Io rifletto 3

Il cantante ternano Gianni Neri si esibisce insieme a giovani performer in un concerto in omaggio a Sergio Endrigo. A casa sua si incontra la figlia Veronica che successivamente, insieme alle amiche Elena e Maria Vittoria parla di sé e delle proprie aspettative. Seguono Giovanna e Anais che hanno studiato presso la facoltà di Scienze e Tecnologie della Produzione Artistica che ora è chiusa. A Rieti Valerio, Gioia e Mattia raccontano le loro speranze in campo musicale e sportivo.
Andrea Sbarretti è arrivato al numero 3 di un'operazione certamente interessante anche se non priva di difetti. L'interesse risiede nella decisione di mettere il proprio sguardo a disposizione di chi abbia voglia di raccontare e raccontarsi dando voce genuina a una provincia che spesso viene relegata in un ambito marginale quasi che solo le grandi città contassero in Italia (salvo poi ricordarsene in tempi di elezioni per vantare la 'conquista' di luoghi destinati poi a rientrare in un cono d'ombra).
Sbarretti allontana l'ombra e mette invece al centro quello che i giovani vorrebbero che fosse il loro futuro e ciò che chi è stato studente una decina di anni fa sperava di realizzare in campo artistico mentre si è trovato (come Giovanna ed Anais) a percorrere strade decisamente diverse. Sono voci di persone non messe in posa che, per usare una frase fatta, 'parlano come mangiano' e non hanno smesso di guardare avanti nonostante tutto. Abilissimo nel montare Sbarretti non lo è però altrettanto nel tagliare (si avverte una certa ridondanza e ripetitività di concetti) e non resiste al narcisismo di inquadrarsi spesso e volentieri e talvolta senza un perché. Ciò che però è più grave, da parte di un regista che poi si rivela in grado di dare il giusto valore agli apporti musicali, è l'inizio del film in cui una colonna sonora musicale a tutto volume ci accompagna per alcuni minuti per introdurci a ... un concerto in omaggio ad Endrigo, uno degli interpreti più intimisti del mondo della canzone italiana. Chi lo ha conosciuto sa però che, al di là delle apparenze, Sergio era dotato di un grande senso dell'ironia e dello humour. Si può quindi stare certi che dal paradiso dei musicisti abbia sorriso. 