Sherlock Holmes |
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Un film di Guy Ritchie.
Con Robert Downey Jr., Rachel McAdams, Jude Law, Mark Strong, Eddie Marsan.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 128 min.
- USA, Gran Bretagna, Australia 2009.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 25 dicembre 2009.
MYMONETRO
Sherlock Holmes
valutazione media:
2,87
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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holmes: scatenato quanto essenzialedi teo '93Feedback: 2578 | altri commenti e recensioni di teo '93 |
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mercoledì 7 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pipa alla bocca e portamento all british? Roba d’altri tempi. Sepolto il vecchio e razionale gentleman nato dalla penna di Arthur Conan Doyle, Guy Ritchie (regista di Snatch-Lo strappo, Revolver e Rocknrolla) traspone in sequenze il personaggio del più grande mito investigativo oltremanica, già rielaborato dal tratto di Lionel Wilgram (autore, appunto, del fumetto da cui il film è tratto). Lo fa condendo la sua leggenda con un piglio spiccatamente punk, costruendo una Londra sudicia e infernale (ricreata nei docks di Liverpool) e imbevendola di mistero paranormale. Robert Downey Jr. (geniale in un ruolo per cui sembra tagliato e meritatamente vincitore del Golden Globe) è un Holmes cinico, abile esecutore di tecniche marziali (la lotta baritsu, una specie di ju-jiitsu), tinto di scaltrezza e pungente ironia, abile e arguto osservatore, che ostenta la sua (apparentemente) irrazionale dote investigativa dimostrando, tra scariche elettriche, scazzottate, voli da finestre ottocentesche, una caparbia fascinosamente bohemien. Jude Law, invece, veste i panni dello storico assistente, lontano dalla figura goffa e macchiettistica dei romanzi di Doyle, e che qui assume conformazioni caratteriali spigolose e temerarie. Alle prese con Lord Blackwood, spietato capo di una setta massonica nonché potente stregone intenzionato a distruggere l’intero impero britannico, Holmes e Watson dovranno vedersela con i misteri intrecciati a questo diabolico piano. Strutturata su di una sceneggiatura che alterna momenti frizzanti a cadute monotone, la regia di Ritchie è vivace ma, risentendo purtroppo di un ritmo sincopato e poco incalzante, terribilmente ellittica. Pur conservando il loro accattivante aplomb, i due protagonisti peraltro si muovono alquanto meccanicamente in un’ambientazione sfuggente e superficiale (poca attenzione ai costumi, alle caratterizzazioni femminili, una scenografia che rende bene l’aspetto sudicio della Londra ottocentesca, ma è alquanto essenziale, imbellettata da immancabili effetti computerizzati o in slow-motion).
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