Maria Maddalena |
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Un film di Garth Davis.
Con Rooney Mara, Joaquin Phoenix, Chiwetel Ejiofor, Tahar Rahim.
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Titolo originale Mary Magdalene.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 120 min.
- Gran Bretagna 2018.
- Universal Pictures
uscita giovedì 15 marzo 2018.
MYMONETRO
Maria Maddalena ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Tentativo fallitodi carloalbertoFeedback: 52711 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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giovedì 22 marzo 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Garth Davis dirige l’ennesimo film sul Cristo, assumendo però, come novità, il punto di vista di Maria Maddalena, Rooney Mara, che dovrebbe, almeno nelle intenzioni dell’autore, risultare la cooprotagonista, non solo del plot narrativo, ma addirittura della storia sacra narrata nei Vangeli. Ardita e velleitaria aspirazione. Ovviamente, quando il protagonista è Dio è difficile, anzi impossibile, decentrarne la posizione e nonostante si cerchi di sminuirlo ed umanizzarlo fino a renderlo, nell’interpretazione, occorre sottolineare, coerente di Joaquin Phoenix, uomo tra gli uomini, senza nessun carisma soprannaturale, il Cristo non può che rimanere il protagonista assoluto in una storia sacra che è radicata da millenni nella cultura occidentale e nella coscienza di ciascuno di noi, che, detto crocianamente, non può non dirsi cristiano. Il confronto con Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini è inevitabile per la scelta della identica location, i sassi di Matera, ma le analogie si fermano qui. Il paragone sarebbe impietoso. Quello è un capolavoro assoluto, il film più bello realizzato sulla figura del Messia. Questo è un tentativo fallito di raccontare la stessa storia in modo diverso incentrando il racconto sul personaggio della Maddalena, con un approccio forse politicamente corretto ma sbagliato concettualmente. La voce di Enrico Maria Salerno rimarrà per sempre la voce del Cristo cinematografico, mentre qui il doppiatore biascica, farfuglia, sibila, accentuando la figura di un Cristo minore, al cospetto di una Maria Maddalena sicura di sé, algida e nobile eroina, quasi antesignana di Ingrid Bergman nella Giovanna d’Arco di Fleming del ’48, che sopravanza per fede e per intelligenza gli apostoli, ridotti a uomini rozzi che hanno travisato completamente il messaggio cristiano. Un film da archiviare o nella migliore delle ipotesi una pietra di paragone in negativo per futuri tentativi, meno maldestri e superficiali, di rivisitare la storia sacra in modo originale.
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