barbarabaine
|
giovedì 18 gennaio 2018
|
l’insostenibile bellezza della collateralità
|
|
|
|
Una serie di banalità e di luoghi comuni sulla morte, il tempo e l’amore, ivi personificati da tre attori che, mai dimentichi del proprio ruolo, non riescono a coinvolgere lo spettatore, nonostante la profondità del tema trattato, il lutto e la difficoltà ad elaborarlo. Frasi a effetto, con il chiaro intento di strappare la lacrima facile, mancanza di ritmo, facce di circostanza e mancanza della necessaria introspezione psicologica, qui più che mai dovuta, pena rimanere a galla nel mare delle emozioni, laddove è invece richiesto il completo inabissarsi in esse, sono i punti dolenti di un film che non arriva al cuore. I motivi? Oltre ai citati, la recitazione, purtroppo priva del necessario sentimento, nonostante l’indubbia bravura degli interpreti che qui, stranamente, non innalzano la loro perfomance al di sopra del livello di una mera prosa scolastica.
[+]
Una serie di banalità e di luoghi comuni sulla morte, il tempo e l’amore, ivi personificati da tre attori che, mai dimentichi del proprio ruolo, non riescono a coinvolgere lo spettatore, nonostante la profondità del tema trattato, il lutto e la difficoltà ad elaborarlo. Frasi a effetto, con il chiaro intento di strappare la lacrima facile, mancanza di ritmo, facce di circostanza e mancanza della necessaria introspezione psicologica, qui più che mai dovuta, pena rimanere a galla nel mare delle emozioni, laddove è invece richiesto il completo inabissarsi in esse, sono i punti dolenti di un film che non arriva al cuore. I motivi? Oltre ai citati, la recitazione, purtroppo priva del necessario sentimento, nonostante l’indubbia bravura degli interpreti che qui, stranamente, non innalzano la loro perfomance al di sopra del livello di una mera prosa scolastica. Eccezion fatta per Kate Winslet, che fornisce una prova dignitosa, neanche il pur bravo Ed Norton, riesce ad andare oltre un’interpretazione banale e scontata, rimanendo insieme ai suoi colleghi imprigionato in una recitazione di maniera. Tra tutti si distingue, non certo in positivo, Keira Knightley, che con le sue smorfie insopportabili e gli ammiccamenti maliziosi, appare decisamente fuori luogo.
In questo calderone di buonismo e finta partecipazione alle disgrazie altrui, domina un’idea di fondo, quella della consolazione che può e deve seguire a un lutto, seppur devastante come la perdita di un figlio. L’espressione usata al riguardo, “bellezza collaterale”, tra l’altro non è spiegata a sufficienza, rimanendo sospesa nell’aria come un’entità astratta e di difficile attuazione per non dire impossibile. Di sicuro ne sanno qualcosa i genitori “orfani” di un figlio, per i quali il termine giusto è amputati, amputati di felicità fino alla fine dei loro giorni. E amputato appare anche questo film, amputato delle sue premesse ambiziose per non dire pretenziose laddove suggerisce una ricetta per combattere il dolore. In definitiva un film da non vedere e nell’ipotesi che si sia visto, da dimenticare il più in fretta possibile, cosa tra l’altro assolutamente probabilissima senza esercitare alcuno sforzo della psiche.
Una serie di banalità e di luoghi comuni sulla morte, il tempo e l’amore, ivi personificati da tre attori che, mai dimentichi del proprio ruolo, non riescono a coinvolgere lo spettatore, nonostante la profondità del tema trattato, il lutto e la difficoltà ad elaborarlo. Frasi a effetto, con il chiaro intento di strappare la lacrima facile, mancanza di ritmo, facce di circostanza e mancanza della necessaria introspezione psicologica, qui più che mai dovuta, pena rimanere a galla nel mare delle emozioni, laddove è invece richiesto il completo inabissarsi in esse, sono i punti dolenti di un film che non arriva al cuore. I motivi? Oltre ai citati, la recitazione, purtroppo priva del necessario sentimento, nonostante l’indubbia bravura degli interpreti che qui, stranamente, non innalzano la loro perfomance al di sopra del livello di una mera prosa scolastica. Eccezion fatta per Kate Winslet, che fornisce una prova dignitosa, neanche il pur bravo Ed Norton, riesce ad andare oltre un’interpretazione banale e scontata, rimanendo insieme ai suoi colleghi imprigionato in una recitazione di maniera. Tra tutti si distingue, non certo in positivo, Keira Knightley, che con le sue smorfie insopportabili e gli ammiccamenti maliziosi, appare decisamente fuori luogo.
