Titolo originale | Lei Wangzi |
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina, Hong Kong, Taiwan |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Yonfan |
Attori | Chih-Wei Fan, Terri Kwan, Hsiao-chuan Chang, Kenneth Tsang . |
MYmonetro | 2,59 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 24 agosto 2009
Sotto l'apparente serenità di una famiglia nella Taiwan del 1954 si celano dei segreti mai confessati che, complice il clima di sospetto e di paura dovuto alla situazione politica del periodo, porteranno in breve tempo a delazioni, tradimenti e tragedie
CONSIGLIATO NÌ
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Seppur cinese di nascita, Yonfan ha lavorato a lungo nel cinema di Hong Kong e da lì ha assorbito la capacità di abbracciare i generi più disparati, alternando produzioni exploitation all'erotismo di Bishonen e altro ancora. Con Prince of Tears siamo invece di fronte a purissimo cinema d'autore, un levigato melò tradizionale su amori irrealizzabili o tragicamente realizzati sullo sfondo della turbolenta Taiwan degli anni '50. Fotografia splendida (Yonfan è stato anche rinomato direttore della fotografia) ed effetto oleografico garantito, anche a scapito di quell'irriverenza che era specificità per il regista. Il modello è quello di Everlasting Regret di Stanley Kwan, rispetto al quale manca sì una protagonista del calibro di Sammi Cheng, ma la politica assume un ruolo centrale, puntando l'indice sulla carneficina perpetrata nel periodo del Terrore Bianco; una pagina di storia molto meno nota delle violenze compiute dal fronte opposto nella Cina continentale e che per molti versi ricorda una forma estrema e sanguinosa di maccartismo. Al centro rimane comunque l'intreccio sentimentale della famiglia e dei personaggi che gravitano attorno ad essa, a lungo osservato dal punto di vista, innocente ma sincero, delle due bambine, prima di trovare il suo climax nel finale, il racconto degli amanti perduti, che tali sono già dal principio. Bastano poche scene, infatti, per capire che la donna bellissima ed emancipata interpretata da Terri Kwan o il soldato Sun Han-sun (Joseph Chang) sono già spettri, icone di una bidimensionalità fiabesca - il Prince of Tears che dà nome al titolo è una favola con un forte sfondo sociale che fa da collante tra le storie dei diversi personaggi - fuori dal tempo e per questo idealizzata in maniera impossibile. Quasi una storia di fantasmi senza che si debba ricorrere al fantastico: il trapasso fisico dei protagonisti è solo il punto di arrivo di una morte spirituale in atto già da tempo.
HONG KONG — The story usually goes like this: China was taken over by Chairman Mao and became a brutal Communist state. Taiwan broke free and became a vibrant democracy. The ugliness of the last half-century — persecution, martial law, mass execution — happened on the mainland. “Prince of Tears,” the latest film by the Hong Kong-based director Yonfan (who goes by one name), turns that telling of [...] Vai alla recensione »