CittàGiardino

Film 2018 | Documentario 54 min.

Anno2018
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Durata54 minuti
Regia diMarco Piccarreda
MYmonetro 2,77 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Marco Piccarreda. Un film Genere Documentario - Italia, 2018, durata 54 minuti. - MYmonetro 2,77 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 7 maggio 2018

Le distorsioni che trasformano la permanenza temporanea negli Help Center in un'odissea immobile dai contorni allucinati.

Consigliato sì!
2,77/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,04
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
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Cinema
Trailer
Un documentario che osserva e instilla anche nello spettatore una sensazione di vuoto che porta alla riflessione.
Recensione di Andreina Di Sanzo
lunedì 7 maggio 2018
Recensione di Andreina Di Sanzo
lunedì 7 maggio 2018

Il torpore, la sonnolenza delle lunghe giornate estive in cui il tempo è sospeso, campi assolati e la vegetazione arida. Poi le fabbriche, cattedrali nel deserto di una Sicilia che accoglie chi fugge dalla guerra, dalla disperazione in cerca di bagliori di speranza.

CittàGiardino di Marco Piccarreda e Gaia Formenti è un documentario presentato all'ultimo IsReal di Nuoro, il Festival di Cinema del Reale alla sua terza edizione; è un lavoro che cerca di catturare l'immobilità della tragedia.

Sei ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, sono fermi nel centro di accoglienza aspettando di essere riconosciuti come "rifugiati", lo status difficile da ottenere che viene deciso dopo una formale domanda di richiesta di protezione internazionale e il racconto del viaggio.

La noia e la frustrazione di non conoscere il proprio futuro, la propria destinazione, viene portata sullo schermo da un film che preferisce filmare la sospensione, i silenzi, i volti e i corpi dei ragazzi che esausti dall'attesa e dalla personale esperienza, passano molte ore a dormire, rifugiandosi nel sonno per eludere l'umiliazione. Vite abbandonate in un luogo fatiscente, terra di confine dove un signore locale fa da guardiano: chi improvvisa una palestra, chi vive una seconda vita grazie a un'app, chi si affida alla religione, solo uno di loro sembra più combattivo e vede nella fuga una possibile soluzione.

Il titolo del documentario di Piccarreda e Formenti ha sicuramente un'ironia e una sottigliezza che viene suggerita per descrivere la reale situazione di chi cerca rifugio nel nostro paese e non solo. Le città giardino si svilupparono all'inizio del '900, poi riprese anche da architetti come LeCorbusier, e volevano ricreare delle oasi verdi con complessi abitativi all'interno delle metropoli per evitare situazioni di degrado nel momento di maggiore sviluppo delle industrie. Quello che doveva emergere dalle città giardino era una commistione della vita metropolitana con i benefici della campagna.

Nel centro di accoglienza però, seppure circondato da un verde ormai ingiallito dalla calura estiva, il benessere utopico di quel progetto architettonico sembra essere lontano. I ragazzi sono in una bolla sospesa, mentono sul nome, forse sull'età, troppo giovani o troppo adulti per essere abbastanza convincenti. I registi li osservano nelle piccole attività quotidiane che li distraggono dal pensiero di non essere nessuno, in una terra che li mantiene ai margini, in un non-luogo abbandonato e lontano, mentre si accumulano le pile di tristi pranzi preconfezionati.

Più che suggerire una dialettica, CittàGiardino preferisce osservare e instillare anche nello spettatore quella sensazione di vuoto che possa poi generare una riflessione. Il documentario si mantiene a distanza, mancando forse di un po' di affondo, ma in ogni caso riuscendo a restituire una realtà che, nonostante il grande dibattito attuale, resta purtroppo ancora non conosciuta appieno.

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