In questo calderone di buonismo e finta partecipazione alle disgrazie altrui, domina un’idea di fondo, quella della consolazione che può e deve seguire a un lutto, seppur devastante come la perdita di un figlio. L’espressione usata al riguardo, “bellezza collaterale”, tra l’altro non è spiegata a sufficienza, rimanendo sospesa nell’aria come un’entità astratta e di difficile attuazione per non dire impossibile. Di sicuro ne sanno qualcosa i genitori “orfani” di un figlio, per i quali il termine giusto è amputati, amputati di felicità fino alla fine dei loro giorni. E amputato appare anche questo film, amputato delle sue premesse ambiziose per non dire pretenziose laddove suggerisce una ricetta per combattere il dolore. In definitiva un film da non vedere e nell’ipotesi che si sia visto, da dimenticare il più in fretta possibile, cosa tra l’altro assolutamente probabilissima senza esercitare alcuno sforzo della psiche.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a barbarabaine »
[ - ] lascia un commento a barbarabaine »
|
|
d'accordo? |
|
pandaemonio
|
giovedì 12 gennaio 2017
|
bruttezza collaterale
|
|
|
|
Il film è prevedibile in ogni sua articolazione, non si spinge mai al di fuori di cliché narrativi francamente eccessive, contornati da prestazioni cinematografiche mediocri. Una opera fortemente teatrale che però non riesca a rendere la carica espressiva del teatro e rimane ingrovigliata nel meccanismi di un cinema di basso livello. I personaggi sono disegnati con l'accetta, i ruoli sembrano presi in prestito da altri film. Nessuna prova degli attori mi ha convinto, in particolare la performance della Knightley l'ho trovata priva di senso. Si salvano ogni tanto sprazzi ironici inaspettati. A tratti il film è toccante, ma non basta prendere le emozioni degli spettatori per farne un buon film.
[+]
Il film è prevedibile in ogni sua articolazione, non si spinge mai al di fuori di cliché narrativi francamente eccessive, contornati da prestazioni cinematografiche mediocri. Una opera fortemente teatrale che però non riesca a rendere la carica espressiva del teatro e rimane ingrovigliata nel meccanismi di un cinema di basso livello. I personaggi sono disegnati con l'accetta, i ruoli sembrano presi in prestito da altri film. Nessuna prova degli attori mi ha convinto, in particolare la performance della Knightley l'ho trovata priva di senso. Si salvano ogni tanto sprazzi ironici inaspettati. A tratti il film è toccante, ma non basta prendere le emozioni degli spettatori per farne un buon film. Il finale sta a malapena in piedi nonostante l'abbia trovato come la parte più apprezzabile. Pretenzioso e anche troppo frettoloso nella narrazione complessivamente stereotipata. Nelle mani di altri sceneggiatori e di un altro regista questo film sarebbe potuto essere un grande prodotto, ma alla fine risulta essere un film che parla di Amore, Tempo e Morte senza un briciolo di poesia. Non raggiunge la sufficienza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pandaemonio »
[ - ] lascia un commento a pandaemonio »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
martedì 17 gennaio 2017
|
molto pathos ma non solo
|
|
|
|
"Collateral Beauty"non è un film larmoyant, nonostante il molto pathos, a iniziare da quello subito dal protagonista Will Smith, che "rimbalza"su tutti gli spettatori: improvvisamente ha perso la figlia di sei anni. Gli altri/le altre, coinvolti/e nella stessa azienda, da un lato temono di doverlo "sfiduciare", causa"pazzia"almeno temporanea, ma alcuni/e lo vogliono consolare-far ritornare in sé per mezzo di una recita in cui mettono in scena i tre elementi da lui evidenziati in un testo, considerato"delirante": L'amore, il tempo, la morte; dove, attenzione, possiamo intendere l'amore dialetticamente come"tesi", il tempo come"antitesi", la morte quale"sintesi"(non a caso il teatro dove provano si chiama"Hegel Theatre"-non è né potrebbe essere un"caso").
