ninoraffa
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martedì 27 marzo 2018
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il secondo peccato originale
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Donna chiacchierata, Maria Maddalena. Una quindicina di passi evangelici riferiscono che Gesù la liberò da sette spiriti, e lei Lo seguì. Il Venerdì Santo fu tra i pochi coraggiosi – quasi tutte donne – a stare sotto la Croce; assistette alla deposizione nel sepolcro; la Domenica successiva uscì prestissimo per andare alla tomba, trovandola vuota. Poco dopo fu la prima a incontrare e parlare al Risorto chiamandolo Rabbunì, Maestro mio.
Su questi elementi sorse la figura della Maddalena, di sicuro ex prostituta, forse la stessa che lavò i piedi a Gesù con le lacrime e quindi li cosparse di olio prezioso, forse sorella di Lazzaro e Marta di Betania; persino moglie di Gesù secondo gli gnostici, madre di una divina discendenza che si allunga nei secoli, per la delizia di tanta cine-letteratura contemporanea, entusiasta di Cavalieri Templari e Sacro Graal.
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Donna chiacchierata, Maria Maddalena. Una quindicina di passi evangelici riferiscono che Gesù la liberò da sette spiriti, e lei Lo seguì. Il Venerdì Santo fu tra i pochi coraggiosi – quasi tutte donne – a stare sotto la Croce; assistette alla deposizione nel sepolcro; la Domenica successiva uscì prestissimo per andare alla tomba, trovandola vuota. Poco dopo fu la prima a incontrare e parlare al Risorto chiamandolo Rabbunì, Maestro mio.
Su questi elementi sorse la figura della Maddalena, di sicuro ex prostituta, forse la stessa che lavò i piedi a Gesù con le lacrime e quindi li cosparse di olio prezioso, forse sorella di Lazzaro e Marta di Betania; persino moglie di Gesù secondo gli gnostici, madre di una divina discendenza che si allunga nei secoli, per la delizia di tanta cine-letteratura contemporanea, entusiasta di Cavalieri Templari e Sacro Graal.
Contro questa poderosa tradizione Garth Davis, in “Maria Maddalena”, ci mostra una giovane donna che vive con la famiglia sul lago di Tiberiade. Tira le reti insieme a sorelle e cugine senza gli uomini, rifiuta diversi matrimoni, va a pregare nella sinagoga sola e ad orari sconvenienti. Solo per questi motivi viene considerata un’indemoniata da esorcizzare nell’acqua senza troppi complimenti.
Negli ultimi mesi di predicazione Gesù capiterà da quelle parti, e lei non esiterà a seguirlo.
La bravissima Rooney Mara incarna una Maria Maddalena priva di malefatte da farsi perdonare; a parte quella di essere donna, naturalmente. Una discepola che sceglie Cristo liberamente, senza i debiti, gli scopi, le frustrazioni o i traumi di tutti gli altri. Una donna che in qualche modo Ne ha avvertito l’arrivo, con l’inquietudine interiore, col sentirsi fuori posto in famiglia, nel villaggio, nell’ordine sociale e nella religione del suo tempo.
Nel film Maddalena fa parte degli Apostoli e siede alla destra di Gesù, rappresentando l’anima spirituale della Chiesa nascente, contrapposta a un Pietro politico, insolito rispetto all’uomo semplice della tradizione. Il conflitto rimarrà latente fino al Golgota. Tre giorni dopo, Pietro e gli altri non corrono subito al sepolcro per accertarsi della resurrezione annunziata proprio da Maria, ma si affrettano a ridimensionare il suo ruolo. Morto Gesù – il vero rivoluzionario – torna l’ordine antico: la testimonianza – la parola – di una donna non ha valore legale, con le ovvie conseguenze per il suo ruolo e l’autorità all’interno della Chiesa.
Presto il costruendo impianto teologico-morale del cristianesimo ristabilirà certi ordini. “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie… E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.” – scriverà pochi decenni dopo San Paolo agli Efesini.
Rispetto ai racconti evangelici, il film presenta una Maria sovraesposta, che assorbe la figura di San Giovanni nel rapporto preferenziale con Gesù, assumendo nella comunità cristiana originaria quell’unica, eccezionale, rilevanza femminile di solito associata a Maria Santissima.
