Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, Thriller, |
Produzione | Canada, Tailandia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Charles-Olivier Michaud |
Attori | Anna Mouglalis, Pierre-Yves Cardinal, Pascale Bussières, Sean Lu, Sandrine Bisson Nathalie Cavezzali, Catherine St-Laurent, Xiao Sun, Fred Nguyen, Ben Holmquist, Igor Ovadis. |
Uscita | giovedì 31 maggio 2018 |
Distribuzione | Distribuzione Indipendente |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,74 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 giugno 2018
Una giovane fotoreporter rimane coinvolta nella tratta degli esseri umani in Asia. Una violenza destinata a segnarla per tutta la vita. In Italia al Box Office Anna ha incassato 602 .
CONSIGLIATO SÌ
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Anna, fotoreporter del magazine "Offense", vuole denunciare il traffico di giovani donne in Asia. Sequestrata a suo turno dagli uomini della triade asiatica, che non gradiscono intrusioni nei loro affari, subisce il trattamento brutale di cui è stata testimone. Uscita miracolosamente viva dall'esperienza ma segnata per sempre nel corpo e nell'anima, è rimpatriata e ricoverata all'ospedale di Montreal, dove comincia la lenta ricostruzione personale e professionale. Ricostruzione che la spinge a cercare la verità e la conduce al punto di rottura.
Precipitato in un universo di sfruttamento e violenza, Anna è un dramma sociale che indaga un soggetto difficile, l'asservimento della donna nei paesi asiatici, e insieme il ritratto di una donna risoluta nella sua volontà di denuncia (prima) e di vendetta (dopo).
Diviso in due, come l'anima della sua protagonista, il film suggerisce nei primi trenta minuti i 'colpi' di un commercio ignobile, attraverso suoni sordi e immagini rubate.
Se nella prima parte, che coincide con la rischiosa missione della reporter, Anna evolve su un terreno minato eludendo ogni voyeurismo, nella seconda traslocata a Montréal, si fa più compiacente. Un piano fisso sul volto tumefatto e sfregiato della protagonista sposta l'azione in occidente, per evocarne la complicità, accompagnando la sua convalescenza muta e piena di una rabbia sfinita.
Col desiderio di vendetta di Anna, nato dal contatto ritrovato con un uomo conosciuto prima e arrivato da nessuna parte per regolare "degli affari", Michaud ripiomba di nuovo lo spettatore in un milieu barbaro, filmando febbrilmente la violenza ordinaria degli uomini nei combattimenti marziali come nell'abuso delle donne nel quartiere cinese di Montréal. Nel passaggio (geografico ed estetico) qualcosa si perde e qualcosa si (ri)trova: la macchina fotografica requisita dai criminali viene restituita al mittente 'carica' di orrore. La violenza sottesa nel debutto risorge così insostenibile. Proiettate su un muro con un'insistenza troppo esplicita, le immagini mancanti, quelle che lo spettatore aveva già immaginato, esplodono sullo schermo traumatiche.
Lo stupro, le percosse, la tortura, lo scempio sono filmate con una perfetta messa in posa della macchina fotografica. Un'accuratezza che denuncia le atrocità superando la soglia di rispetto del dolore altrui. L'esaurimento progressivo del pudore e l'ostinata rappresaglia di Anna smarriscono il filo (e l'etica) originaria, la denuncia degli abusi sessuali in Thailandia (il paese non è mai direttamente nominato), ripiegando nel finale sulla rinascita di una donna che si libera dal male raccontandolo e raccontandosi. Non sono nuovi i personaggi di Charles-Olivier Michaud ai territori conflittuali (Snow and Ashes), mai passivi e sempre coraggiosamente implicati nei tormenti internazionali.
Anna non fa eccezione mettendo naso e obiettivo fotografico nel traffico umano che interessa le zone del Sud-Est asiatico. Interpretata da Anna Mouglalis, la sofisticata attrice francese esce dalla sua zona di comfort, conferendo al suo personaggio una rabbia nera e una resilienza robusta. Malgrado l'avvio potente, Anna manca di sostanza come il personaggio ingrato di Pierre-Yves Cardinal o quello sottostimato di Pascale Bussières. La conclusione 'servita fredda' sconcerta e l'orrore si morde la coda.
Mentre lavora a un reportage sul traffico di ragazze in Asia viene sequestrata da alcuni gangster, a Bangkok. Tornata a Montréal, Anna deve ricostruirsi. L'aiuta la sua amica Kalaya che ha sul viso una cicatrice uguale a quella che Anna ha riportato dalla Thailandia. Come due gemelle, di età diverse. Michaud rende bene gli stati d'animo di Anna e l'immagine di Montréal adattando la regia di volta in [...] Vai alla recensione »
Anna è la "bella giornalista francese" che filma e intervista delle giovani thailandesi abusate dai "protettori". Perché non le parlano e la guardano male durante gli incontri? Improvvisamente la reporter verrà aggredita (le ragazzine l'hanno tradita?) e picchiata a sangue. Michaud, interessante regista canadese alfiere di un cinema semi-documentaristico, concentra tutto il suo thriller in una seconda [...] Vai alla recensione »