[+]
"Collateral Beauty"non è un film larmoyant, nonostante il molto pathos, a iniziare da quello subito dal protagonista Will Smith, che "rimbalza"su tutti gli spettatori: improvvisamente ha perso la figlia di sei anni. Gli altri/le altre, coinvolti/e nella stessa azienda, da un lato temono di doverlo "sfiduciare", causa"pazzia"almeno temporanea, ma alcuni/e lo vogliono consolare-far ritornare in sé per mezzo di una recita in cui mettono in scena i tre elementi da lui evidenziati in un testo, considerato"delirante": L'amore, il tempo, la morte; dove, attenzione, possiamo intendere l'amore dialetticamente come"tesi", il tempo come"antitesi", la morte quale"sintesi"(non a caso il teatro dove provano si chiama"Hegel Theatre"-non è né potrebbe essere un"caso"). Nello schema triadico(ma certo in forma dei tre spiriti dickensiani di"A Christmas Carol"e non caso tutta la vicenda si svolge nel periodo natalizio)possiamo rileggere le teorie di Herbert Marcuse("Eros and Civilisation") e di Norman O.Brown("The Life against the Death"), ma anche i frammenti giovanili di Hegel, che comunque trovano sviluppo nelle opere classiche del filosofo, a iniziare dalla"Fenomenologia dello spirito" . Magari queste interpretazioni possono apparire "eccessive", "forzate", dato che gli autori e il regista Frankel forse non sanno dell'esistenza delle opere citate(o ne conoscono solo il nome, come spesso avviene per le materie"umanistiche"negli States), ma supporre un"antecedente culturale", un"pre-testo teorico"non è che sia assolutamente fuorviante, perché il cinema si rifà pure/deve pure rifarsi a qualcosa. Cinema d'interni e da"camera", "Collateral"è comuqnue, quand me^me, la proposta di un mondo che sa riscattarsi, che sa ritrovarsi in una positività, magari non appariscente e particolarmente"straordinaria". Da vedere, da apprezzare, da criticare(nell'accezione etimologica del"distinguere"), il film si apprezza anche per la bravura degli/delle interpreti, a iniziare dallo stesso-spesso controverso-Will Smith a Helen Mirren a Edward Norton, a Kate Winslet, tutti(e)per carità a diversi livelli, intendo specificatamente in questo film. Film decisamente polisemico, non potrà essere letto da tutti allo stesso modo, ma qualcosa"darà-lascerà"a tutti/e El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
barbarabaine
|
giovedì 18 gennaio 2018
|
l’insostenibile bellezza della collateralità
|
|
|
|
Una serie di banalità e di luoghi comuni sulla morte, il tempo e l’amore, ivi personificati da tre attori che, mai dimentichi del proprio ruolo, non riescono a coinvolgere lo spettatore, nonostante la profondità del tema trattato, il lutto e la difficoltà ad elaborarlo. Frasi a effetto, con il chiaro intento di strappare la lacrima facile, mancanza di ritmo, facce di circostanza e mancanza della necessaria introspezione psicologica, qui più che mai dovuta, pena rimanere a galla nel mare delle emozioni, laddove è invece richiesto il completo inabissarsi in esse, sono i punti dolenti di un film che non arriva al cuore. I motivi? Oltre ai citati, la recitazione, purtroppo priva del necessario sentimento, nonostante l’indubbia bravura degli interpreti che qui, stranamente, non innalzano la loro perfomance al di sopra del livello di una mera prosa scolastica.
[+]
Una serie di banalità e di luoghi comuni sulla morte, il tempo e l’amore, ivi personificati da tre attori che, mai dimentichi del proprio ruolo, non riescono a coinvolgere lo spettatore, nonostante la profondità del tema trattato, il lutto e la difficoltà ad elaborarlo. Frasi a effetto, con il chiaro intento di strappare la lacrima facile, mancanza di ritmo, facce di circostanza e mancanza della necessaria introspezione psicologica, qui più che mai dovuta, pena rimanere a galla nel mare delle emozioni, laddove è invece richiesto il completo inabissarsi in esse, sono i punti dolenti di un film che non arriva al cuore. I motivi? Oltre ai citati, la recitazione, purtroppo priva del necessario sentimento, nonostante l’indubbia bravura degli interpreti che qui, stranamente, non innalzano la loro perfomance al di sopra del livello di una mera prosa scolastica. Eccezion fatta per Kate Winslet, che fornisce una prova dignitosa, neanche il pur bravo Ed Norton, riesce ad andare oltre un’interpretazione banale e scontata, rimanendo insieme ai suoi colleghi imprigionato in una recitazione di maniera. Tra tutti si distingue, non certo in positivo, Keira Knightley, che con le sue smorfie insopportabili e gli ammiccamenti maliziosi, appare decisamente fuori luogo.