Sui generis anche Giuda Iscariota, semplice ed entusiasta, animato da pietose intime motivazioni, che punta sul rapido avvento del Regno per riunirsi a moglie e figlia morte di stenti sotto il rapace fisco romano. Il suo tradimento, affatto politico, sarà solo un calcolo sbagliato per sollecitare il Maestro a spalancare i cieli.
Forse meno riuscita la parte di Gesù. Bene una figura umana, dubbiosa del suo destino, fisicamente spossata dai miracoli che anticipano le sofferenze di Getsemani; ma rimane dubbia l’interpretazione di Joaquin Phoenix, poco efficace nel trasmettere l’empatia e lo slancio verso l’umanità, essenziali al Cristo.
Molti fatti non coincidono con i Vangeli ma queste licenze di varia importanza non guastano il senso del racconto. “Maria Maddalena” è un film sbilanciato e positivamente di parte nel dare voce alle donne che furono vicine a Gesù, fino alla Croce, e oltre. Persone a cui Lui diede dignità contro il pensiero del tempo, cancellando non solo il primo ma anche il secondo peccato originale: quello, appunto, di essere donna. Figure femminili, poi ridimensionate e normalizzate, di cui la pellicola evidenzia l’adesione completa al messaggio dell’amore, esaltando quell’anima mariana/francescana all’apparenza perdente in tutte le Chiese, che rimane comunque il fondamento del Cristianesimo nella storia e nelle coscienze.
Maria Maddalena – pescatrice o peccatrice – venne venerata Santa fin dalle origini, nel sesto secolo Papa Gregorio Magno le attribuì formalmente facili, sebbene ritrattati, costumi. Le sue presunte ossa, contrabbandate nel medioevo in Provenza, furono disperse dai furori anticlericali della Rivoluzione Francese, che pure avrebbe dovuto apprezzarne il supposto libertinaggio giovanile. Nel 2016 Papa Francesco finalmente le ha dato posto ufficiale tra gli Apostoli.
Nell’alto dei cieli questa ragazza ebrea avrà spesso sorriso al suo movimentato destino postumo. Magari accanto al suo amato Maestro. Rabbunì, come Lo chiamò, felice e sgomenta, quella lontanissima Domenica mattina.
L’ottimo film di Garth Davis ce ne consegna un nuovo ritratto; discutibile, ma più significativo di tante immaginette che in questi secoli le sono state cucite addosso.
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giajr
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venerdì 16 marzo 2018
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maria di magdala e giuda le storie vere
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Un film che fornisce una necessaria e doverosa rilettura della storia.
E proprio grazie a questa operazione di correzione, si rende necessaria un recensione impostata in modo diverso rispetto ad una tradizionale trattazione.
Simbologia pulita, fedele in ogni riferimento che ne consente l'introduzione di questa figura (la simbologia, appunto)...
Maria di Magdala la prima femminista del cristianesimo...
Maria di Magdala l'apostolo degli apostoli...
Giuda, un uomo sofferente ma buono.
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Un film che fornisce una necessaria e doverosa rilettura della storia.
E proprio grazie a questa operazione di correzione, si rende necessaria un recensione impostata in modo diverso rispetto ad una tradizionale trattazione.
Simbologia pulita, fedele in ogni riferimento che ne consente l'introduzione di questa figura (la simbologia, appunto)...
Maria di Magdala la prima femminista del cristianesimo...
Maria di Magdala l'apostolo degli apostoli...
Giuda, un uomo sofferente ma buono...
ANDIAMO CON ORDINE:
La società ebraica di quel tempo (33 Dopo Ctisto): un perfetto parallelismo con la società islamica/musulmana di oggi: la donna velata, la donna di proprietà del marito o del padre o dei fratelli con tutti gli usi ed abusi correlati...
Fu Gregorio Magno a definire Maria di Magdala, arbitrariamente, una prostituta ma studiando i Vangeli si cspisce che non è per niente così...
Maria è citata solo dodici volte nei Vangeli canonici e mai da Paolo.
Nel giugno 2016 Papa Francesco ha elevato il giorno della celebrazione di Maria di Magdala da “memoria” a “festa”, il medesimo trattamento che é riservato ai dodici apostoli. Il motivo di questa decisione risiede nella necessità di riflettere più profondamente sulla dignità della donna e rafforzarne il ruolo nella Chiesa e nella società; una donna che è stata apostola e già definita da Tommaso d’Aquino “apostola degli apostoli”.
Maria Magdalena non è la prostituta che bagna i piedi di Gesù con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli, lei è l'apostola di Gesù, la più forte e la più decisa.
