great steven
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lunedì 12 luglio 2021
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un cinema dove convergere la strage del reich.
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BASTARDI SENZA GLORIA (USA/GERM, 2009) di QUENTIN TARANTINO. Con BRAD PITT, CHRISTOPH WALTZ, MICHAEL FASSBENDER, ELI ROTH, DIANE KRUGER, MéLANIE LAURENT, DANIEL BRUHL, TIL SCHWEIGER, GEDEON BURKHARD, B. J. NOVAK, AUGUST DIEHL, JULIE DREYFUS, QUENTIN TARANTINO ● Il colonnello Hans Landa, investigatore tedesco ingaggiato dalle SS, soprannominato il "cacciatore di ebrei", raggiunge in Francia la famiglia ebrea Dreyfus, tenuta nascosta da un contadino, e provvede a sterminarne i membri: si salva soltanto la giovane Shosanna. Altrove in Europa, il tenente Aldo Reine parte alla volta della Francia occupata dal Terzo Reich con la sua squadra scelta di otto uomini (tutti pendagli da forca, tra piccoli e grandi criminali) allo scopo di effettuare una spietata carneficina di nazisti, pretendendo cento scalpi da ognuno dei suoi sottoposti.
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BASTARDI SENZA GLORIA (USA/GERM, 2009) di QUENTIN TARANTINO. Con BRAD PITT, CHRISTOPH WALTZ, MICHAEL FASSBENDER, ELI ROTH, DIANE KRUGER, MéLANIE LAURENT, DANIEL BRUHL, TIL SCHWEIGER, GEDEON BURKHARD, B. J. NOVAK, AUGUST DIEHL, JULIE DREYFUS, QUENTIN TARANTINO ● Il colonnello Hans Landa, investigatore tedesco ingaggiato dalle SS, soprannominato il "cacciatore di ebrei", raggiunge in Francia la famiglia ebrea Dreyfus, tenuta nascosta da un contadino, e provvede a sterminarne i membri: si salva soltanto la giovane Shosanna. Altrove in Europa, il tenente Aldo Reine parte alla volta della Francia occupata dal Terzo Reich con la sua squadra scelta di otto uomini (tutti pendagli da forca, tra piccoli e grandi criminali) allo scopo di effettuare una spietata carneficina di nazisti, pretendendo cento scalpi da ognuno dei suoi sottoposti. Nel frattempo Shosanna, che ha cambiato identità diventando Emmanuelle Mimieux, gestisce una sala cinematografica ereditata dagli zii con l’aiuto del fidanzato proiezionista nero Marcel; l’incontro col giovane Frederick Zoler, soldato divenuto attore grazie ad un’impresa eroica e finanziato personalmente dal Ministro della Propaganda Joseph Goebbels, convince quest’ultimo ad allestire la première del nuovo film con protagonista Zoler proprio nel cinema di Shosanna. La ragazza coglie l’opportunità per organizzare insieme a Marcel un omicidio collettivo dei più alti esponenti istituzionali del Reich che possa valerle come vendetta. L’istituzione dell’Operazione Kino, una missione segreta in funzione antinazista che viene affidata al tenente Archie Hicox, e la comparsa di Bridget von Hammersmark, famosa attrice tedesca ora al soldo dei servizi segreti britannici, porteranno imprevisti (e violenti) sviluppi nel piano che mira ad annientare lo Stato Maggiore della Germania hitleriana, ma il gruppo di guerriglieri capeggiato dal tenente Reine – conosciuto come "I Bastardi" – non fallirà nel proprio intento. Il settimo lungometraggio di Tarantino, il più ambizioso fino al 2009 e il primo della cosiddetta Trilogia Storica del regista che omaggia (in modo piuttosto velleitario, ma non privo di acume) la Trilogia del tempo di Sergio Leone, rivaluta nella sua personale chiave d’autore la fine della Seconda Guerra Mondiale riscrivendo la Storia. Lo fa con l’abituale contorno di simbolismi vistosi, l’immancabile vena splatter, un cocktail di bevande e idiomi (francese, inglese, tedesco, italiano – in fondo, la pellicola non risulta doppiabile, pena la perdita dell’effetto sorpresa plurilinguistico), l’ambivalenza pericolosa dei rapporti fra agenti di polizia e militari di differenti nazionalità e l’umorismo caustico ormai riconoscibile come un meritato marchio di fabbrica. Eppure il vero perno attorno al quale gira Inglorious Basterds è la capacità del cinema di catalizzare, illudere e indurre a ragionamenti attivi coloro che ne usufruiscono, il cui potere può essere ampliato o ridimensionato dallo stesso mezzo di comunicazione di massa, partendo da cause ben definite che conducono molto spesso a conseguenze imprevedibili o anche solo a interpretazioni distorte della realtà in grado di incanalare i più brutali istinti dell’essere umano. Ne è un esempio lapalissiano, ma pur sempre preoccupante, la svastica che il personaggio di B. Pitt (quando è diretto da Tarantino o dai Coen, tira fuori davvero il meglio della sua verve comico-grottesca!) incide nella fronte dei carnefici. Le citazioni filmiche, inutile sottolinearlo, abbondano, e non a caso l’omaggio, questa volta, va a Enzo Castellari e in particolar modo al suo dimenticabile film del 1978 Quel maledetto treno blindato, del quale Tarantino è estremamente attento a non realizzare un remake senza rinunciare a dirigere l’orchestra che suona a tutto volume la sua passione per il cinema tout court. Passione che Quentin è ben contento di trasmettere, specialmente quando si tratta del suo cinema. E poco importa che l’opus numero sette si basi per intero sulla vendetta: lo spettatore è comunque soddisfatto quando assiste alla punizione dei colpevoli, e assistervi in una prospettiva di ucronia sensazionale, benché un po’ troppo autocompiaciuta, vale il prezzo del biglietto.
