giaspoto
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domenica 20 ottobre 2013
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la magia di nobilitare lo scontato
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Gli americani avrebbero strombazzato come novità assoluta la denuncia dell'ipocrisia sull'omosessualità femminile, sulle rinunce al sacerdozio, sulle famiglie superallargate. Rocco Papaleo ha trasformato in un capolavoro piccolo piccolo ogni passaggio di un film che ha reso leggero conservando alto il peso specifico.
Tutto scontato, nulla prevedibile. Tutto bollente, ma non ci si scotta.
Liberare Scamarcio dallo statico piacionismo in cui sembrava imprigionato e renderlo ironico e maturo come se avesse fatto esperienza in cento film. Riscoprire quella straordinaria attrice che è Giuliana Lojodice e affidarle il compito di smazzare il gruppo più eterogeneo del mondo di pazzi saggissimi. Confermare se stesso come il regista e l'attore che prosegue la traversata della Basilicata senza ripetersi.
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Gli americani avrebbero strombazzato come novità assoluta la denuncia dell'ipocrisia sull'omosessualità femminile, sulle rinunce al sacerdozio, sulle famiglie superallargate. Rocco Papaleo ha trasformato in un capolavoro piccolo piccolo ogni passaggio di un film che ha reso leggero conservando alto il peso specifico.
Tutto scontato, nulla prevedibile. Tutto bollente, ma non ci si scotta.
Liberare Scamarcio dallo statico piacionismo in cui sembrava imprigionato e renderlo ironico e maturo come se avesse fatto esperienza in cento film. Riscoprire quella straordinaria attrice che è Giuliana Lojodice e affidarle il compito di smazzare il gruppo più eterogeneo del mondo di pazzi saggissimi. Confermare se stesso come il regista e l'attore che prosegue la traversata della Basilicata senza ripetersi.
Tre magie di Rocco Papaleo, con la complicità di una Marcotulli straordinaria come compositrice nonlosojazz, un po' attrice comica pure lei, attraverso note musicali spesso esilaranti.
Eccellente fotografia, ambientazioni da sogno meridionale.
Impossibile uscire dal cinema senza un sorriso.
Sconsigliabile ai masochisti del grande schermo, a quelli del noioso come must.
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[+] viva la sincerita'
(di panco10000)
[ - ] viva la sincerita'
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mipiacepensare
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domenica 20 ottobre 2013
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poesia su pellicola
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Il film conferma le doti di ottimo narratore e interprete di Papaleo. Riesce a mio avviso con originalità e ritmo a narrare i colori e le realtà dei meridioni del mondo senza mai cadere nel banale o, peggio, nelle convenzioni e stereotipi di cui si nutrono gran parte delle pellicole che toccano temi anche regionalisti.
Il film risulta scorrevolissimo con un giusto mix di ironia e comicità e, pur toccando tematiche difficili e controverse, consente allo spettatore di entrare nell'argomento con una leggerezza quasi poetica.
Pur nella percepita 'drammaticità' degli eventi, Papaleo rende i personaggi rappresentanti di una etica semplice quanto pura che, spogliati da qualsiasi moralismo e travolti dall'impeto di nuove sconvolgenti verità, anche contro la propria volontà scoprono una nuova visione del mondo basata non più su tradizioni ataviche quanto forzate, bensì sulla naturalità dei sentimenti messi a nudo con maestrale armonia.
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Il film conferma le doti di ottimo narratore e interprete di Papaleo. Riesce a mio avviso con originalità e ritmo a narrare i colori e le realtà dei meridioni del mondo senza mai cadere nel banale o, peggio, nelle convenzioni e stereotipi di cui si nutrono gran parte delle pellicole che toccano temi anche regionalisti.
Il film risulta scorrevolissimo con un giusto mix di ironia e comicità e, pur toccando tematiche difficili e controverse, consente allo spettatore di entrare nell'argomento con una leggerezza quasi poetica.
Pur nella percepita 'drammaticità' degli eventi, Papaleo rende i personaggi rappresentanti di una etica semplice quanto pura che, spogliati da qualsiasi moralismo e travolti dall'impeto di nuove sconvolgenti verità, anche contro la propria volontà scoprono una nuova visione del mondo basata non più su tradizioni ataviche quanto forzate, bensì sulla naturalità dei sentimenti messi a nudo con maestrale armonia. Musiche e ambientazioni eccellenti. Bravo Papaleo.
