Anno | 2011 |
Genere | Thriller |
Produzione | Francia, Gran Bretagna |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Pawel Pawlikowski |
Attori | Joanna Kulig, Samir Guesmi, Ethan Hawke, Kristin Scott Thomas . |
MYmonetro | 2,55 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 maggio 2012
Uno scrittore americano si trasferisce a Parigi per essere più vicino alla figlia e si ritrova subito a cadere in disgrazia.
CONSIGLIATO NÌ
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Scrittore di un unico romanzo, l'americano Tom Ricks si reca a Parigi per cercare di stabilire un contatto con la figlioletta di sei anni cui non può avvicinarsi per un'ordinanza del tribunale. Giunto nella casa dove vive, è subito allontanato dall'arrivo della polizia, prontamente chiamata dall'ex moglie. Dopo aver subito il furto di soldi e bagaglio, si stabilisce in uno squallido alberghetto il cui proprietario gli propone un lavoro notturno al fine di poter pagare il fitto: non deve far altro che controllare, attraverso un monitor, l'ingresso di uno strano seminterrato. Durante un party letterario, Tom conosce poi la misteriosa e sensuale Margit, con cui stringe presto una relazione che contribuirà a cambiare il corso della sua vita.
Dietro alle spesse lenti, l'affascinante romanziere interpretato da Ethan Hawke nasconde uno sguardo infantile, capace di stupirsi, attento alle piccole cose, a quelle "voci della foresta" che sono il tema del suo fortunato libro d'esordio; in un'indicativa sequenza, si scambia per gioco gli occhiali con la sua bambina, dicendolo chiaramente: "vediamo il mondo allo stesso modo". Ad una prima ora dove l'obiettività della messa in scena non è mai in dubbio segue un ultimo terzo di aperture oniriche e rivelazioni, illusioni e reticenze, dove l'istanza narrante si avvicina alla natura più profonda del suo protagonista. Traendo spunto da "Margit" di Douglas Kennedy, edito anche in Italia, Pawel Pawlikowski dirige uno strampalato thriller con ambizioni metafisiche sul senso della perdita e della solitudine, che finisce col perdersi nel gorgo degli stimoli suscitati dalle sue stesse immagini: astrazione e concretezza, infatti, non riescono a coagularsi, lasciando sempre il mistero fuori dalla porta di un incerto labirinto cui difetta inoltre una chiave stilistica precisa. La singola sequenza - ce ne sono di riuscite - non basta a creare la scintilla necessaria ad un testo che segue strade già ampiamente battute senza apportare alcuna innovazione a livello drammaturgico o visivo. La dignitosa confezione e l'impegno degli attori sopperiscono quanto possono alla carenza di idee della regia, alla sensazione del già visto, alla stracca ripetizione di un copione che avrebbe necessitato di un miglior dosaggio tra piglio visionario e impianto realistico, squarcio e realtà. Al suo quarto lungometraggio di finzione, il polacco Pawlikowski poco aggiunge al già nutrito numero di pellicole che si interrogano sui lapsus del vedere e sui baratri dentro i quali possono scivolare gli occhi della mente.
Difficile dare una definizione di questo film che mescola stili e direzioni, proponendo alternativamente la chiave romantica, la chiave onirica, la chiave surreale e la chiave psicologica, senza mai trovare la serratura giusta. Lo scrittore americano Tom Ricks, si reca a Parigi per vedere la figlia, da cui lo separa un ordine restrittivo voluto dall'ex moglie, perde bagaglio e portafoglio, si stabilisce [...] Vai alla recensione »
Raccontare la trama di questo film è davvero difficile, visto che una vera e proprio trama non esiste. C'è questo professore americano che sbarca a Parigi per ricongiungersi con la moglie e la figlia, che però lo rifiutano. Ci sono poi strani personaggi, alcuni fantasmi, altri loschi individui, ognuno con una sua storia che non viene mai raccontata.