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roberto
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domenica 14 marzo 2021
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di genere.
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Deve forse al tendenzionalismo più di una fetta, trattandosi comunque di un genere b-movie
e intenzioni di assurgere a grande cinema, non sembra tutte le volte averne le caratteristiche,
non per l'ncapacità e improvvisazione, ma per le caratteristiche del cine Holliwood.
Seppur con spese ingenti per gli pseudo propositi non negli effetti speciali, scene action
solite e che spesso caratterizzano nel modo migliore quel genere di film.
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mr.rizzus
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lunedì 1 marzo 2021
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capolavoro
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mr.rizzus
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martedì 23 febbraio 2021
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wow
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mr.rizzus
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domenica 14 febbraio 2021
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spettacolare
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andrea s.
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venerdì 13 novembre 2020
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bastardi con tanta gloria: quando la storia controfattuale diventa catartica
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Come sempre nei film di Tarantino si respira profumo di grande cinema, puro amore per la settima arte. In quest’opera che gioca con la storia controfattuale, l'autore si diverte a citare quello che considera, a ragione, uno dei più importanti registi di tutti i tempi: il maestro Sergio Leone. La prima scena è uno straordinario omaggio a C’era una volta il west: l’atmosfera, la luce e le inquadrature sono inconfondibili. Siamo nella Francia occupata dai nazisti e nella casa di un pastore irrompe, con i suoi modi gentili e tremendamente inquietanti, un famigerato cacciatore di ebrei: il colonnello Hans Landa, interpretato magnificamente da Christoph Waltz. Quest’ultimo cerca una giovane ragazza che riesce miracolosamente a scappare e che ritroveremo più tardi a gestire un cinema dove si consumerà il visionario epilogo tarantiniano.
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Come sempre nei film di Tarantino si respira profumo di grande cinema, puro amore per la settima arte. In quest’opera che gioca con la storia controfattuale, l'autore si diverte a citare quello che considera, a ragione, uno dei più importanti registi di tutti i tempi: il maestro Sergio Leone. La prima scena è uno straordinario omaggio a C’era una volta il west: l’atmosfera, la luce e le inquadrature sono inconfondibili. Siamo nella Francia occupata dai nazisti e nella casa di un pastore irrompe, con i suoi modi gentili e tremendamente inquietanti, un famigerato cacciatore di ebrei: il colonnello Hans Landa, interpretato magnificamente da Christoph Waltz. Quest’ultimo cerca una giovane ragazza che riesce miracolosamente a scappare e che ritroveremo più tardi a gestire un cinema dove si consumerà il visionario epilogo tarantiniano. Il film prosegue a capitoli e la storia, sapientemente scritta e diretta, è incentrata su un gruppo di militari ebrei americani, comandati dal tenente Aldo Raine, che sono stati incaricati di una missione segretissima: uccidere i nazisti! Il loro compito lo eseguiranno perfettamente facendo lo scalpo ai caduti e lasciando ai sopravvissuti un ricordo sulla loro pelle: in piena fronte viene incisa con il coltello una svastica a futura memoria: << a guerra finita tutti dovranno sapere che sei stato un nazista! >>, come a dire che le orrende colpe commesse non potranno mai essere cancellate. La missione va avanti tra successi ed intoppi, vedi la strepitosa scena della locanda che, da sola, simboleggia tutta la maestria di Tarantino capace di curare ogni sequenza nei minimi particolari, di creare una tensione serpeggiante e mai banale, e infine di scrivere dialoghi sempre stimolanti e spesso divertenti che mantengono costantemente viva l’attenzione su ogni singola parola. Si arriva infine alla scena ambientata, non a caso, in un cinema, dove il potere immaginifico dell’arte riesce a capovolgere la storia, a riscriverla, facendo vivere allo spettatore una catarsi nella realtà solo fantasticata. La battuta che suggella il finale è così splendidamente autoreferenziale da essere di per se stessa un capolavoro. Chapeau!