Colei che aveva abbandonato la casa paterna ed i fratelli, venendo da loro ripudiata, in quanto non accettava di essere data in sposa all'uomo che loro avevano scelto per lei. Colei che non accettava che la donna fosse trattata come un oggetto senza Spirito.
I 12 versetti evangelici che narrano di Maria di Magdala non consentono certo la diffamazione che le aveva attribuito in modo totalmente errato Papa Gregorio Magno nel VI secolo e che ancora oggi nell'immaginario collettivo tutti ripetono.
Nel Vangelo di Luca 8,2-3, Maria di Magdala, detta Magdalena, era una donna benestante assuntasi il compito, insieme ad altre, di sostenere Gesù e i discepoli con i suoi beni come riconoscenza per essere stata guarita da una grave malattia a cui il Vangelo accenna dicendo che da lei «erano usciti sette demoni» (in realtà, si trattava delle crisi isteriche che la coglievano quando il padre ed i fratelli volevano imporle i mariti che sceglievano per lei).
Da allora Maria di Magdala seguì sempre Gesù, fino ai piedi della croce.
Gesù ebbe con lei un rapporto privilegiato, che ai nostri giorni ha ovviamente scatenato una serie di probabili ed umane conclusioni, ma che comunque nulla hanno a che fare con la pratica della prostituzione.
Nel II secolo nel Vangelo apocrifo di Filippo, è scritto (versetto 64): «La compagna del Figlio è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e spesso la baciava sulla bocca».
Il legame, seppur di grande affetto, di Gesù verso Magdalena è comprovato dal fatto che in tutti i quattro Vangeli canonici lei è sempre nominata per prima tra i pochi testimoni ai quali apparve il Risorto.
Nel Vangelo di Giovanni (20,16), nello struggente dialogo della mattina di Pasqua, Gesù il Risorto per farsi riconoscere la chiama per nome: “Maria!” e poi la manda ad annunciare la risurrezione agli apostoli consacrandola per l’appunto “apostola degli apostoli”, non senza il disappunto di Pietro che si domanda perché fosse stata scelta solo lei.
Questa è una delle scene finali del film.
E di Giuda Iscariota, figlio di Simone, che dire?
Giuda é stato l'apostolo più motivato, quello con la luce della speranza negli occhi... l'uomo di cui Gesù si fidava completamente, che gestiva le finanze di tutti gli apostoli.
L'uomo messo alla prova dalla sofferenza derivante dalla perdita della sua famiglia.
In Gesù, il suo seguace, cercava un segnale della vita eterna, la conferma che il Rabbi fosse l'unigenito figlio di Dio.
Povero Giuda...
Lui ha praticato il suo tradimento nella certezza che il Padre avrebbe comunque salvato suo figlio, Giuda ne era certo: nulla sarebbe successo!
Giuda é stato, tra tutti gli apostoli, il miglior compagno di Maria di Magdala e lei è stata capace di perdonarlo, così come il Rabbi andava insegnando.
Giuda, subito dopo la crocifissione di Gesù ed il perdono di Maria Magdalena, si uccide impiccandosi.
Il film di Garth Davis è un'opera sapiente, studiata, fedele ed armoniosa.
Fotografia, scenografie, inquadature e musiche sono eccellenti, fluide ed in perfetta combinazione tra loro.
Un film apparentemente lento, ma in realtà solamente riflessivo.
Veramente bravi gli attori ed il doppiaggio ineccepibile.
Una sola pecca: non è un film emozionante che non tocca nel profondo le corde del cuore. Peccato...
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[+] rivisitazione di un mal noto personaggio biblico
(di antoniomontefalcone)
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(di maramaldo)
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maumauroma
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sabato 24 marzo 2018
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maria maddalena
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Nel suo Maria Maddalena Garth Davis rievoca l' ultimo periodo della vita di Gesu' di Nazareth. E la sofferta parabola del Nazzareno viene filtrata attraverso la complessa figura di Maria di Magdala,il personaggio femminile forse piu' discusso dell' intero Nuovo Testamento. Donna generosa e pia seguace del Messia secondo i Vangeli Canonici, prostituta redenta, poi divenuta amante o addirittura moglie del Profeta secondo alcune testimonianze riportate negli Scritti Apocrifi. Fino a essere definita oggi Apostola tra gli Apostoli dalla Chiesa Cattolica. Nel suo film, Davis ci offre una Maria Maddalena per cosi dire protofemminista, che si rifiuta di sottostare alle imposizioni maschiliste del padre e dei parenti, e che nonostante le minacce, decide di seguire il Cristo, di cui certamente subisce il Carisma, abbracciando la sua dottrina, fino a essere testimone del suo Calvario e,forse, della sua Resurrezione.
