Titolo originale | Antiviral |
Anno | 2012 |
Genere | Horror |
Produzione | Canada, USA |
Regia di | Brandon Cronenberg |
Attori | Caleb Landry Jones, Sarah Gadon, Malcolm McDowell, Douglas Smith, Joe Pingue Nicholas Campbell. |
MYmonetro | 2,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 settembre 2020
Argomenti: Virus
La storia di Syd March, dipendente in una clinica che vende iniezioni di virus raccolti da celebrità malate, per i fan ossessionati.
CONSIGLIATO NÌ
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Syd March è uno dei controllatissimi dipendenti della Clinica Lucas, specializzata nel vendere ad alto prezzo virus che affliggono celebrità. Gli acquirenti sono i fan delle suddette che vogliono sentirsi sempre più intimi con i loro idoli. Syd ha però sottratto una macchina alla clinica e vende illegalmente alcuni virus. Anche lui però è infettato da un virus: quello di Hannah Geist, una giovane e bellissima star di cui viene annunciata la morte. Se ne celebra anche il funerale ma non tutto è come lo si vuol fare apparire. Buon sangue (anche se affetto da virus) non mente si potrebbe dire inizialmente dinanzi a questa opera prima realizzata da un Cronenberg junior. Alcuni dei temi paterni infatti ricorrono con pervicace insistenza in tutto il film. L'ossessione per tutto ciò che è organico, i dettagli di escrezioni patologiche, la progressiva consunzione di un essere umano divorato da un'ossessione. Sembrerebbe quasi un passaggio di testimone visto che il padre con A Dangerous Method sembra essersi orientati verso altre atmosfere. Anche la tematica sociofuturistica appare rispettata. Un mondo così ossessionato dal divismo da giungere agli estremi di voler provare gli stessi stadi di malattia dei propri modelli. Ciò però che potrebbe divenire simbolicamente ancor più efficace è lo stadio intermedio che viene descritto con una sequenza che merita di entrare in un'ipotetica antologia del cinema visionario. Syd entra in un negozio di alimentari in cui si vendono prodotti realizzati con cellule delle star clonate. Si possono cioè acquistare fette di cellule del divo preferito per mangiarsele tranquillamente per cena. Ancora più oltre si va quando entra in scena il personaggio del Dottor Abendroth (che ha il volto dell'indimenticabile Malcolm McDowell) il quale è riuscito a soddisfare anche una sua perversione erotica (che non va rivelata). Tutto (o molto) sembrerebbe quindi funzionare in questo film d'esordio. Sembrerebbe. Perché in realtà Antiviral soffre anch'esso di un virus. Lo potremmo definire manierismo cronico acquisito per via genetica. Tutto ciò di cui sopra nel cinema paterno (anche nei film meno riusciti) avrebbe acquisito il respiro di una riflessione capace di scavare in profondità. Qui finisce con il costituire un accumulo di situazioni che cercano di sostenersi sterilmente l'una con l'altra rischiando purtroppo la ripetitività.
Dipendente infedele di una società che si occupa, dietro compenso, di inoculare i virus patogeni che infettano il sangue di personaggi famosi ad i loro morbosi ammiratori, Syd March utilizza il proprio corpo per trafugarli e rivenderli nel mercato nero. Quando si inietta il siero di una stella del cinema affetta da una letale febbre emorragica, si ritrova al centro di una spietata e clandestina [...] Vai alla recensione »
In un ipotetico futuro, molto prossimo, esistono cliniche specializzate nella vendita di virus che hanno colpito le celebrità. Il culto delle celebrità è talmente diffuso che la gente va a comprare questi virus per sentirsi uguali ai propri idoli. L'opera prima del figlio di Cronenberg riprende alcuni elementi tipici del cinema del padre: la scienza vista come mezzo di distruzione [...] Vai alla recensione »
Chissà che spaventose favole della buonanotte ha raccontato David Cronenberg a suo figlio Brandon. Certo Antiviral, il primo lungometraggio del ragazzo, presentato ieri a Un certain regard e candidato alla Caméra d’or, è cronenberghiano fin dal titolo. L’aria di famiglia si respira nelle scenografie ospedaliere, nella manìa per la commistione fra corpi e macchine, nella predilezione per l’emottisi [...] Vai alla recensione »
Delude anche Antiviral, opera prima di Brandon Cronenberg, figlio di David, che purtroppo però sembra la brutta copia dei primi film diretti dal celebre genitore. Siamo infatti in una società dove la passione per i divi dello spettacolo ha raggiunto limiti estremi e i fan si fanno inoculare le stesse malattie dei loro miti. Quando un virus viene manipolato e diventa mortale, le cose si complicano. Vai alla recensione »