Qualunquemente |
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Un film di Giulio Manfredonia.
Con Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano.
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Commedia,
durata 96 min.
- Italia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 21 gennaio 2011.
MYMONETRO
Qualunquemente
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Cetto La Qualunque colpisce ancora! Riso amaro.di chiarialessandroFeedback: 3377 | altri commenti e recensioni di chiarialessandro |
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mercoledì 26 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Albanese e Manfredonia sono (nei rispettivi campi di attore e regista) decisamente versatili e lo dimostrano opere come “E’ già ieri” (in cui il primo interpreta la parte di un personaggio straniato ed il secondo ci regala la visionarietà di un film dalla bellezza abbacinante nella sua delicatezza narrativa), “La seconda notte di nozze” (dove Antonio incarna un dolcissimo sognatore tenacemente arrampicato sui suoi cirri), “Giorni e nuvole” (nel quale sempre lui mostra la drammaticità del fallimento imprenditoriale e familiare), “Questione di cuore” (entro cui riesce a coniugare magistralmente paranoia e virile amicizia) o “Si può fare” (esilarante commedia di Giulio dalla quale, chi porta la testa sulle spalle non solo perché testa e spalle sono collegate, non può uscire senza porsi delle domande). Che cosa ci si poteva aspettare da un tale connubio? Nient’altro che “Qualunquemente”, feroce, cruda, realistica, scoppiettante e devastante satira, riflesso di quella realtà in cui siamo immersi e restiamo in apnea, caleidoscopico e premonitore affresco del mondo circostante, sintesi degli italici vizi (virtù, ad onor del vero, se ne vedono pochine); il tutto incastonato in un meraviglioso e difficile equilibrio tra grottesco, comico e drammatico nonché cesellato grazie ad una infinita serie di battute ed inquadrature, di alcune delle quali è impossibile non fare almeno un cenno per dare un’idea di ciò che attende lo spettatore: il razzismo dichiarato e la concezione della donna oggetto (l’amante che non viene chiamata per nome ma solo e sempre “cosa”) usata esclusivamente per il raggiungimento del piacere sessuale, da soli o nel corso di qualche piccola ed innocente orgetta con amici; l’importanza dell’apparenza nelle relazioni sociali (non a caso viene chiamato il consulente – consigliere che condurrà alla vittoria o si inizia a frequentare la chiesa); il disprezzo totale per le leggi e le regole (mai pagare le tasse!); la raccomandazione eletta a criterio di vita (parentopoli); il ribaltamento di ciò che dovrebbe essere unanimemente acclarato (quando Cetto, in chiesa, comincia a parlare al cellulare non pensa di essere lui ad infastidire fedeli e sacerdote bensì che sia il prete a dargli fastidio perché non smette di parlare); l’utilizzo strumentale degli anziani (la vecchietta abbandonata per strada perché commette l’errore di confidare che non avrebbe votato per lui); la piaga dei voti comprati con i soldi; il fastidio che creano i poveri quando sperano (o addirittura osano chiedere) di poter avere qualcosa in più; la necessità del potere mediatico, che arriva ad annullare i nemici; la farsa delle false promesse elettorali….. E chi più ne ha più ne metta; il frullatore è pronto per girare ancora!
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