conoscere alla grande culminando alla grande poi con The Wrestler che lo consacra. Da vedere e rivedere
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r. y.
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domenica 6 marzo 2011
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il vero volto della droga e del "sogno americano"
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Un capolavoro crudo come deve essere. Il vero volto della dipendenza, ma non tanto della droga quanto delle false speranze, della vecchiaia, del sogno americano, della prostituzione ed infine della droga che altro non è che un mezzo. L'assenza e l'essenza, l'assenza della primavera e l'essenza della cruda realtà. Un film e una colonna sonora forti, crudi e strazianti, un capolavoro.
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