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belliteam
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lunedì 29 giugno 2020
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tarantino riscrive la storia tra ebrei e nazisti
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Come sempre un film di Tarantino non lascia indifferenti, e ancor di piu' in questo caso avendo riscritto degli accadimenti della seconda guerra mondiale.
Ci troviamo infatti in una Francia occupata dai Nazisti, in cui un gruppo di sicari di Nazisti, con a capo Brad Pitt, in uniformi SS, che vengono chiamati "I bastardi" (da qui il titolo della pellicola) fanno scalpi di Tedeschi, pianificando poi l'uccisione di Gobbels ed Hitler.
Il film come da tradizione Tarantiniana e' diviso in capitoli e si viaggia costantemente tra l'ironia dei dialoghi raffinati in cui emerge uno splendido Christoph Waltz, ed una tensione narrativa palpabile che ha per apice la scena in una taverna dove ritroviamo anche le scene splatters, marchii di fabbrica del regista.
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Come sempre un film di Tarantino non lascia indifferenti, e ancor di piu' in questo caso avendo riscritto degli accadimenti della seconda guerra mondiale.
Ci troviamo infatti in una Francia occupata dai Nazisti, in cui un gruppo di sicari di Nazisti, con a capo Brad Pitt, in uniformi SS, che vengono chiamati "I bastardi" (da qui il titolo della pellicola) fanno scalpi di Tedeschi, pianificando poi l'uccisione di Gobbels ed Hitler.
Il film come da tradizione Tarantiniana e' diviso in capitoli e si viaggia costantemente tra l'ironia dei dialoghi raffinati in cui emerge uno splendido Christoph Waltz, ed una tensione narrativa palpabile che ha per apice la scena in una taverna dove ritroviamo anche le scene splatters, marchii di fabbrica del regista.
Bastardi senza gloria e' un gran film, cui nn pesa una durata smisurata, che va assaporato pian piano cosi' come una bottiglia di un buon whisky scozzese
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sabri92
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mercoledì 9 ottobre 2019
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geniale!
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Un ispiratissimo Quentin Tarantino riscrive parte della Storia della Seconda Guerra Mondiale. Il film, difatti, non racconta (o non racconta soltanto) delle persecuzioni dei Nazisti nei confronti degli Ebrei, sebbene il suo inizio potrebbe farlo pensare. Al contrario, la trama è del tutto imprevedibile e sorprendente nel suo svolgimento, fino allo splendido finale. Sebbene lunga (oltre due ore e mezza di durata), e pur con con qualche pausa nel ritmo, la pellicola mai si rivela noiosa, grazie alle eccellenti interpretazioni dell'intero cast, con un Christoph Waltz magistrale nel ruolo del Colonnello SS Hans Landa. Nel pieno stile del regista, non mancano le scene cruente e la tensione, ma neppure il sarcasmo, sviluppato attraverso il servizio di varie bevande, ma soprattutto tramite l'uso, durante l'intero film, di ben quattro lingue differenti: il francese, il tedesco, l'inglese e l'italiano.
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Un ispiratissimo Quentin Tarantino riscrive parte della Storia della Seconda Guerra Mondiale. Il film, difatti, non racconta (o non racconta soltanto) delle persecuzioni dei Nazisti nei confronti degli Ebrei, sebbene il suo inizio potrebbe farlo pensare. Al contrario, la trama è del tutto imprevedibile e sorprendente nel suo svolgimento, fino allo splendido finale. Sebbene lunga (oltre due ore e mezza di durata), e pur con con qualche pausa nel ritmo, la pellicola mai si rivela noiosa, grazie alle eccellenti interpretazioni dell'intero cast, con un Christoph Waltz magistrale nel ruolo del Colonnello SS Hans Landa. Nel pieno stile del regista, non mancano le scene cruente e la tensione, ma neppure il sarcasmo, sviluppato attraverso il servizio di varie bevande, ma soprattutto tramite l'uso, durante l'intero film, di ben quattro lingue differenti: il francese, il tedesco, l'inglese e l'italiano. In breve, Bastardi Senza Gloria è un film stupendo, assolutamente geniale. Forse - senza forse - il migliore fra quelli diretti da Quentin Tarantino.