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Nel suo Maria Maddalena Garth Davis rievoca l' ultimo periodo della vita di Gesu' di Nazareth. E la sofferta parabola del Nazzareno viene filtrata attraverso la complessa figura di Maria di Magdala,il personaggio femminile forse piu' discusso dell' intero Nuovo Testamento. Donna generosa e pia seguace del Messia secondo i Vangeli Canonici, prostituta redenta, poi divenuta amante o addirittura moglie del Profeta secondo alcune testimonianze riportate negli Scritti Apocrifi. Fino a essere definita oggi Apostola tra gli Apostoli dalla Chiesa Cattolica. Nel suo film, Davis ci offre una Maria Maddalena per cosi dire protofemminista, che si rifiuta di sottostare alle imposizioni maschiliste del padre e dei parenti, e che nonostante le minacce, decide di seguire il Cristo, di cui certamente subisce il Carisma, abbracciando la sua dottrina, fino a essere testimone del suo Calvario e,forse, della sua Resurrezione.
La pellicola del regista australiano risulta purtroppo molto deludente. Banalmente convenzionale e pedissequamente agiografico, il film si caratterizza per un ritmo di montaggio di una lentezza esasperante. I dialoghi sono quelli tipici di quasi tutti i lavori cinematografici inerenti la vita di Gesu', cioe' mettono in bocca ai personaggi, presumibilmente del tutto analfabeti, la tipica fraseologia evangelica, forbita, elegante e ricca di simbolismi trascendenti, quasi essi si sentissero gia' nei libri di storia o all' interno delle Sacre Scritture. Mediocre risulta anche la prova interpretativa di Rooney Mara e di Joaquin Phoenix.,La prima offre di Maria Maddalena un' immagine sbiadita, monocorde e poco espressiva, il secondo conferisce alla figura del Redentore un' impronta da santino-santone, un po' imbolsito e invecchiato, nonostante lo sguardo ceruleo che ogni tanto fulmina gli astanti. Credo che se non si hanno idee innovative da mettere su pellicola inerenti la vita di Gesu Cristo, forse sarebbe meglio non affrontare questo delicato argomento e pensare ad altro. Eppure in passato, anche se con risultati piu' o meno convincenti, alcuni registi almeno hanno tentato di seguire strade nuove per delineare la complessa figura del Messia. Da ricordare sicuramente Pasolini, con il suo bel Vangelo secondo Matteo, Damiani con l' interessante L' Inchiesta, Scorsese con il discusso L' ultima tentazione di Cristo. Perfino Mel Gibson, con la sua sanguinosa e violenta Passione ha cercato un percorso alternativo facendo parlare gli attori in aramaico.Peccato, una occasione persa
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flyanto
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giovedì 22 marzo 2018
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la vera storia di maria maddalena
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E' perfettamente plausibile che in periodo pasquale escano nelle sale cinematografiche pellicole concernenti temi legati alla religione Cristiana ed alle Sacre Scritture ed ora è la volta di "Maria Maddalena".
La storia di questo controverso personaggio della Bibbia viene molto ben dettagliatamente raccontata in questo film, ribaltando l'iconografia classica di questa donna, ritenuta per lo più una peccatrice che Cristo perdona per la sua promiscuità.
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E' perfettamente plausibile che in periodo pasquale escano nelle sale cinematografiche pellicole concernenti temi legati alla religione Cristiana ed alle Sacre Scritture ed ora è la volta di "Maria Maddalena".
La storia di questo controverso personaggio della Bibbia viene molto ben dettagliatamente raccontata in questo film, ribaltando l'iconografia classica di questa donna, ritenuta per lo più una peccatrice che Cristo perdona per la sua promiscuità. Invece, come si evince dalla storia rappresentata sullo schermo, ella è stata una delle prime donne apostoli che, affascinata dalla figura di Gesù Cristo, ha abbandonato la propria famiglia, ribellandosi alla volontà del padre che, com'era consuetudine, l'aveva già promessa in sposa ad un uomo, al fine di seguire il Messia e diffondere, insieme agli altri compagni il Verbo del Redentore e dispensare opere di carità ai bisognosi. E' stata anche colei che, insieme alla Madonna, ha scoperto per prima il corpo di Nostro Signore risorto.