In questo calderone di buonismo e finta partecipazione alle disgrazie altrui, domina un’idea di fondo, quella della consolazione che può e deve seguire a un lutto, seppur devastante come la perdita di un figlio. L’espressione usata al riguardo, “bellezza collaterale”, tra l’altro non è spiegata a sufficienza, rimanendo sospesa nell’aria come un’entità astratta e di difficile attuazione per non dire impossibile. Di sicuro ne sanno qualcosa i genitori “orfani” di un figlio, per i quali il termine giusto è amputati, amputati di felicità fino alla fine dei loro giorni. E amputato appare anche questo film, amputato delle sue premesse ambiziose per non dire pretenziose laddove suggerisce una ricetta per combattere il dolore. In definitiva un film da non vedere e nell’ipotesi che si sia visto, da dimenticare il più in fretta possibile, cosa tra l’altro assolutamente probabilissima senza esercitare alcuno sforzo della psiche.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a barbarabaine »
[ - ] lascia un commento a barbarabaine »
|
|
d'accordo? |
|
giorpost
|
venerdì 4 gennaio 2019
|
un dramma ben eseguito nel quale i figli avuti, persi o desiderati fungono da perno della storia
|
|
|
|
Howard Inlet gestisce un' importante agenzia di pubblicità nella New York dei nostri tempi, insieme ai fidati amici (e soci) With, Claire e Simon. Leader carismatico e principale azionista della società, dopo anni di successi sul lavoro come nel privato, subisce il più tremendo dei drammi possibili: perde sua figlia. A due anni di distanza dal lutto, Howard è ormai un uomo senza più scopi nella vita e preda della depressione che lo porta a trascurare affetti, se stesso e gli affari. Intanto With, anche suo migliore amico, vede allontanarsi sempre più sua figlia Allison che lo incolpa (con giusta ragione) della fine del matrimonio con sua mamma mentre Claire, scapola incallita impaurita dal tempo che corre, è alla disperata ricerca di un donatore che possa renderla madre dopo un accanito carrierismo e Simon, infine, sta combattendo in solitudine contro la malattia che lo ha colpito per la terza volta, perseguendo l'unico scopo rimastogli, ovvero non lasciare la sua famiglia nella fame.
[+]
Howard Inlet gestisce un' importante agenzia di pubblicità nella New York dei nostri tempi, insieme ai fidati amici (e soci) With, Claire e Simon. Leader carismatico e principale azionista della società, dopo anni di successi sul lavoro come nel privato, subisce il più tremendo dei drammi possibili: perde sua figlia. A due anni di distanza dal lutto, Howard è ormai un uomo senza più scopi nella vita e preda della depressione che lo porta a trascurare affetti, se stesso e gli affari. Intanto With, anche suo migliore amico, vede allontanarsi sempre più sua figlia Allison che lo incolpa (con giusta ragione) della fine del matrimonio con sua mamma mentre Claire, scapola incallita impaurita dal tempo che corre, è alla disperata ricerca di un donatore che possa renderla madre dopo un accanito carrierismo e Simon, infine, sta combattendo in solitudine contro la malattia che lo ha colpito per la terza volta, perseguendo l'unico scopo rimastogli, ovvero non lasciare la sua famiglia nella fame. L'azienda è infatti in enormi difficoltà economiche visto che i principali clienti erano contatti di Howard, ragion per cui i tre soci di minoranza puntano alla sua vendita, che però non può realizzarsi senza il consenso di quest'ultimo. With, inseguendo un'attrice di terz'ordine inspiegabilmente andata via da un casting, fa la conoscenza di un terzetto di teatranti di cui la medesima provinante fa parte: saranno loro ad ispirare l'intuizione che rivoluzionerà lentamente gli eventi, in una storia dove poco (o nulla) è come ci appare e nella quale i figli, avuti, persi o desiderati, ne sono il perno.
