lindo
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venerdì 14 maggio 2010
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innovativo
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uno Sherlock Holmes come non si era mai letto o visto, film divertente, con molta azione e ben strutturato, trama fantastica e gli attori sono molto bravi!
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cindowen
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martedì 4 maggio 2010
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divertente!
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Fa piacere vedere in un film uno Sherlock Holmes più simile al personaggio a suo tempo creato da Conan Doyle e finalmente svincolato dallo stereotipo dell'investigatore cerebrale, malinconico, compassato e un tantino presuntuoso cui le pellicole e le serie televisive precedenti ci avevano abituato! Guy Ritchie propone uno Sherlock stralunato, geniale, iperattivo, pronto a menare le mani (con notevole competenza anche) e perfettamente inserito in una fumosa Londra vittoriana di cui conosce ogni anfratto, che sperimenta su se stesso sostanze improponibili ("Quello che vi siete bevuto viene usato in chirurgia oftalmica!") e che duetta con un dottor Watson deciso e scatenato quasi quanto lui, anche se più riflessivo e con i piedi per terra.
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Fa piacere vedere in un film uno Sherlock Holmes più simile al personaggio a suo tempo creato da Conan Doyle e finalmente svincolato dallo stereotipo dell'investigatore cerebrale, malinconico, compassato e un tantino presuntuoso cui le pellicole e le serie televisive precedenti ci avevano abituato! Guy Ritchie propone uno Sherlock stralunato, geniale, iperattivo, pronto a menare le mani (con notevole competenza anche) e perfettamente inserito in una fumosa Londra vittoriana di cui conosce ogni anfratto, che sperimenta su se stesso sostanze improponibili ("Quello che vi siete bevuto viene usato in chirurgia oftalmica!") e che duetta con un dottor Watson deciso e scatenato quasi quanto lui, anche se più riflessivo e con i piedi per terra. I battibecchi tra i due sono una delle caratteristiche più divertenti del film: vertono su panciotti sottratti (o prestati?) da Holmes a Watson, sulla futura moglie di Watson, sulle sregolate abitudini dell'investigatore e cosi via, e li fanno sembrare due anziani coniugi che bisticciano su tutto.
Il ritmo è sostenuto, con belle trovate, ottime scene d'azione e una discreta scenografia. La trama è quella che è, infarcita di rituali pseudomassonici, cospiratori vari e con un cattivo che usa poteri mentali e pratiche magiche al fine di dominare il mondo. Mi ha deluso un po' l'attore che interpreta Lord Blackwood, secondo me troppo statico e scontato, mentre Robert Downey jr. e Jude Law reggono benissimo alla prova, si producono sia in perfetti tempi comici che in intense scene d'azione, coniugando tecnica recitativa e fisicità e dando l'idea di essersi divertiti da matti. Insomma, un film un po' fuori dagli schemi, che non si presta sicuramente a profonde riflessioni ma è godibilissimo e ben realizzato.
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emma231
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domenica 2 maggio 2010
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da stare incollati allo schermo
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Questo film l'ho visto a casa mia e, anche se non ho mai letto i libri di Holmes, mi è piaciuto molto perchè è un film che ti fa stare incollato allo schermo. Non sai mai cosa potrebbe succedere da una scena ad un'altra e, chi ha letto i libri, mi ha detto che i personaggi si rivedono perfettamente nel film...Molto bravi Robert Downey Jr. e Jude Law.
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ellie83
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martedì 27 aprile 2010
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poco più di un film per ragazzi
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"Il bambino ha le potenzialità, ma non si applica": il commento preferito dagli insegnanti potrebbe calzare a pennello su Ritchie e su questa rivisitazione di Sherlock Holmes. La verve c'è, il comparto tecnico anche, e così l'entusiasmo: cosa manca? Manca un vero regista, manca quel tocco personale che vada al di là delle disneyane scaramucce tra Holmes e Watson, manca l'attenzione a un pubblico di età superiore ai tredici anni. Come film per ragazzi avrebbe la sua ragion d'essere: per tutti gli altri, una pellicola buona a strappare un paio di risate o poco più. Meglio di niente, ma, visto che siamo andati a scomodare Doyle, era lecito aspettarsi ben altro impegno.
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"Il bambino ha le potenzialità, ma non si applica": il commento preferito dagli insegnanti potrebbe calzare a pennello su Ritchie e su questa rivisitazione di Sherlock Holmes. La verve c'è, il comparto tecnico anche, e così l'entusiasmo: cosa manca? Manca un vero regista, manca quel tocco personale che vada al di là delle disneyane scaramucce tra Holmes e Watson, manca l'attenzione a un pubblico di età superiore ai tredici anni. Come film per ragazzi avrebbe la sua ragion d'essere: per tutti gli altri, una pellicola buona a strappare un paio di risate o poco più. Meglio di niente, ma, visto che siamo andati a scomodare Doyle, era lecito aspettarsi ben altro impegno.
