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Non ci poteva essere conclusione migliore. La trilogia di “Batman” firmata Cristopher Nolan termina con un film che lascia senza fiato, coinvolge e sorprende. Finito lo storico antagonismo con Joker, Bruce Wayne si trova ora ad affrontare nuovi nemici, dichiarati e occulti.
Tra gli aspetti che emergono con maggiore evidenza c’è l’umanità dei personaggi, rappresentata e indagata nelle innumerevoli sfumature dell’anima che stanno tra il Bene e il Male: tutti sono messi in discussione, tutti hanno compiuto o compiono azioni controverse e soggette a giudizi diversi.
La sceneggiatura (firmata dai fratelli Nolan) conferisce alla narrazione un carattere estremamente distopico: i reclusi e gli sfruttati tentano, con ogni mezzo, di sovvertire l’ordine sociale e spodestare coloro che a Gotham hanno avuto a lungo il potere.
In un cast stellare che vede, tra gli altri, due icone come Morgan Freeman e Michael Caine, va segnalata la prova di Anne Hathaway, Catwoman conturbante e misteriosa. Ottima anche l’interpretazione di Cristian Bale nei panni di un Batman solitario, provato fisicamente e mentalmente dagli eventi del passato.
Una nota di merito va data alla colonna sonora di Hans Zimmer: come nel “Cavaliere oscuro” la musica si integra perfettamente con le immagini e le emozioni che queste vogliono suscitare.
Si è soliti dire che l’ultimo episodio di una trilogia sia il meno convincente. Questa pellicola è, forse, l’eccezione che conferma la regola. Nolan ha creato un “Batman” totalmente diverso dagli altri: allo stesso tempo approfondito, ripensato e rinnovato. Come spesso gli capita, non ha fallito.
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