Titolo originale | Mu-roe-han |
Anno | 2015 |
Genere | Azione |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 118 minuti |
Regia di | Oh Seung-Uk |
Attori | Kim Nam-gil, Jeon Do-yeon, Park Sung-woong . |
MYmonetro | 2,94 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 marzo 2016
Il film fa parte della selezione di Un certain regard della 68a edizione del festival di Cannes.
CONSIGLIATO SÌ
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Jung Jae-gon è un poliziotto dal pugno facile: la corruzione del suo dipartimento è sotto i suoi occhi, ma gli alimenti dell'ex-moglie da pagare sono troppi per potersi imbarcare in scelte idealiste. Quando gli assegnano l'incarico di trovare l'ex-dipendente di una multinazionale Park Jun-gil, ricercato per omicidio, e gli propongono un extra per storpiarlo, Jung accetta. Ma non ha messo in preventivo di innamorarsi dell'amante di Park, Kim Hye-kyung.
Lontano dalla macchina da presa da ben quindici anni, ossia da quando debuttò con il sorprendente Kilimanjaro, Oh Seung-uk è ricordato soprattutto per le doti di sceneggiatore. Suoi alcuni dei più importanti script della New Wave sudcoreana, come Green Fish e Christmas in August, due classici in due generi differenti (noir e mélo). The Shameless è chiaramente il film di uno sceneggiatore, sia nel bene che nel male. Imbevuto fino al midollo di tradizione noir e di stereotipi immortali, dalla femme fatale al poliziotto stanco del sistema e desideroso di mettervi fine (ma lacerato interiormente), il film di Oh segue a livello di plot i binari confortevoli del B-movie: un meccanismo oliato che cerca la sua unicità in fattori esterni alla trama. Ad esempio nelle musiche del grandissimo Jo Yeong-wook, collaboratore abituale di Park Chan-wook e istituzione del cinema sudcoreano, che qui regala brani elettronici intensi, basati su inquietanti note di basso, che agevolano l'atmosfera notturna della vicenda; o nei silenzi, nelle attese che caricano di significato ogni gesto, esaltandone la natura ultima, definitiva. La forza di The Shameless risiede nell'impalpabile, nel luogo che unisce e divide i suoi personaggi, in quell'attimo fugace che trasforma una mentitrice seriale in una creatura indifesa, una cinica donna pronta a tutto in una romantica. Prima di ogni cosa, infatti, The Shameless è un film di attori, o meglio di attrice: a dominarlo è Jeon Do-yeon (The Housemaid, Secret Sunshine), una delle massime dive odierne, qui straordinaria e vulnerabile femme fatale. Tanto Hye-kyeung è sexy quando, di rosso vestita, deve sedurre e truffare un malcapitato, così Jeon è dimessa e alla mercé di un mondo ostile quando ogni cosa sembra girare in suo sfavore. Ma su ogni primo piano di Jeon Do-yeon aleggia un invisibile alone di romanticismo senza speranza, il sogno di una vita felice intrappolato nell'inferno del presente.
Il film di Oh vive di questi attimi, di sequenze memorabili, intensamente e appassionatamente cinematografiche. Che non rendono di per sé The Shameless un titolo imperdibile, ma sono sufficienti per far capire cosa si intende quando di parla di eccellente artigianato di genere, esempio di una tradizione che non muore.