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gabrielebaldin
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lunedì 21 ottobre 2013
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mai banale
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Questo nuovo film di Papaleo è veramente molto carino. Dietro l'apparente facciata da commediola divertente e magari un pò "stupidina" c'è un piccolo film molto interessante, ricco di contenuti.
Si possono trovare molte cose che succedono in piccoli paesi e che sono assurde come prendere in giro un uomo dandogli del cornuto perchè tradito e lasciato dalla moglie (tanto da portarlo a volersi isolare per non dover subire queste umiliazioni in pubblico), oppure come non riuscire a dire di essersi "spretato" per il problema di mettere in cattiva luce la famiglia ed essere guardati in malo modo dal resto del paese, oppure non poter essere liberi di dichiarare il proprio amore verso una persona dello stesso sesso (in questo caso 2 donne).
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Questo nuovo film di Papaleo è veramente molto carino. Dietro l'apparente facciata da commediola divertente e magari un pò "stupidina" c'è un piccolo film molto interessante, ricco di contenuti.
Si possono trovare molte cose che succedono in piccoli paesi e che sono assurde come prendere in giro un uomo dandogli del cornuto perchè tradito e lasciato dalla moglie (tanto da portarlo a volersi isolare per non dover subire queste umiliazioni in pubblico), oppure come non riuscire a dire di essersi "spretato" per il problema di mettere in cattiva luce la famiglia ed essere guardati in malo modo dal resto del paese, oppure non poter essere liberi di dichiarare il proprio amore verso una persona dello stesso sesso (in questo caso 2 donne).
Questo film insegna anche come l'unione di diverse tipologie di persone che sembrava che non avessero mai potuto convivere assieme, aiutarsi, lavorare tutti uniti sia oltre che possibile anche una cosa positiva in quanto l'accettazione porta ad una nuova felicità, ad una serenità oltre che anche a portare al compimento di un progetto come in questo caso la trasformazione del vecchio e decadente faro in una struttura alberghiera carina e molto particolare con oggetti creati dal recupero di altri ormai destinati a spazzatura (e qua anche un messaggio ecologico del film su come non sprecare niente, ma riutilizzare grazie all'immaginazione).
Bello anche come tutti si affezionano alla bambina della piccola impresa cercandola di aiutarla in tutti i modi a passare l'esame di 5° elementare, chi insegnandoli una materia chi un'altra in base alle loro competenze.
Alla fine si vede come tutta questa nuova famiglia allargata sia felice e unita, come tutti hanno accettato tutti con le loro diversità e le loro particolarità, e il matrimonio tra le due ragazze, che non ha un valore reale ma solo simbolico, oltre tutto celebrato dal fratello non più prete di una delle due, era solo per far conoscere la verità a tutti quelli del paese accorsi all'inaugurazione del faro/albergo, per non doversi più nascondere, ma per poter finalmente vivere la loro vita alla luce del sole senza doversi preoccupare (o aver paura) della reazione della gente, che poi è quella che avviene a partire dal prete (vero) presente alla cerimonia che schifato insulta le due ragazze e se ne va, seguito subito dopo da tutti gli altri, lasciando la famiglia allargata sola a festeggiare, sola ma felice e unita più che mai (e in questo caso chi fa una figura pessima è proprio quel prete e quelle persone che si sono permesse di giudicare due ragazze che non hanno fatto del male a nessuno ma che semplicemente si vogliono bene, si amano e hanno deciso di vivere insieme)
Ottimi tutti gli attori che hanno saputo dar vita a dei personaggi molto carini e simpatici. Questo film dunque merita di essere visto per i diversi contenuti che ha e che forse molti non hanno colto visto alcuni giudizi veramente inappropriati (esempio 1 stella o titoli del genere tremendo)
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[+] davvero
(di aqqsar)
[ - ] davvero
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eusebio abbondanza
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sabato 19 ottobre 2013
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moscio
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Nonostante un cast in ottima forma, in cui spicca un insolito Scamarcio, la sempre brava Lojodice e una Bobulova in splendida forma, e nonostante un'ambientazione da sogno e una fotografia di altissimo livello, purtroppo il film non decolla mai. Colpa forse di uno script ondivago e dilatato, che inzeppa troppi personaggini e troppe divagazioni inutili, soprattutto musicali.