Collateral Beauty (USA, 2016) è un'opera appartenente al filone del dramma che si fonde col fantastico; ci si chiede se i 3 "attori" che aiutano, sottoforma di Tempo, Morte e Amore (le tre entità a cui il protagonista si rivolge inviando delle lettere) i compagni di Howard a far uscire dal tunnel quest'ultimo, siano essi stessi i fautori dell'intuizione di With. Il loro intento, in ogni caso, sarà quello di aiutare -dietro lauto compenso- quattro brave persone a risolvere i propri guai sotto Natale. Non proprio una novità...
Pellicola corale, questa, che vanta diversi attori di rilievo, come Michael Peña, al suo ennesimo film in stile Crash, che ancora una volta si dimostra valido; Edward Norton fa il suo, come sempre, pur non aiutato -in questo caso- dai dialoghi; Kate Winslet realizza una prova soddisfacente ma inferiore ad occasioni migliori nelle quali ha potuto mostrare la sua straordinaria bravura; Helen Mirren è imbattibile come al solito, sempre in tiro e calata nella parte. Altro discorso, invece, per la Knightley, che appare svogliata, fuori tema e truccata malissimo oltre che per Will Smith, personaggio principale: l'ex Fresh Prince ha il difetto di aver cominciato la sua carriera nel rap sperperando i soldi in case e gioielli, salvo poi fare l'incontro giusto subito dopo (quel Medina che gli produsse la nota sit-com e che lo tolse dai guai). In America sono molti a non perdonargli quel passo falso, ma nel tempo ha avuto modo di dimostrare il suo innegabile valore, confermandolo in questo film nel quale risulta molto convincente. Nella speranza che un giorno Smith scelga un soggetto non ambientato nella Grande Mela (esistono altre città, Willie!) credo che questa sia una delle sue performance migliori.
Considerando l'argomento trattato ed un casting dall'inusuale melting pot, è venuta fuori un' opera delicata che non cede alla tentazione del fazzoletto facile, anzi: si ride con alcune battute riuscite ("Lei è ricco?", "Sono divorziato...") e ci si commuove solo verso la fine allorquando Howard è costretto ad affrontare la realtà decidendo, tra l'altro, di avvicinare Madeleine, nel cui ruolo troviamo l'efficacissima Naomie Harris.
Film del genere, a mio modesto avviso, andrebbero sempre sostenuti, perché fungono da terapia per tante persone che attraversano una fase difficile.
Bene il regista, ma poteva fare molto meglio.
Voto: 7
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giorpost »
[ - ] lascia un commento a giorpost »
|
|
d'accordo? |
|
maryjr91
|
lunedì 3 febbraio 2020
|
emozionante
|
|
|
|
Ho letto per caso il titolo di questo film e subito mi ha incuriosito la trama. Nonostante l'abbia visto molto dopo la sua uscita, quando già erano presenti una serie di recensioni negative in merito al film, devo ammettere che ho apprezzato moltissimo non solo la storia, dolorosa e malinconica ma per nulla pesante o noiosa, ma anche vedere Will Smith nei panni di un padre sofferente per la morte della figlia di sei anni che stravolge completamente la sua vita sentimentale, affettiva e lavorativa al punto che comincia a scrivere delle lettere al tempo, amore, morte. Gli amici e colleghi di lavoro, per aiutare Howard a riprendere in mano la propria vita, decidono di ingaggiare degli attori per impersonare queste entità e permettergli di accettare la realtà delle cose.