Pellicola, dunque, estremamente interessante e molto ben girata con una fotografia alquanto suggestiva in luoghi altrettanto intensi ed affascinanti che riproducono in maniera precisa quelli in cui, si pensa, siano avvenuti gli importatni insegnamenti legati alla figura di Cristo. L'attrice Rooney Mara impersona molto efficacemente Maria Maddalena e, con la sua figura esile ed il suo volto di una bellezza esteticamente raffinata ben incarna la rivisitazione di questo singolare e mal conosciuto personaggio biblico. L'andamento della sua evoluzione è lento ma quanto mai confacente alla tipologia della materia che si sta narrando e, di conseguenza,atto anche ad immergere lentamente lo spettatore in un'atmosfera sacra e religiosa.
Consigliabile a chi è interessato ad argomenti biblici.
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carloalberto
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giovedì 22 marzo 2018
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tentativo fallito
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Garth Davis dirige l’ennesimo film sul Cristo, assumendo però, come novità, il punto di vista di Maria Maddalena, Rooney Mara, che dovrebbe, almeno nelle intenzioni dell’autore, risultare la cooprotagonista, non solo del plot narrativo, ma addirittura della storia sacra narrata nei Vangeli. Ardita e velleitaria aspirazione. Ovviamente, quando il protagonista è Dio è difficile, anzi impossibile, decentrarne la posizione e nonostante si cerchi di sminuirlo ed umanizzarlo fino a renderlo, nell’interpretazione, occorre sottolineare, coerente di Joaquin Phoenix, uomo tra gli uomini, senza nessun carisma soprannaturale, il Cristo non può che rimanere il protagonista assoluto in una storia sacra che è radicata da millenni nella cultura occidentale e nella coscienza di ciascuno di noi, che, detto crocianamente, non può non dirsi cristiano.
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Garth Davis dirige l’ennesimo film sul Cristo, assumendo però, come novità, il punto di vista di Maria Maddalena, Rooney Mara, che dovrebbe, almeno nelle intenzioni dell’autore, risultare la cooprotagonista, non solo del plot narrativo, ma addirittura della storia sacra narrata nei Vangeli. Ardita e velleitaria aspirazione. Ovviamente, quando il protagonista è Dio è difficile, anzi impossibile, decentrarne la posizione e nonostante si cerchi di sminuirlo ed umanizzarlo fino a renderlo, nell’interpretazione, occorre sottolineare, coerente di Joaquin Phoenix, uomo tra gli uomini, senza nessun carisma soprannaturale, il Cristo non può che rimanere il protagonista assoluto in una storia sacra che è radicata da millenni nella cultura occidentale e nella coscienza di ciascuno di noi, che, detto crocianamente, non può non dirsi cristiano. Il confronto con Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini è inevitabile per la scelta della identica location, i sassi di Matera, ma le analogie si fermano qui. Il paragone sarebbe impietoso. Quello è un capolavoro assoluto, il film più bello realizzato sulla figura del Messia. Questo è un tentativo fallito di raccontare la stessa storia in modo diverso incentrando il racconto sul personaggio della Maddalena, con un approccio forse politicamente corretto ma sbagliato concettualmente. La voce di Enrico Maria Salerno rimarrà per sempre la voce del Cristo cinematografico, mentre qui il doppiatore biascica, farfuglia, sibila, accentuando la figura di un Cristo minore, al cospetto di una Maria Maddalena sicura di sé, algida e nobile eroina, quasi antesignana di Ingrid Bergman nella Giovanna d’Arco di Fleming del ’48, che sopravanza per fede e per intelligenza gli apostoli, ridotti a uomini rozzi che hanno travisato completamente il messaggio cristiano. Un film da archiviare o nella migliore delle ipotesi una pietra di paragone in negativo per futuri tentativi, meno maldestri e superficiali, di rivisitare la storia sacra in modo originale.
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federico
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giovedì 22 marzo 2018
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incito a vederlo ... e mie riflessioni ..
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Innanzitutto, premetto, non lasciatevi influenzare da chi vuole farvi credere che il film in questione costituisca una bandiera del femminismo, utilizzando come vessillo il sublime e carismatico personaggio di Maria Maddalena. L'inferiorità della donna nei confronti dell'uomo, era cultura per l'epoca e l'atteggiamento di rivalsa da lei espresso, riscontrabile in alcune scene, è giustificato dal suo stesso carisma e ne sottolinea il ruolo di autentica apostola del Cristo.
