Una piccola impresa meridionale |
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Un film di Rocco Papaleo.
Con Riccardo Scamarcio, Barbora Bobulova, Rocco Papaleo, Sarah Felberbaum, Claudia Potenza.
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Commedia,
durata 103 min.
- Italia 2012.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 ottobre 2013.
MYMONETRO
Una piccola impresa meridionale ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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giovedì 11 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Papaleo abbandona l'amata Basilicata per girare in Sardegna, nella provincia di Oristano, senza dimenticare la sua grande passione per la musica, che fa capolino anche stavolta. L'artista lucano è don Costantino, un prete spretato, confinato nel vecchio e diroccato faro del paese natio per evitare maldicenze. Quel faro diventa piano piano il ritrovo di personaggi bizzarri, come il cognato cornuto dell'ex sacerdote o una ex prostituta, trasformando il faro stesso in una sorta di refugium peccatorum. Film decisamente meno bello e meno riuscito dell'esordio alla regia di Papaleo, questa è un'opera malinconica e verosimile in cui spicca un personaggio sopra le righe, un "alieno" nella pellicola, ovvero Arturo, il cornuto sbeffeggiato da tutti, con Papaleo che si ritaglia un ruolo più defilato per dedicarsi alla regia e mettere in risalto proprio il personaggio interpretato da Scamarcio. Il regista gioca con gli stereotipi, in particolare con quelli del meridione, il tono è quello della commedia ll'italiana alla Pietro Germi (più o meno), col fulcro comico rappresentato da mamma Stella che confina il figlio per poi soccombere di fronte al secondo "scandalo" che la travolge, ovvero la figlia che lascia il marito per scappare con un misterioso amante. Il contesto dove si svolge l'azione e si muovono i personaggi appare sospeso, quasi surreale, ma tutto sommato verosimile, Papaleo dirige con sobrietà un film prevedibile, buonista, con una struttura definita e già vista, senza alcuna novità di narrazione o di costruzione, con l'ottimismo di fondo che diventa una zavorra terrificante. Si incrociano sogni infranti, destini e voglia di ricominciare, di una seconda possibilità, col faro, grande protagonista della pellicola, che è metafora della luce ma anche punto nevralgico e centrale per essere punto di raccolta dei personaggi e dei loro dubbi, problemi, esperienze e confessioni.
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