E colpa anche di una regia poco attenta al ritmo, che in una commedia, per quanto "d'autore", dovrebbe sempre avere la priorità.
Ci si annoia, insomma, e se non ci fossero i panorami spettacolari della costa del Sinis e le grazie della discinta Bobulova, davvero poco ci tratterrebbe dall'alzarsi a metà film.
Provaci ancora, Rocco.
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Nonostante un cast in ottima forma, in cui spicca un insolito Scamarcio, la sempre brava Lojodice e una Bobulova in splendida forma, e nonostante un'ambientazione da sogno e una fotografia di altissimo livello, purtroppo il film non decolla mai. Colpa forse di uno script ondivago e dilatato, che inzeppa troppi personaggini e troppe divagazioni inutili, soprattutto musicali.
E colpa anche di una regia poco attenta al ritmo, che in una commedia, per quanto "d'autore", dovrebbe sempre avere la priorità.
Ci si annoia, insomma, e se non ci fossero i panorami spettacolari della costa del Sinis e le grazie della discinta Bobulova, davvero poco ci tratterrebbe dall'alzarsi a metà film.
Provaci ancora, Rocco.
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(di fabian t.)
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(di meluccio77)
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(di gigi22562)
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ruger357mgm
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venerdì 18 ottobre 2013
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elegia della tolleranza
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Molti difetti saranno trovati a questa godibile operina,ma noi lasciamo ad altri il cavilloso onere di enumerarli.Ne approviamo invece la sceneggiatura brillante,sicuramente teatrale,con battute e ritmi sovente folgoranti, in barba agli estimatori del cinema del pugliese prossimo venturo....Il film mischia diverse convergenti storie che si ritrovano presso un faro male in arnese.Il personaggio principale ,ma non il solo, é un prete "spretato" umanissimo e pieno di dubbi e difetti che ritorna in seno ad una famiglia sfasciatasi da poco e dominata da una madre/padrona che,si scoprirá,comanda forse solo su se stessa.Ambientato in un non luogo sospeso tra mare e cielo il film si avvantaggia di una scenografia naturale incantevole,la sconosciuta provincia di Oristano,che pur si adatta all'accento lucano/pugliese della compagnia,abbellito per l'occasione dai colloqui in ceco,o slovacco,delle due opposte sorelle che animano la vicenda: una puttana in fase di dismissione e una colf lesbica cagionatrice di danni e tempeste.
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Molti difetti saranno trovati a questa godibile operina,ma noi lasciamo ad altri il cavilloso onere di enumerarli.Ne approviamo invece la sceneggiatura brillante,sicuramente teatrale,con battute e ritmi sovente folgoranti, in barba agli estimatori del cinema del pugliese prossimo venturo....Il film mischia diverse convergenti storie che si ritrovano presso un faro male in arnese.Il personaggio principale ,ma non il solo, é un prete "spretato" umanissimo e pieno di dubbi e difetti che ritorna in seno ad una famiglia sfasciatasi da poco e dominata da una madre/padrona che,si scoprirá,comanda forse solo su se stessa.Ambientato in un non luogo sospeso tra mare e cielo il film si avvantaggia di una scenografia naturale incantevole,la sconosciuta provincia di Oristano,che pur si adatta all'accento lucano/pugliese della compagnia,abbellito per l'occasione dai colloqui in ceco,o slovacco,delle due opposte sorelle che animano la vicenda: una puttana in fase di dismissione e una colf lesbica cagionatrice di danni e tempeste.Un film corale che mette a nudo le debolezze di ognuno e che inneggia,per l'intera durata, al sereno rispetto delle diversità e di ogni forma di affettività , mettendo al bando allegramente bigotti e falsi moralismi. Simpatici i protagonisti,dal cascatore circense,al muratore tai chi,alla sorella del prete/moglie del cornuto.Scamarcio fa la sua parte,senza difficoltà peraltro,Papaleo perplesso quanto basta e sempre ironico,la. Bobulova meglio che nelle melense fiction Rai e molto meno pudibonda, con una menzione speciale e maiuscola per Giuliana Lojodice,attrice di teatro troppo poco presente sul grande schermo. Se si cerca la risata grassa o l'action Movie estremo meglio restare a casa.Da vedere.