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vyrusone
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venerdì 23 aprile 2010
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holmes esplosivo
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Un film d'azione ben fatto,divertente dall'inizio alla fine.Ottima location.Robert Downey Jr. e Jude Law coppia scoppiettante!
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vittorio
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venerdì 23 aprile 2010
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simpatico!!
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Film simpatico e travolgente, con una splendida fotografia e ottime interpretazioni.....
Aspettiamo il sequel.....
Da vedere....
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luana.lu
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mercoledì 21 aprile 2010
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forte!!
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Quanto mi è piaciuto questo film!! Divertentissimo!
Spero ci sia presto un seguito! :-D
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cianoz
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mercoledì 21 aprile 2010
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sconclusianato e raffazzonato
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Alcune trovate sono buone, come l'idea di base di dare una veste tutta nuova a Holmes e Watson.
Ma il film è decisamente brutto. Scene sconclusionate, confuse, senza uno sviluppo ragionato. Holmes che si trova in posti, situazioni, congetture e conclusioni senza alcun legame logico tra una cosa e l'altra, tra un "prima" e un "dopo". Pieno di situazioni monche di spiegazione e di uno sviluppo sensato appare come una accozzaglia di scene costruite pessimamente. In molte scene si aggiunge anche l'uso scadente della computer grafica, che mostra degli sfondi che sembrano decisamente posticci e artificiali. Film brutto e fatto male. Naturalmente gli amanti delle scene d'azione e degli effetti speciali fini a se stessi non rimane deluso.
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Alcune trovate sono buone, come l'idea di base di dare una veste tutta nuova a Holmes e Watson.
Ma il film è decisamente brutto. Scene sconclusionate, confuse, senza uno sviluppo ragionato. Holmes che si trova in posti, situazioni, congetture e conclusioni senza alcun legame logico tra una cosa e l'altra, tra un "prima" e un "dopo". Pieno di situazioni monche di spiegazione e di uno sviluppo sensato appare come una accozzaglia di scene costruite pessimamente. In molte scene si aggiunge anche l'uso scadente della computer grafica, che mostra degli sfondi che sembrano decisamente posticci e artificiali. Film brutto e fatto male. Naturalmente gli amanti delle scene d'azione e degli effetti speciali fini a se stessi non rimane deluso. Il resto del mondo dotato di una media intelligenza può trovare solo che banale e raffazzonato il tutto.
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19umbag65
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venerdì 16 aprile 2010
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....'duri' a morire...
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Dimentichiamo il vecchio stereotipo che ha accompagnato il nostro immaginario della fanciullezza e non solo, qui si va a scavare nella natura più 'vera' del detective più arguto della Londra d'epoca vittoriana descritta nelle righe di Conan Doyle, ci troviamo di fronte quindi a una rilettura di singolar fattura, un abile sherlock-pugile che prevede a rallenty le sue mosse successive per sconfiggere l'avversario, combattimenti vari insieme al suo fido Watson da far invidia al più navigato film di genere con Jackie Chan, esplosioni pazzesche ancora in rallenty, campi e controcampi mirati sembra a giustificare un budget esorbitante in effetti digitali, oramai abbondanti e il più delle volte ingiustificati nelle pellicole americane et europee.
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Dimentichiamo il vecchio stereotipo che ha accompagnato il nostro immaginario della fanciullezza e non solo, qui si va a scavare nella natura più 'vera' del detective più arguto della Londra d'epoca vittoriana descritta nelle righe di Conan Doyle, ci troviamo di fronte quindi a una rilettura di singolar fattura, un abile sherlock-pugile che prevede a rallenty le sue mosse successive per sconfiggere l'avversario, combattimenti vari insieme al suo fido Watson da far invidia al più navigato film di genere con Jackie Chan, esplosioni pazzesche ancora in rallenty, campi e controcampi mirati sembra a giustificare un budget esorbitante in effetti digitali, oramai abbondanti e il più delle volte ingiustificati nelle pellicole americane et europee.
Inoltre la coppia Doweny Jr. e Law è efficace solo nella fanfaroneria che rimanda ai più stravisti cliché di coppie di polizziotti stravaganti e affabulatori cosa non giusta nei confronti dei due bravi attori. Non ultime le stucchevoli scenografie digitalmente (è chiaro) cesellate di un finto disarmante, il London Bridge in costruzione è un pò ridicolo.