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Innanzitutto, premetto, non lasciatevi influenzare da chi vuole farvi credere che il film in questione costituisca una bandiera del femminismo, utilizzando come vessillo il sublime e carismatico personaggio di Maria Maddalena. L'inferiorità della donna nei confronti dell'uomo, era cultura per l'epoca e l'atteggiamento di rivalsa da lei espresso, riscontrabile in alcune scene, è giustificato dal suo stesso carisma e ne sottolinea il ruolo di autentica apostola del Cristo. Il film è sintetico al punto giusto, riguardo l'esposizione dei fatti. Tale sintesi, tralasciando i fatti particolari della passione di Cristo, permette di concentrare l'attenzione sul significato teologico, cioè sul senso profondo e complesso del perdono, dell'amore e della misericordia, come uniche armi per ottenere giustizia e pace interiore. Queste le caratteristiche della struttura trascendentale, identificabile con il regno di Dio. Il comportamento essenziale dell'uomo, secondo le suddette caratteristiche, già permette la realizzazione di tale Regno, qui sulla terra.I personaggi del film sono realistici, visi non belli all'estremo come è caratteristico di un certo vecchio stile cinematografico Holliwoodiano.Nel film Pietro è rappresentato da un uomo di pelle nera con denti storti e macchiati come a voler sottolineare il realismo del personaggio;ciò, in relazione al contesto storico, marca l'efficacia del significato teologico.Curiosa è l'alienazione da certi schemi di trama: notare il contesto del suicidio di Giuda.Individuato anche un riferimento ai vangeli apocrifi, nella scena che descrive, con veridicità, la paternità di Pietro. Ciò linteressa perchè conferisce un ulteriore valore agli scritti gnostici, rendendo loro giustizia. Un plauso merita il regista per aver precisato, nelle righe che compaiono a fine film, che Maria Maddalena non fu affatto una prostituta; definirla tale fu un ignobile e volgare atteggiamento di un vecchio papa di cui non ricordo e non voglio ricordare il nome. La Chiesa ha smentito questa calunnia nei confronti di Maria Maddalena,rifacendosi ai reali contenuti delle Scritture.Questo film, in maniera concordante con i contenuti delle Sacre Scritture, dimostra la legittimità dell'apertura della chiesa al sacerdozio femminile.
Federico Canziani (Bergamo)
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michelecamero
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giovedì 29 marzo 2018
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maria maddalena finalmente riabilitata
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Un film riuscito, l’ennesimo su quella che universalmente è riconosciuta come la più bella storia mai raccontata, quella di Gesù, che questa volta si incrocia con la storia di Maria di Magdala la quale finalmente esce dalla narrazione tradizionale ed iconografica che l’ha sempre trattata non bene, per mostrarsi in quella riabilitata dal Vaticano un paio di anni fa. Cioè una donna moderna, quasi una pre – femminista ma anche una che precorre i tempi di una Santa Chiara la quale si sottrae al volere della famiglia che l’avrebbe voluta sposa e madre per seguire la propria vocazione ed il proprio destino, attratta dal Verbo del Signore.
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Un film riuscito, l’ennesimo su quella che universalmente è riconosciuta come la più bella storia mai raccontata, quella di Gesù, che questa volta si incrocia con la storia di Maria di Magdala la quale finalmente esce dalla narrazione tradizionale ed iconografica che l’ha sempre trattata non bene, per mostrarsi in quella riabilitata dal Vaticano un paio di anni fa. Cioè una donna moderna, quasi una pre – femminista ma anche una che precorre i tempi di una Santa Chiara la quale si sottrae al volere della famiglia che l’avrebbe voluta sposa e madre per seguire la propria vocazione ed il proprio destino, attratta dal Verbo del Signore. Si unisce a Lui per divenire una degli apostoli di Gesù, testimone della sua Resurrezione, consolatrice degli ammalati cui porta conforto facendo da esempio agli altri compagni di viaggio del Messia. Interessante e nuova anche la lettura delle motivazioni del tradimento di Giuda, che dunque risulta almeno parzialmente riabilitato e di rilievo il soffermarsi sugli equivoci degli atteggiamenti degli Apostoli, cui non è chiaro il vero disegno di Gesù robabilmente convinti, fino alla rivelazione successiva alla Crocefissione, che “il Guaritore” fosse quel Messia atteso dagli Ebrei per la rivoluzione mirata a liberarsi dell’oppressione di Roma. Il film sorvola su quegli aspetti della cronaca arcinoti (il processo, la condanna, la figura di Ponzio Pilato, l’opzione con Barabba, la stessa Via Crucis) e si fa notare anche per aver evitato immagini cruente di facile presa ma che si sarebbero rivelate fuori luogo per quelli che erano i veri intenti degli autori. Di rilievo le due interpretazioni di Rooney Mara e Joaquin Phoenix, rispettivamente Maria Maddalena e Gesù.