[+]
Ho letto per caso il titolo di questo film e subito mi ha incuriosito la trama. Nonostante l'abbia visto molto dopo la sua uscita, quando già erano presenti una serie di recensioni negative in merito al film, devo ammettere che ho apprezzato moltissimo non solo la storia, dolorosa e malinconica ma per nulla pesante o noiosa, ma anche vedere Will Smith nei panni di un padre sofferente per la morte della figlia di sei anni che stravolge completamente la sua vita sentimentale, affettiva e lavorativa al punto che comincia a scrivere delle lettere al tempo, amore, morte. Gli amici e colleghi di lavoro, per aiutare Howard a riprendere in mano la propria vita, decidono di ingaggiare degli attori per impersonare queste entità e permettergli di accettare la realtà delle cose. La frase cardine del film è quella pronunciata da un'anziana il giorno della morte della piccola Olivia alla madre: "bellezza collaterale, la bellezza che è in ogni cosa e che circonda ogni uomo". Tutti dovremmo imparare a scorgerla...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maryjr91 »
[ - ] lascia un commento a maryjr91 »
|
|
d'accordo? |
|
stock89
|
martedì 10 gennaio 2017
|
la morte non mai stata così coinvolgente
|
|
|
|
Un film che empaticamente ti entra nelle vene e ti riempie il cuore in una maniera pazzesca.
La prima parte del film é stata un po' asciutta, ma la seconda parte è da oscar..la passione di Will Smith é talmente evidente che sembra vissuta in prima persona, e di conseguenza ti attrae con forza e sei tu stesso dentro la storia a viverla emotivamente assieme a lui, a loro.
Il tema, che potrebbe essere visto e rivisto in altri film, è trattato molto bene e i dialoghi con il tempo, l'amore e la morte sono coinvolgenti, pieni di sentimento ed emozionanti.
Riguarderei questo film altre 100 volte, non comprendo le critiche ma ricordo anche quelle rivolte al film Armageddon e mi vien da sorridere perché pellicole del genere non possono far altro che essere tra i migliori di sempre.
|
|
[+] lascia un commento a stock89 »
[ - ] lascia un commento a stock89 »
|
|
d'accordo? |
|
realthoughts
|
domenica 22 gennaio 2017
|
un vero capolavoro, emozionante.
|
|
|
|
Film di grande impatto sia per la trama sia sotto il punto di vista emotivo. La storia emozionante di Haward, l' indelebile e triste pensiero delle figlia deceduta, lo conduranno in un esperienza fuori dal comune. La morte, il tempo e l'amore sono queste le "cose" a cui haward invia le sue lettere colme di rabbia, che si rileveleranno a lui nella loro forma umana, ovvero: una donna anziana, un ragazzo, e una bellissima donna. Questi tre protagonisti della vita di ognuno di noi riusciranno a far sfogare howard e a farlo ricominciare a vivere, proprio come i suoi cari amici desiderano. Haward a causa di questo trauma porterà alla rovina la sua azienda, ma alla fine grazie alle apparizioni dei suoi "nemici", deciderà di accettare la vendita dell' azienda, recando una grosso profitto ai tre suoi amici, afflitti a loro volta da problemi personali.
[+]
Film di grande impatto sia per la trama sia sotto il punto di vista emotivo. La storia emozionante di Haward, l' indelebile e triste pensiero delle figlia deceduta, lo conduranno in un esperienza fuori dal comune. La morte, il tempo e l'amore sono queste le "cose" a cui haward invia le sue lettere colme di rabbia, che si rileveleranno a lui nella loro forma umana, ovvero: una donna anziana, un ragazzo, e una bellissima donna. Questi tre protagonisti della vita di ognuno di noi riusciranno a far sfogare howard e a farlo ricominciare a vivere, proprio come i suoi cari amici desiderano. Haward a causa di questo trauma porterà alla rovina la sua azienda, ma alla fine grazie alle apparizioni dei suoi "nemici", deciderà di accettare la vendita dell' azienda, recando una grosso profitto ai tre suoi amici, afflitti a loro volta da problemi personali. Will smith, ovvero Haward, ci ha regalato un interpretazione da oscar, facendo emozionare tutti gli spettatori, entrando perfettamente nella parte. Kate winslet, cara amica di haward, lo ha affiancato perfettamente, ma di gran lunga infieriore all da Oscar. La trama è ben fatta, con colpi di scena e parti emozionanti, presenta un finale doppio che lascia fervida immaginazione allo spettatore.
Un film per tutti, emozionante, profondo, e agghicciante che porterà lacrime, sorrisi ma soprattutto riflessioni.
"La cosa importante è cogliere la bellezza collaterale che è il legame profondo tra tutte le cose."