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marian77
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mercoledì 23 ottobre 2013
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un film che ci porterà altrove
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Ci porta altrove Rocco Papaleo, dove per altrove intendo un vero e proprio esodo dal mondo. In un posto immaginifico quanto selvaggio e solitario un gruppo di persone si ritrova, un po’ per caso un po’ per costrizione. In mente rimene impresso il fotogramma di Scamarcio che risale la scogliera su un autocarro, suonando un pianoforte. Poesia; l'immagine non l'attore. E se pure il film fosse deludente, e non lo è, il biglietto pagato, varrebbe per il paesaggio che riempie lo schermo e i sensi, e quando parlo di natura non mi riferisco solo alle splendide scogliere. Il corpo di Barbora Bobulova riempie le scene con altrettanta imponenza ed è proprio lei la scoperta di questa pellicola, finalmente disinibita e ironica, brillante e bellissima, ti fa pensare mentre la guardi “però la Bobulova com'è che non me ne ero accorto finora?”
Un faro, che penseresti ambientato in Irlanda se non fosse per l’accento del buon Rocco e del bel Riccardo, diventa la sospensione di ogni realtà, dove senza troppo svelare, si scopre l’amore, la tolleranza.
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Ci porta altrove Rocco Papaleo, dove per altrove intendo un vero e proprio esodo dal mondo. In un posto immaginifico quanto selvaggio e solitario un gruppo di persone si ritrova, un po’ per caso un po’ per costrizione. In mente rimene impresso il fotogramma di Scamarcio che risale la scogliera su un autocarro, suonando un pianoforte. Poesia; l'immagine non l'attore. E se pure il film fosse deludente, e non lo è, il biglietto pagato, varrebbe per il paesaggio che riempie lo schermo e i sensi, e quando parlo di natura non mi riferisco solo alle splendide scogliere. Il corpo di Barbora Bobulova riempie le scene con altrettanta imponenza ed è proprio lei la scoperta di questa pellicola, finalmente disinibita e ironica, brillante e bellissima, ti fa pensare mentre la guardi “però la Bobulova com'è che non me ne ero accorto finora?”
Un faro, che penseresti ambientato in Irlanda se non fosse per l’accento del buon Rocco e del bel Riccardo, diventa la sospensione di ogni realtà, dove senza troppo svelare, si scopre l’amore, la tolleranza. Si sciolgono le diffidenze e si supera ogni preconcetto, becero e bigotto per rinascere, insieme nuovi eppure identici a se stessi. La pioggia si scandisce in cinque e quattro/quarti, l’amore non ha razze né sesso, la cultura è nelle mani e nell'esperienza di tutti. Si celebra così l’amore politicamente corretto per Papaleoprometti tu di amare per tutto il tempo in cui il tuo amore sarà sincero?
Banale e semplice? Io direi diretto e onesto, come mi sembra lo stesso regista. Magari il mondo fosse pieno di fari così, dove rifugiarsi per svelarci o solo essere liberi.
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muttley72
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domenica 20 ottobre 2013
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mutuo soccorso
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Commedia "agrodolce" basata sulla "casuale unione" di varie persone (tutte accomunate dall'avere un grave problema) che trovano in un faro costiero (da ristrutturare e trasformare in albergo) una occasione ed un luogo per ricominciare a vivere (meglio). La mesta compagine è formata da: un prete che si è "spretato" (essendo caduto in tentazione), la sorella del prete (che ha lasciato il marito per vivere con l'amante lesbica, una donna delle pulizie dell'est), il marito della lesbica (in paese chiamato il "cornuto") rimasto senza moglie, una ex prostituta dell'est (sorella della collaboratrice domestica), una impresa edile formata da un marito separato con figlia piccola ed il socio (ex circense), la madre del prete (ex maestra in pensione) distrutta dalla separazione della figlia e dall'abbandono dei voti del figlio prete.
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Commedia "agrodolce" basata sulla "casuale unione" di varie persone (tutte accomunate dall'avere un grave problema) che trovano in un faro costiero (da ristrutturare e trasformare in albergo) una occasione ed un luogo per ricominciare a vivere (meglio). La mesta compagine è formata da: un prete che si è "spretato" (essendo caduto in tentazione), la sorella del prete (che ha lasciato il marito per vivere con l'amante lesbica, una donna delle pulizie dell'est), il marito della lesbica (in paese chiamato il "cornuto") rimasto senza moglie, una ex prostituta dell'est (sorella della collaboratrice domestica), una impresa edile formata da un marito separato con figlia piccola ed il socio (ex circense), la madre del prete (ex maestra in pensione) distrutta dalla separazione della figlia e dall'abbandono dei voti del figlio prete.
