Anno | 2021 |
Genere | Documentario |
Produzione | Paesi Bassi |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Eefje Blankevoort, Els van Driel |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 9 novembre 2022
Il lungo viaggio intrapreso da migliaia di rifugiati, sfidando qualunque condizione atmosferica per superare le frontiere.
CONSIGLIATO SÌ
|
Le regole del "gioco" sono semplici: chi sopravvive vince, chi rimane un'ombra, chi sfugge alla polizia e in definitiva chi supera la linea di confine, vince. In caso contrario si perde, a volte solo tornando al punto di partenza, in altri casi la sorte è ben peggiore. "It's do or die", agire o morire. Il "gioco" di cui parlano i protagonisti del documentario Shadow Game è un macabro termine largamente diffuso tra i migranti per riferirsi alla rischiosa azione di passare da un paese all' altro, attraversando i controllatissimi confini europei. Davanti alla telecamera non c'è motivo di nascondere le regole, i giocatori conoscono il rischio che affrontano e raccontano di vita e morte senza paura, ridendo e scherzando, affascinati dagli ostacoli che hanno superato e quelli che progettano di lasciarsi alle spalle, apparentemente sprezzanti del pericolo ma pienamente consapevoli dei chilometri che hanno percorso.
Shadow Game raccoglie le testimonianze di giovanissimi migranti, alternando interviste, video dei loro profili social e telefonate con amici e famiglia.
Tra il "gioco" del treno merci, del container, del taxi e soprattutto quello del cammino, i migranti fanno da guida allo spettatore raccontando la faccia di un'Europa nascosta, pericolosa e inospitale. La violenza delle guardie di frontiera, armate e non estranee a metodi di tortura si sovrappone nel loro racconto alla durezza della natura e dei fenomeni atmosferici, la rabbia e la violenza nei peggiori casi nasce tra i migranti stessi. Provare a passare un confine è un'impresa che comporta attese e tentativi ripetuti, fino al raggiungimento del proprio scopo possono passare anni e decine di fallimenti. Cercare di superarne molteplici significa sacrificare anni ed anni, talvolta l'interezza della propria infanzia o gioventù. La vita, impossibile dimenticarlo, si rischia sempre. Affidare parte del racconto alle riprese dei cellulari dei ragazzi, conferisce una visione più intima e personale al viaggio, i telefoni rappresentano l'unico mezzo per comunicare oltre le frontiere, il mezzo migliore per trovare la strada e per documentare la propria odissea, soprattutto l'unico per rimanere in contatto con la propria famiglia e paese. Durante il viaggio gli ostacoli e le difficoltà colpiscono senza sosta chi viaggia e bambini in pochi mesi si ritrovano trasformati, già adulti, unici responsabili della propria sopravvivenza. Chi prima recitava il ruolo del figlio si trova di colpo a svolgere quello di padre. Per orgoglio e per amore crea una facciata celando la povertà della propria quotidianità ai propri genitori, lontani chilometri. Mentire e rassicurare chi si preoccupa è per loro naturale, come lo è celare la propria paura dietro a un sorriso mentre si filmano nascosti con la polizia di confine alle spalle e i cani all'inseguimento.
Saltando da storia in storia il progetto di Eefje Blankevoort e Els van Driel mostra egregiamente la crudeltà delle forze dell'ordine che si scagliano armate e violente contro minorenni come se fossero pericolosi criminali ma cogliendo simultaneamente anche i cambiamenti che subiscono le vite dei giovani migranti, i quali, esposti a contesti sempre in cambiamento, pronti a subire e vivere violenze e dolore, rimanendo ancora legati a una ingenuità infantile, sono in grado di trasformare un crudele viaggio che sfida la morte in un gioco documentato tra video su TikTok e vari social.
Il “gioco” di cui parlano i protagonisti del documentario Shadow Game è un macabro termine largamente diffuso tra i migranti per riferirsi alla rischiosa azione di passare da un paese all’altro, attraversando i controllatissimi confini europei. Davanti alla telecamera non c’è motivo di nascondere le regole, i giocatori conoscono il rischio che affrontano e raccontano di vita e morte senza paura, ridendo e scherzando, affascinati dagli ostacoli che hanno superato e quelli che progettano di lasciarsi alle spalle, apparentemente sprezzanti del pericolo ma pienamente consapevoli dei chilometri che hanno percorso.
Saltando da storia in storia il progetto di Eefje Blankevoort e Els van Driel mostra egregiamente la crudeltà delle forze dell’ordine che si scagliano armate e violente contro minorenni come se fossero pericolosi criminali ma cogliendo simultaneamente anche i cambiamenti che subiscono le vite dei giovani migranti, i quali, esposti a contesti sempre in cambiamento, pronti a subire e vivere violenze e dolore, rimanendo ancora legati a una ingenuità infantile, sono in grado di trasformare un crudele viaggio che sfida la morte in un gioco documentato tra video su TikTok e vari social.