Tamako in Moratorium

Tamako è una ragazza carina ma molto pigra: si è laureata, vive con il padre che le vuole molto bene, ma non ha nessuna intenzione di crescere. Anziché cercare un lavoro o conoscere gente, preferisce trascorrere le giornate mangiando, dormendo e giocando con la Playstation, apparentemente disgustata dal mondo.
L'antico vezzo di unire alto e basso, cultura pop e cinema d'autore trova in Yamashita Nobuhiro da diversi anni una delle voci più interessanti. Dopo la rivelazione di Linda Linda Linda, Yamashita ha proseguito un suo discorso autoriale, umile e defilato, che con il breve ma intenso Tamako in Moratorium raggiunge forse la sua definizione più compiuta, testimoniata dalla prima mondiale al Busan Film Festival e poi dalla proiezione nei principali festival internazionali (Rotterdam, Hong Kong, Udine). La protagonista è ancora la pop idol Atsuko Maeda degli AKB48, che ha lavorato con Yamashita in The Drudgery Train ed è comparsa in Seventh Code, capace di regalare al personaggio di Tamako tutte le sfumature utili a comprendere il movente delle sue (in)azioni, celato nel non detto. Tamako in Moratorium diventa un film, benché di soli 78 minuti, dopo il successo della sua versione in formato sketch per la Tv: segno che evidentemente il personaggio di Tamako ha centrato il bersaglio, simboleggiando ciò che non va in una generazione, la cosiddetta "Z", bombardata di informazioni, smartphone e innumerevoli modalità per occupare il proprio tempo fino a disallinearsi dalla realtà e dai suoi inevitabili doveri. Dove la scelta di un otaku come protagonista - alienato anche a causa del suo aspetto fisico - sarebbe risultata ovvia, il fatto di porre Tamako al centro di questa invisibile, ma percepibile, riflessione sociologica, rappresenta l'elemento di rottura, che amplifica la portata del problema. Cinica e terribilmente passive-aggressive - come quando confessa di non far niente per cambiare perché si aspetta che sia suo padre a obbligarla a farlo - la ragazza incarna la mancanza assoluta di orizzonti. La ribellione di Linda Linda Linda o il vitellonismo per scelta di Ramblers, dello stesso regista, segnano il passo di fronte a un mondo che - osservato dal punto di vista della provincia, dove nulla cambia o accade - offre sempre meno prospettive. In questo senso il dolce far nulla di Tamako, il suo rifiuto totale verso qualsiasi forma di partecipazione o responsabilizzazione, rappresenta, a suo modo, una forma di ribellione. La famiglia ritratta da Ozu Yasujiro - la suddivisione per stagioni della narrazione è un chiaro omaggio al sensei del cinema nipponico - ovvero la pietra basale della società giapponese, ha chiaramente vissuto una distruzione e ricomposizione anomala, che mescola ruoli e obblighi in un caos in cui è arduo trovare punti di riferimento. Se Koreeda Hirokazu ha conquistato il mondo per la sua capacità di ritrarre i bambini, Yamashita Nobuhiro ancora necessita di conquistare l'attenzione che merita, per la sua capacità unica di intercettare i turbamenti dell'adolescenza e di adattarsi alla loro rapida e quasi incontrollabile evoluzione di generazione in generazione. Tamako in Moratorium potrebbe rappresentare la chance per la sua ascesa definitiva. 