No Man's Land

Film 2020 | Drammatico, Guerra, Thriller

Regia di Oded Ruskin. Una serie con James Krishna Floyd, Félix Moati, Mélanie Thierry, James Purefoy, François Caron. Cast completo Genere Drammatico, Guerra, Thriller - Francia, Israele, Belgio, 2020, Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento giovedì 29 ottobre 2020

Durante il conflitto siriano, un francese cerca la sua presunta sorella morta insieme a combattenti curdi.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Il teatro di guerra siriano diventata il palcoscenico delle fragilità e delle idee di sette personaggi.
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 29 ottobre 2020
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 29 ottobre 2020

Parigi, 2014. Nel filmato di un attentato ai militari curdi impegnati in Siria contro l'Isis, il trentenne Antoine crede di riconoscere la sorella maggiore Anna, archeologa fuggita tempo prima in Egitto e data per morta in un'esplosione. Antoine parte per la Siria e seguendo le tracce della sorella viene catturato da una squadra della milizia popolare curda. La guerra contro l'Isis, nel quale militano fra gli altri tre ragazzi inglesi radicalizzati, spinge poco alla volta Antoine ad imbracciare anch'egli le armi, convinto da combattenti come la franco-curda Sarya e dagli indizi che lo avvicinano ad Anna. Ma perché la sorella era andata in Egitto? E chi c'era dietro il suo coinvolgimento in un caso di spionaggio internazionale? È forse lo stesso agente che controlla uno dei tre jihadisti inglesi?

Nel cuore del conflitto fra Isis e YPJ, le vicende di cinque foreign fighters s'intrecciano per far emergere, tra flashback e scontri cruenti, le illusioni di una generazione di europei coinvolti in un mondo del quale non colgono la complessità.

Tutto parte da un gesto delle mani che legano i capelli, visto di sfuggita alla tv e relegato nel fondo campo di un'esplosione: un elemento molto cinematografico, per una serie che forse non a caso trova i suoi momenti migliori nelle scene d'azione, nelle battaglie tra le colline brulle della provincia siriana contesa fra miliziani dello Stato islamico e soldatesse curde, negli assalti notturni illuminati dal bagliore degli spari, negli scontri corpo a corpo.

No Man's Land, ideata da Amit Cohen, Ron Leshem, Eitan Mansuri e Maria Feldman, non bada troppo alla credibilità dell'intreccio, ma preferisce usare il teatro di guerra siriano come un palcoscenico sul quale convergono le storie dei sette personaggi protagonisti. Seguendo i percorsi individuali con flashback e singoli episodi tiene fuori dal quadro qualsiasi implicazione politica e militare e si concentra piuttosto sulla natura dei combattenti, il loro passato e le loro colpe. Nel corso della serie non si parla quasi mai di strategie, la geografia rimane piuttosto vaga (d'altronde nei titoli di testa si vede un'animazione digitale con una macchia nera che si allarga al confine tra Siria e Turchia, la terra di nessuno del titolo) e la facilità con cui i destini arrivano a intrecciarsi (con il classico agente-burattinaio che regge i fili in modo improbabile) rimanda a una dimensione più introspettiva che storica.

No Man's Land non è Homeland, non ne possiede la complessità narrativa e la spettacolarità, per quanto la figura dell'ex archeologa coinvolta dai servizi segreti interpretata da Mélanie Thierry possa ricordare Carrie Mathison. Non è nemmeno Teheran, la recente serie israeliana, in onda su AppleTV, sull'agente del Mossad infiltrata nel programma nucleare iraniano, rispetto alla quale manca di sostanza politica e complessità ideologica nonostante i tanti temi in comune. Piuttosto, la vera guerra raccontata negli otto episodi della serie (che passano dalla Siria a Parigi, dal Cairo all'Iran e alla campagna inglese) è quella che unisce e divide i foreign fighters dell'uno e dell'altro schieramento, tutti con il loro portato di ragioni e illusioni: le ragioni sentimentali di Anna, il senso di colpa di Antoine, le illusioni dei tre jihadisti inglesi, il tradimento di uno di loro, l'identità lacerata di Sarya...

E se in questi anni le milizie femminili curde sono state al centro di diversi film (ad esempio, Gulîstan, Land of Roses di Zaynê Akyol o Les filles du soleil di Eva Husson), sempre sostenute dall'opinione pubblica per la novità della proposta politica e il sacrificio compiuto per l'occidente, la scelta narrativa più efficace di No Man's Land consiste nel focalizzarsi, non tanto sulla follia oscura dello Stato islamico, ma sui volti, sulle idee, sulle fragilità dei suoi miliziani, che per una volta hanno un volto e un nome.

È un po' meno giustificabile che al centro di un conflitto medio-orientale ci siano soprattutto (per non dire solo) personaggi europei e americani, con i protagonisti curdi e siriani lasciati ai margini della storia: ma è il prezzo da pagare per una produzione franco-belga-israeliana che non può e non sa guardare alla realtà senza uno sguardo da privilegiati.

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giovedì 29 ottobre 2020
 

Durante il conflitto siriano, un francese cerca la sua presunta sorella morta insieme a combattenti curdi. Vai all'articolo »

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