Qualunquemente |
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Un film di Giulio Manfredonia.
Con Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano.
continua»
Commedia,
durata 96 min.
- Italia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 21 gennaio 2011.
MYMONETRO
Qualunquemente
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Grottescamente politicodi Marce84Feedback: 4633 | altri commenti e recensioni di Marce84 |
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domenica 13 febbraio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La realtà che supera la fantasia: è una frase troppe volte usata, ma mai come stavolta instaura un perfetto parallelismo tra situazione politica attuale e reale e situazione surreale del politico inventato da Antonio Albanese. Il pregio del film è quello di essere una commedia che facendo sorridere fa riflettere, che nella sua amarezza fa pensare, che forse non farà ridere a crepapelle come altre commedie scanzonate e più leggere, vedi Checco Zalone; ma la commedia di Albanese pare essere più sofisticata, una sorta di denuncia nel fotografare la situazione politica di un paese del sud, che poi non sembra essere così troppo distante dal resto del paese. Vengono messi a nudo, in particolar modo, utilizzando il tono grottesco e ironico, i meccanismi della propaganda: discorsi vuoti, promesse surreali, con riferimenti forti all’attualità. Si parla di giustizia “bastasa”, di abolizione dell’Ici, “tu mi voti e io ti sistemo”, il partito del Pilu con riferimento forte al modo in cui viene trattato il sesso femminile in una società che dovrebbe definirsi civile ed anche un cenno ai media e al loro essere sbilanciatamente a favore di un esponente. E’ il trionfo del male e si ride soprattutto per esorcizzarlo, perché il sorriso è spesso amaro e sospeso a metà. Perché l’ignoranza, il Qualunquismo, le violenze e le prevaricazioni non hanno alcun limite, tutto è portato all’estremo e al paradosso dal personaggio del politico ultracorrotto e amorale. E la fotografia non è ristretta solamente al piccolo paese del sud, ma si estende a tutta la penisola così come ci vuole indicare il finale del film. Spassoso, invece, il personaggio di Rubini: il meridionale del Nord che torna al Sud e violenta la sua natura genuina con una parlata tipicamente lombarda ed un contegno di sé che sa tanto di artificiale. “Infinemente” si tratta di un trionfo dell’ignoranza e dell’illegalità, per cui si può ridere e pensare, ma con un obiettivo di denuncia neanche troppo velato, perché davvero la realtà non superi troppo la fantasia e diventare complici di un Cetto La Qualunque è un pericolo che corriamo tutti noi ogni giorno. VOTO 6.5
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