michelecamero
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fabio_66
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giovedì 5 aprile 2018
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ottimo spunto... deraglia nel finale
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Avevo molte aspettative, dico la verità. E di idee ce n'erano molte
Investigare sulla Maddalena, la vocazione al femminile a seguire un uomo in un ambiente di uomini e in un epoca in cui la donna non aveva libertà di movimento; l'Amore puro.
Nei vangeli se ne parla poco, ma si intuisce il ruolo importante, se non altro perchè presente nei momenti cruciali... e allora... poteva essere intrigante immaginare con la sensibilità di oggi quel che i Vangeli non potevano dire.
Soggetto centrato pienamente nella prima parte, la vita prima, la vocazione, la fuga da casa, la testimonianza da donna, il rapporto con gli apostoli. supportato anche da una grande interpretazione ed anche dallo stile lento e asciutto, che non mi disturbava.
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Avevo molte aspettative, dico la verità. E di idee ce n'erano molte
Investigare sulla Maddalena, la vocazione al femminile a seguire un uomo in un ambiente di uomini e in un epoca in cui la donna non aveva libertà di movimento; l'Amore puro.
Nei vangeli se ne parla poco, ma si intuisce il ruolo importante, se non altro perchè presente nei momenti cruciali... e allora... poteva essere intrigante immaginare con la sensibilità di oggi quel che i Vangeli non potevano dire.
Soggetto centrato pienamente nella prima parte, la vita prima, la vocazione, la fuga da casa, la testimonianza da donna, il rapporto con gli apostoli. supportato anche da una grande interpretazione ed anche dallo stile lento e asciutto, che non mi disturbava.
Verso la fine la necessità forse ideologica di una professione femminista del "non starò in silenzio", attestata da vangeli apocrifi ortodossi, ma non presente nella sensibilità occidentale ha rotto l'incanto; tanto più da indugiare nella rottura con gli apostoli, mostrati inetti e ipocriti (e questo non lo dicono nemmeno i vangeli apocrifi).
Eppure ce n'erano ancora di cose da dire, il rapporto con Maria, con gli apostoli, la resurrezione, il dopo... tutto questo accantonato per il vessillo femminista e antistorico.
Il finale indispettisce certamente e non ti pemette di alzarti con un sorriso...e lascio il giudizio tagliente dato a voce alta da una mia sconosciuta vicina, durante i titoli di coda:
"certo che se prima di fare il film si leggevano il vangelo... gli veniva meglio!", lei non sapeva dei vangeli apocrifi... ma non ha tutti i torti...
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felicity
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martedì 5 febbraio 2019
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visivamente affascinante, ma superficiale
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Il film oscilla tra il già visto e l’inefficace, riscopre ancora una volta Matera come Gerusalemme, e mostra paesaggi riarsi e un’umanità immiserita dall’occupazione romana.
Senza trovare mai una strada che sia davvero la propria, il regista si concentra principalmente su campi lunghi e primi piani, vasti paesaggi e volti, animandosi soltanto nella raffigurazioni di scene di massa.
Poi forse troppo tardi ci si accorge di aver dedicato troppo tempo alla contemplazione di personaggi e location, delle eleganti tuniche di lino degli apostoli sbattute dal vento, degli sguardi sgranati e adoranti di Maria nei confronti di un Gesù perennemente assiso in solitudine tra le rocce a meditare.
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Il film oscilla tra il già visto e l’inefficace, riscopre ancora una volta Matera come Gerusalemme, e mostra paesaggi riarsi e un’umanità immiserita dall’occupazione romana.
Senza trovare mai una strada che sia davvero la propria, il regista si concentra principalmente su campi lunghi e primi piani, vasti paesaggi e volti, animandosi soltanto nella raffigurazioni di scene di massa.