Le vicende si sviluppano quasi sempre con il mare come "sfondo" e sempre in paese e nel faro. Storia abbastanza intuibile (prevedibile) e film che cerca di far ridere con le "battute ad effetto" che rompono il ritmo della narrazione di tanto in tanto. Film in linea con le previsioni di chi si accinga a vederlo dopo aver visto il trailer: voto 6--/6 ovvero tra due stelle e due stelle e mezzo.
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[+] analisi del film da razionalista privo di poesia
(di zoltan73)
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 26 ottobre 2013
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comico, graffiate, e profondo. splendidi paesaggi
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Seconda opera, come regista (ed attore) di Rocco Papaleo, attore italiano di 55 anni, mai protagonista assoluto in un film ma sempre con parti abbastanza rilevanti in tantissimi film italiani. Personaggio atipico e poliedrico, dopo “Basilicata coast to coast” ecco il secondo film da regista “Una piccola impresa meridionale” girato ad Oristano, in Sardegna, in posti che non conoscevo m di una bellezza incredibile.
Il mare per noi italiani, si sa, è molto particolare e il paesaggio sardo che si vede nel film è qualcosa di stupendo.
Scenografia a parte, però, Papaleo da meridionale, sceglie di prendere in giro alcune usanze tipiche meridionali: quella delle critiche delle comari, dei “si dice” delle apparenze e della paura di essere sulla bocca di tutti.
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Seconda opera, come regista (ed attore) di Rocco Papaleo, attore italiano di 55 anni, mai protagonista assoluto in un film ma sempre con parti abbastanza rilevanti in tantissimi film italiani. Personaggio atipico e poliedrico, dopo “Basilicata coast to coast” ecco il secondo film da regista “Una piccola impresa meridionale” girato ad Oristano, in Sardegna, in posti che non conoscevo m di una bellezza incredibile.
Il mare per noi italiani, si sa, è molto particolare e il paesaggio sardo che si vede nel film è qualcosa di stupendo.
Scenografia a parte, però, Papaleo da meridionale, sceglie di prendere in giro alcune usanze tipiche meridionali: quella delle critiche delle comari, dei “si dice” delle apparenze e della paura di essere sulla bocca di tutti.
Il suo personaggio, Don Costantino, prete che non è più tale, è semplicemente spettacolare e solo Papaleo e pochi altri attori sarebbero stati in grado di rendere alla perfezione un personaggio così umano.
Ma ciò che colpisce sono gli incredibili personaggi che girano intorno al prete spretato, e soprattutto i temi scabrosi che Papaleo va a toccare: la religione, il finto perbenismo, la prostituzione, i gay, e molti altri, tutti con una vena molto ironica e non vi diciamo altro per non rovinarvi la trama.
Ottima la scelta degli attori con una citazione particolare per Giuliana Lojodice, 73 anni che interpreta la mamma di Papaleo-Don Costantino: la parte è limitata ma l’attrice dà il meglio di se stessa e si vede che è soprattutto un’attrice di teatro. Molto brava.
In conclusione siamo di fronte ad un buon film, originale e graffiante, comico ma con un’insita denuncia contro il perbenismo e l’ipocrisia: bravo Papaleo..
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fabian t.
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giovedì 17 ottobre 2013
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commedia malinconica e dolceamara
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Non è facile commentare la visione di un film la cui caratteristica principale è quella di presentarsi come una commedia ridotta ai minimi termini e utilizzata come un pretesto per proiettare sensazioni contrastanti, incertezze e malinconie. Proprio per questa piccola anomalia, diciamo così, il film di Papaleo possiede punti di forza e punti di debolezza che convivono senza problemi. Abbandonato il viaggio catartico e spassoso del precedente "Basilicata coast to coast", qui tutto si svolge nei pressi di un faro che, come c'è da immaginarsi, sta a lì a rappresentare la ricerca di una via da percorrere per un insieme di persone abbastanza fuori dal comune e in cerca di stabilità emotiva. L'agitazione interiore dei personaggi contrasta con la placida bellezza del paesaggio che in qualche modo, lentamente, diviene esso stesso attore e spettatore di vicende ingarbugliate e tendenzialmente ingestibili.