C'è tutta una storia che sospinta a pié lesto da una sceneggiatura schizoide, non si fa seguire col giusto tempo, si corre a perdifiato e si perdono dettagli preziosi, una fretta non consona alla proverbiale natura sì dinamica ma anche riflessiva del noto detective letterario. Forse per capire il senso di tutto questo può aiutare il fatto che il film si ispira ad un fumetto, ma è assai arduo rendere la stessa godibilità animando vignette.
Il regista Ritchie anche autore della sceneggiatura, non a caso è noto per l'adrenalinico 'The Snatch'.
Comunque c'era da aspettarselo...ma perché tanta vuotezza! Perché non andare con la memoria alla eccellente coppia Basil Rathbone (Sherlock) e Nigel Bruce (Watson) di un cinema d'altri tempi, e tracciare una linea non necessariamente diritta per arrivare ad oggi, congiungere le due epoche e poi a piacimento tornare nel mezzo dove probabilmente risiedono tempi più misurati e verità per ognuno...ciao a tutti!
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teo '93
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mercoledì 7 aprile 2010
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holmes: scatenato quanto essenziale
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Pipa alla bocca e portamento all british? Roba d’altri tempi. Sepolto il vecchio e razionale gentleman nato dalla penna di Arthur Conan Doyle, Guy Ritchie (regista di Snatch-Lo strappo, Revolver e Rocknrolla) traspone in sequenze il personaggio del più grande mito investigativo oltremanica, già rielaborato dal tratto di Lionel Wilgram (autore, appunto, del fumetto da cui il film è tratto). Lo fa condendo la sua leggenda con un piglio spiccatamente punk, costruendo una Londra sudicia e infernale (ricreata nei docks di Liverpool) e imbevendola di mistero paranormale. Robert Downey Jr. (geniale in un ruolo per cui sembra tagliato e meritatamente vincitore del Golden Globe) è un Holmes cinico, abile esecutore di tecniche marziali (la lotta baritsu, una specie di ju-jiitsu), tinto di scaltrezza e pungente ironia, abile e arguto osservatore, che ostenta la sua (apparentemente) irrazionale dote investigativa dimostrando, tra scariche elettriche, scazzottate, voli da finestre ottocentesche, una caparbia fascinosamente bohemien.
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Pipa alla bocca e portamento all british? Roba d’altri tempi. Sepolto il vecchio e razionale gentleman nato dalla penna di Arthur Conan Doyle, Guy Ritchie (regista di Snatch-Lo strappo, Revolver e Rocknrolla) traspone in sequenze il personaggio del più grande mito investigativo oltremanica, già rielaborato dal tratto di Lionel Wilgram (autore, appunto, del fumetto da cui il film è tratto). Lo fa condendo la sua leggenda con un piglio spiccatamente punk, costruendo una Londra sudicia e infernale (ricreata nei docks di Liverpool) e imbevendola di mistero paranormale. Robert Downey Jr. (geniale in un ruolo per cui sembra tagliato e meritatamente vincitore del Golden Globe) è un Holmes cinico, abile esecutore di tecniche marziali (la lotta baritsu, una specie di ju-jiitsu), tinto di scaltrezza e pungente ironia, abile e arguto osservatore, che ostenta la sua (apparentemente) irrazionale dote investigativa dimostrando, tra scariche elettriche, scazzottate, voli da finestre ottocentesche, una caparbia fascinosamente bohemien. Jude Law, invece, veste i panni dello storico assistente, lontano dalla figura goffa e macchiettistica dei romanzi di Doyle, e che qui assume conformazioni caratteriali spigolose e temerarie. Alle prese con Lord Blackwood, spietato capo di una setta massonica nonché potente stregone intenzionato a distruggere l’intero impero britannico, Holmes e Watson dovranno vedersela con i misteri intrecciati a questo diabolico piano. Strutturata su di una sceneggiatura che alterna momenti frizzanti a cadute monotone, la regia di Ritchie è vivace ma, risentendo purtroppo di un ritmo sincopato e poco incalzante, terribilmente ellittica. Pur conservando il loro accattivante aplomb, i due protagonisti peraltro si muovono alquanto meccanicamente in un’ambientazione sfuggente e superficiale (poca attenzione ai costumi, alle caratterizzazioni femminili, una scenografia che rende bene l’aspetto sudicio della Londra ottocentesca, ma è alquanto essenziale, imbellettata da immancabili effetti computerizzati o in slow-motion).
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