Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Antonello Faretta |
Attori | Pia Marie Mann, Giovanni Capalbo, Caterina Pontrandolfo, Luciana Paolicelli, Domenico Brancale Mario Duca, Anna Di Dio. |
Uscita | venerdì 15 aprile 2016 |
Distribuzione | Noeltan |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 31 marzo 2016
Una donna scopre l'identità della sua vera famiglia e decide di partire per raggiungere il paesino delle sue origini.
CONSIGLIATO SÌ
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Alla morte dei genitori una donna americana di mezza età scopre di essere stata adottata, o forse comprata, dalla sua vera madre, una donna italiana poverissima proveniente da Montedoro, paesino del profondo sud. Sconvolta, la donna si reca in Italia alla ricerca della propria identità tutta da ridefinire, e quando arriva a destinazione trova un paese completamente abbandonato che custodisce segreti millenari dove dovrà svolgere un viaggio a ritroso nel tempo e nella memoria per ritrovare le proprie radici.
Montedoro è il lungometraggio di esordio di Antonello Faretta, regista potentino al confine fra cinema e arte contemporanea. Il suo è un modo di raccontare arcaico, fatto di immagini intense e potenti che sono quadri iperrealisti. Un cinema difficile, a tratti ostico nella sua lentezza ed essenzialità, ma anche fortemente evocativo, sanguigno e primordiale. La storia di Montedoro è stata raccontata al regista dalla stessa protagonista, che ha scoperto di non appartenere alla cultura in cui era cresciuta e si è messa a cercare se stessa fra le rovine di Craco, ghost town lucana evacuata negli anni Sessanta all’indomani di una frana. Faretta ha popolato quel paese di fantasmi che incarnano la cultura contadina in via di sparizione: vedove, pastori, famiglie che un tempo popolavano quel luogo poverissimo ma vitale, come si vede nei filmati d’epoca che il regista ha inframmezzato alle immagini di finzione.
Fra le montagne impervie, arrampicato sulle pendici, Montedoro resiste alle intemperie e alla sua stessa solitudine e Faretta vi ambienta una sorta di western dell’anima in cui tutti cercano la propria identità, il proprio posto in un mondo che li respinge negando la loro stessa esistenza. Nelle immagini si avvertono il vento, il calore, la solitudine, esaltati da un digitale che rende materici i sogni e le visioni della protagonista, di cui condividiamo lo straniamento nel vagare come un’ombra inquieta in spazi aperti e desolati o fra le macerie del paese.
A dare corpo ai fantasmi di Montedoro un cast di attori di provenienza teatrale, fra cui spicca Joe Capalbo nei panni del tassista che accompagna la donna americana alla sua destinazione. Non è un film per tutti, richiede molta pazienza e attenzione da parte degli spettatori e la disponibilità ad accogliere un cinema sperimentale fortemente simbolico che sceglie di fare ricerca etnografica prima ancora che filmica. Va seguito come un rito pagano del quale non dobbiamo per forza capire tutti i significati ma che evoca un passato che ci appartiene e una cultura che scompare ogni giorno, sbriciolandosi come la casa del paese che frana rovinosamente nelle ultime scene. Montedoro ci ricorda che il cinema italiano è fatto anche di ricerca, di ostinazione e di rigore, di rughe e di crepe, di terra e sangue, spazio e silenzio, canti millenari e voci antiche.
MONTEDORO disponibile in DVD o BluRay |
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