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Non è facile commentare la visione di un film la cui caratteristica principale è quella di presentarsi come una commedia ridotta ai minimi termini e utilizzata come un pretesto per proiettare sensazioni contrastanti, incertezze e malinconie. Proprio per questa piccola anomalia, diciamo così, il film di Papaleo possiede punti di forza e punti di debolezza che convivono senza problemi. Abbandonato il viaggio catartico e spassoso del precedente "Basilicata coast to coast", qui tutto si svolge nei pressi di un faro che, come c'è da immaginarsi, sta a lì a rappresentare la ricerca di una via da percorrere per un insieme di persone abbastanza fuori dal comune e in cerca di stabilità emotiva. L'agitazione interiore dei personaggi contrasta con la placida bellezza del paesaggio che in qualche modo, lentamente, diviene esso stesso attore e spettatore di vicende ingarbugliate e tendenzialmente ingestibili. Ecco allora emergere una chiave di lettura che è quella dell'approccio al pregiudizio, visto da dentro - attraverso i protagonisti - e da fuori, con la società perbenista e tendenzialmente ipocrita. Il suggerimento è chiaro: vedere le persone come tali fuggendo da qualunque sovrastruttura sociale o cinico luogo comune; questo sembra essere l'unico punto in comune di questo gruppo eterogeneo di individui la cui "impresa" (da cui probabilmente il titolo) è quella di accettare il piccolo mondo in cui si ritrovano a vivere e farsi accettare senza perdere la propria identità. Da un punto di vista della rappresentazione scenica, il film sembra procedere quasi per inerzia, senza svolte creative o situazioni veramente divertenti o sorprendenti. Poca energia, da questo punto di vista, e tanta attenzione (forse troppa) alle problematiche sessuali e di coppia, con un'ostentata e un po' irritante prorompenza fisica della brava Bobulova, sacrificando in parte la storia che tutto sommato si svolge senza troppa originalità. Ma nel complesso il film merita di essere visto, con tutti i suoi pregi e difetti.
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[+] bravo!
(di zoltan73)
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rita branca
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venerdì 18 ottobre 2013
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formula base: dialetti pugliesi e paesaggi sardi
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Una piccola impresa meridionale, film (2013) di Rocco Papaleo con Barbara Bobulova, Rocco Papaleo, Riccardo Scamarcio, Sara Felderbaum, Claudia Potenza, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giuliana Lojodice, Giorgio Colangeli
Film gradevole ambientato prevalentemente in un vecchio faro in rovina appartenuto ad una famiglia meridionale ridotta a brandelli secondo i benpensanti del vicino centro urbano, sintetizzato nella severa madre vedova per ossequiare la quale il figlio maggiore, spretato, è relegato, affinché non si sappia, evitando alla donna l’umiliazione dei pettegolezzi paesani.
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Una piccola impresa meridionale, film (2013) di Rocco Papaleo con Barbara Bobulova, Rocco Papaleo, Riccardo Scamarcio, Sara Felderbaum, Claudia Potenza, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giuliana Lojodice, Giorgio Colangeli
Film gradevole ambientato prevalentemente in un vecchio faro in rovina appartenuto ad una famiglia meridionale ridotta a brandelli secondo i benpensanti del vicino centro urbano, sintetizzato nella severa madre vedova per ossequiare la quale il figlio maggiore, spretato, è relegato, affinché non si sappia, evitando alla donna l’umiliazione dei pettegolezzi paesani.
Il faro solitario però nel corso di un breve arco di tempo si anima di altri ospiti, anch’essi in fuga dal comune pregiudizio: un’ex prostituta, un marito tradito, inseguito da frotte di bambini che lo beffeggiano, una coppia lesbica, la scontrosissima madre e una piccolissima impresa edilizia familiare che è chiamata a ristrutturare il faro che sarà trasformato in un bell’albergo.
Intreccio accattivante, condito con molte frasi ad effetto, forse troppe, splendida fotografia, davvero una goduria infinita per l’occhio sia grazie alle bellezze mozzafiato dei paesaggi sardi in cui le scene sono girate, che di quella non meno avvincente della sempre bravissima Barbara Bobulova. Molto piacevole la colonna sonora e si sottolineano la bravura degli interpreti, con un plauso speciale per Giovanni Esposito e Giampiero Schiano che regalano momenti di liricità. Degna di nota è anche la delicatezza con cui è trattato l’amore lesbico.
Rita Branca
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