Poi forse troppo tardi ci si accorge di aver dedicato troppo tempo alla contemplazione di personaggi e location, delle eleganti tuniche di lino degli apostoli sbattute dal vento, degli sguardi sgranati e adoranti di Maria nei confronti di un Gesù perennemente assiso in solitudine tra le rocce a meditare. Ecco allora che l’azione (ovvero il martirio, la passione) irrompe sulla scena, e il film taglia corto e accelera i tempi oltremisura.
Tanto è il desiderio di portare la storia di Gesù sul terreno del realismo che Maria Maddalena dipinge gli apostoli in attesa di una magia più che di un miracolo, li ritrae come dei boccaloni illusi che credono al regno dei cieli come un grande effetto speciale che deve materializzarsi da un momento all’altro pronunciando le parole magiche.
Solo la protagonista, chiaramente, sembra sommessamente aver capito di più.
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lucascialo
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domenica 8 aprile 2018
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la passione di maria maddalena
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Il regista emergente Garth Davis traspone la riabilitazione del personaggio evangelico di Maria Maddalena. Che nel '500 era stata bollata come una prostituta che poi aveva deciso di lasciare la sua vita e seguire Gesù, da Papa Gregorio I e così pensata fino ai giorni nostri. Nel 2016, Papa Francesco gli ridà una nuova luce, dando una nuova interpretazione delle Sacre Scritture: non una prostituta, dunque, bensì semplicemente, una donna che non voleva seguire gli obblighi impostigli dalla famiglia. In particolare, dal fratello maggiore. Il quale voleva darla come sposa ad un vedovo con figli. L'unico peccato di Maria di Magdala, quindi, era quello di voler essere una donna libera dalle imposizioni maschili.
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Il regista emergente Garth Davis traspone la riabilitazione del personaggio evangelico di Maria Maddalena. Che nel '500 era stata bollata come una prostituta che poi aveva deciso di lasciare la sua vita e seguire Gesù, da Papa Gregorio I e così pensata fino ai giorni nostri. Nel 2016, Papa Francesco gli ridà una nuova luce, dando una nuova interpretazione delle Sacre Scritture: non una prostituta, dunque, bensì semplicemente, una donna che non voleva seguire gli obblighi impostigli dalla famiglia. In particolare, dal fratello maggiore. Il quale voleva darla come sposa ad un vedovo con figli. L'unico peccato di Maria di Magdala, quindi, era quello di voler essere una donna libera dalle imposizioni maschili. Non un oggetto del padre e dei fratelli maggiori. E riuscirà a trovare la sua strada seguendo Gesù, che in quei giorni era di passaggio nella sua piccola cittadina Magdala. Il film è riuscito per intensità e potere comunicativo (su tutte forse la scena dei sopravvissuti di un villaggio depredato dai romani), mostrandoci una Maria Maddalena diversa rispetto a quanto insegnatoci fino ad oggi. Ma anche un Gesù più umano, impaurito dalla sorte che lo attende ma anche fortemente provato per i suoi poteri confidatigli da Dio. Ovviamente, gran parte del merito va ai due attori protagonisti, rispettivamente Rooney Mara e Joaquin Phoenix. I quali hanno confermato ancora una volta la propria duttilità e le proprie capacità camaleontiche in funzione del copione. Tra le poche pecche, sicuramente va annoverata la forzatura femminista del film. Che però in fondo cavalca la riabilitazione di cui sopra del Vaticano. Che forse ha voluto ripulire la figura di Maria Maddalena per dare più giustizia all'universo femminile ancora vilipeso e offeso dopo duemila anni da quelle vicende. In fondo però, anche se Maria Maddalena fosse stata una prostituta, poco sarebbe importato. Anzi, la sua scelta avrebbe avuto ancora più valore. Interessante poi la scelta di un Pietro di colore. Interpretato da un altrettanto in gamba Chiwetel Ejiofor. Anche qui scelta forse di natura sociologica, per contrastare un problema razziale ancora esistente. Ma qui siamo a giudicare il film e non le sacre scritture. Da sottolineare, infine, come la figura di Maria Maddalena riesca a mettere in secondo piano anche quella di Maria Vergine, madre di Cristo. Insomma, un nuovo film di Cristo che ci offre nuove prospettive e nuovi spunti di riflessione. Una figura che, in fondo, da laici o credenti, ne offre da Duemila anni.
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