Ma cosa ci dice il cervello |
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Un film di Riccardo Milani.
Con Paola Cortellesi, Stefano Fresi, Tomas Arana, Teco Celio.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 98 min.
- Italia 2019.
- Vision Distribution
uscita giovedì 18 aprile 2019.
MYMONETRO
Ma cosa ci dice il cervello
valutazione media:
2,39
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una doppia identità che combatte il populismo
di Emiliano Morreale La Repubblica
Il punto di forza dei film di Milani con Paola Cortellesi, ciò che ha portato al trionfo col pubblico fino a Come un gatto in tangenziale, è stato probabilmente la volontà di rimanere a contatto con la realtà sociale, di fare commedie di costume che sapessero intercettare nodi del nostro presente, come un tempo la nostra commedia faceva, e oggi non fa quasi quasi più. In apparenza, il loro ultimo film sembra allontanarsi da questo schema, raccontando di una madre separata che sembra svolgere un noioso impiego al ministero, ma in realtà è un agente segreto impegnato in imprese spettacolari e pericolose. Una commistione tra commedia e action movie, sul modello di film americani come True Lies, che poteva essere comunque un tentativo di aggiornare e innovare le formule del genere (tra l'altro con un impegno produttivo non indifferente). Ma la trovata della doppia identità è solo la prima del film, che più o meno a metà ne riserva un'altra. Dopo aver incontrato alcuni ex compagni di liceo, tutti vittime dell'arroganza e della maleducazione diffusa, la protagonista decide di sfruttare le proprie competenze per "rieducare" alcuni reprobi: genitori che aggrediscono gli allenatori dei figli, manager che maltrattano le hostess, ragazzi che umiliano i professori... Dunque, tra commedie fatte con mezza o nessuna idea, questa ne ha addirittura due. In più, questa seconda svolta fa rientrare sui binari dell'osservazione dell'Italia di oggi, che era il punto di forza dei titoli precedenti. Ed è lì, in effetti, che si trovano le cose più divertenti del film, e la sua morale, che stigmatizza il micidiale connubio populista tra egoismo sociale e pretesa che chiunque si possa improvvisare medico, allenatore (o economista, o politico). L'insieme fila, anche se a tratti le due linee narrative un po' si rallentano reciprocamente; la sceneggiatura ha notazioni acute, come l'idea che l'adolescente bullo non sia un sottoproletario, ma il rampollo di una famiglia borghese e magari colta. Cortellesi mette a frutto la sua vena di trasformista con mille travestimenti, appoggiandosi anche a una serie di "spalle" forti: ricordiamo almeno Lucia Mascino, Paola Minaccioni e Ricky Memphis.
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