Durata: 97 minuti
[-]
|
|
[+] lascia un commento a realthoughts »
[ - ] lascia un commento a realthoughts »
|
|
d'accordo? |
|
carolinamarsic
|
lunedì 6 marzo 2017
|
apprezza la bellezza collaterale
|
|
|
|
La storia era ben strutturata. L'ho trovato geniale, aiuta parecchio a riflettere anche se a mio parere la trama poteva essere sviluppata in modo più chiaro. Grande cast e grande risultato, il finale mi ha gettato in lacrime. E poi che dire, la colonna sonora è fantastica.
Non è di immediata comprensione, ma merita una seconda visione.
|
|
[+] lascia un commento a carolinamarsic »
[ - ] lascia un commento a carolinamarsic »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
mercoledì 11 gennaio 2017
|
il lento risalire di un uomo distrutto dal dolore
|
|
|
|
Quando un individuo cade in depressione, non solo è difficile per lui uscirne ma non è nemmeno così certo che vi riesca e rischi così di sprofondare sempre più nel baratro della sua solitudine e nella mancanza più totale di volontà. E' quello che succede al protagonista (Will Smith) di "Collateral Beauty", uomo di successo e ben stimato da tutti, quando gli muore prematuramente per un male incurabile la propria figlia di 6 anni. Nonostante siano passati tre anni dal terribile evento egli sembra non volere più vivere, non avere più alcun entusiasmo a partecipare alla propria attività lavorativa e, pertanto, a dirigersi verso un baratro senza fine. Tutti i colleghi della compagnia per la quale lavora sono molto preoccupati ed a nulla sono valsi gli svariati tentativi al fine di risollevarlo dalla propria crisi esistenziale.
[+]
Quando un individuo cade in depressione, non solo è difficile per lui uscirne ma non è nemmeno così certo che vi riesca e rischi così di sprofondare sempre più nel baratro della sua solitudine e nella mancanza più totale di volontà. E' quello che succede al protagonista (Will Smith) di "Collateral Beauty", uomo di successo e ben stimato da tutti, quando gli muore prematuramente per un male incurabile la propria figlia di 6 anni. Nonostante siano passati tre anni dal terribile evento egli sembra non volere più vivere, non avere più alcun entusiasmo a partecipare alla propria attività lavorativa e, pertanto, a dirigersi verso un baratro senza fine. Tutti i colleghi della compagnia per la quale lavora sono molto preoccupati ed a nulla sono valsi gli svariati tentativi al fine di risollevarlo dalla propria crisi esistenziale. Quello però a cui alla fine decidono di ricorrere i suddetti colleghi sarà l'ultimo tentativo ricercato da loro per risolvere la delicata situazione. Assumendo all'insaputa dell'interessato tre attori improvvisati, porranno il protagonista a contatto con loro che impersonano ciascuno, fingendosi invisibili agli occhi degli altri, di volta in volta le tre identità a cui, nel suo isolamento esistenziale, l'uomo ha scritto delle lettere: l'amore, il tempo e la morte. Piano, piano dalle conversazioni sostenute con loro, sentendosi confuso, nonchè incredulo a ciò che gli sta accadendo, il protagonista comincia a reagire ed a contattare nuovamente anche la moglie allontanata dopo il decesso della figlioletta ed a trovare così lentamente la forza e la volontà a riassaporare la vita.
Un film senza alcun dubbio che punta sui buoni sentimenti e per questo aspetto giustamente fatto uscire nelle sale cinematografiche durante il periodo di Natale, ma la storia in sè risulta parecchio irreale, sebbene serva soltanto come modello al fine di reagire in generale, e pertanto poco coinvolgente, anche perchè abbastanza scontata nel finale. Dal regista David Frankel è stato scelto ed impiegato un cast di attori di un certo calibro: da Helen Mirren, a Edward Norton, a Kate Winslet e Keira Knightley, ecc...., che però in questa occasione risulta un poco sprecato, sebbene sia a loro dovuto principalmente un qualche pregio del film. Will Smith, invece, è azzeccato per la sua parte di uomo depresso e stroncato dal dolore, ma l'attore, per quanto rispettabile, non raggiunge mai gli alti livelli di performance degli altri sopra citati suoi colleghi e pertanto in una pellicola di tal genere egli è quanto mai accettabile. Purtroppo, non vi è da aggiungere nulla di più.
Consigliabile sapendo bene in anticipo che si va ad assistere ad una sorta di favoletta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
|