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rmarci 05
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venerdì 9 agosto 2019
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una perfetta sintesi del cinema di tarantino
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Dopo il tanto criticato A prova di morte, Quentin Tarantino concretizza un progetto a cui pensava da almeno un decennio. Al contrario di molti film sviluppati e modificati per molto tempo, i cosiddetti Development hell, il risultato è a dir poco straordinario, in quanto Bastardi senza gloria rappresenta il film della maturità del geniale regista pulp, un punto di svolta all’interno del suo percorso artistico che si configura sia come una perfetta sintesi del suo cinema passato (in particolare di Kill Bill e Pulp Fitction), sia come un valido precursore del suo cinema futuro (Django Unchained, The Hateful Eight e, presumibilmente, anche C’era una volta a Hollywood).
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Dopo il tanto criticato A prova di morte, Quentin Tarantino concretizza un progetto a cui pensava da almeno un decennio. Al contrario di molti film sviluppati e modificati per molto tempo, i cosiddetti Development hell, il risultato è a dir poco straordinario, in quanto Bastardi senza gloria rappresenta il film della maturità del geniale regista pulp, un punto di svolta all’interno del suo percorso artistico che si configura sia come una perfetta sintesi del suo cinema passato (in particolare di Kill Bill e Pulp Fitction), sia come un valido precursore del suo cinema futuro (Django Unchained, The Hateful Eight e, presumibilmente, anche C’era una volta a Hollywood). Senza preoccuparsi di attenersi alla verità storica, l’autore impernia la sua maestosa opera su due feroci ma giustificate storie di vendetta da parte del tenente Aldo Raine (un irresistibile Brad Pitt) e dell’eroina Shosanna, una figura femminile intelligente, forte e determinata (come “La Sposa” Uma Thurman) interpretata con convincente immedesimazione da Mélanie Laurent. L’inattendibilità storica, che potrebbe infastidire i cinefili più pignoli e leziosi, è funzionale ad intavolare un’attenta riflessione sul ruolo determinante che il cinema può avere nella società, in quanto può essere inteso sia come forma d’arte e quindi come strumento di denuncia socio-politica, oppure sfruttato come mezzo di propaganda per conquistare le masse, manipolandole proprio come fecero Hitler e Mussolini nel periodo in cui è ambientato il film. Dal finale euforicamente liberatorio, inoltre, scaturisce un’ulteriore riflessione profondamente meta-cinematografica, che si interroga sulle potenzialità salvifiche della Settima Arte di distorcere la realtà, storica e non solo. Infine, anche dal punto di vista stilistico, Bastardi senza gloria risulta un compendio di quasi tutta la filmografia di Tarantino, dato che presenta una struttura narrativa corale sviluppata attraverso tante storie parallele, raccontate con gli immancabili dialoghi scoppiettanti e geniali, ed una particolare cura per l’aspetto tecnico-visivo, che trova la sua massima potenza espressiva nei cromatismi sgargianti e nella messa in scena alquanto realistica. Persino la violenza tarantiniana qui risulta incredibilmente ben dosata nei suoi eccessi. Menzione speciale per l’indimenticabile interpretazione di Christoph Waltz, un’autentica rivelazione nel panorama cinematografico contemporaneo. Dunque, un (quasi) capolavoro, un film fondamentale all’interno della filmografia del suo magnifico regista che ne preannuncia l’evoluzione come autore di insospettabile spessore.
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sabato 11 maggio 2019
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il potere e la bellezza del cinema
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Tarantino, dopo i successi de Le Iene, Pulp Fiction e Kill Bill, utilizza come pretesto i tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale disinteressandosi però dell'attendibilità storica, elemento a cui i film di questo genere ci avevano abituati, e raccontando una storia profondamente anticonvenzionale in cui gli Ebrei sono persone innocenti che, non avendo più nulla da perdere, partecipano ad una missione fatale pur di portare a compimento l'immensa soddisfazione della vendetta. Oltre ai temi ricorrenti della sua filmografia, dall'opera trasuda un amore profondo per l'arte cinematografica, intesa come strumento di denuncia estremamente potente ed efficace, insieme ad una conoscienza viscerale del cinema di nicchia che il regista altera e modernizza trasformandolo nel suo cinema, caratterizzato da un citazionismo a tratti superfluo ma irresistibile.
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Tarantino, dopo i successi de Le Iene, Pulp Fiction e Kill Bill, utilizza come pretesto i tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale disinteressandosi però dell'attendibilità storica, elemento a cui i film di questo genere ci avevano abituati, e raccontando una storia profondamente anticonvenzionale in cui gli Ebrei sono persone innocenti che, non avendo più nulla da perdere, partecipano ad una missione fatale pur di portare a compimento l'immensa soddisfazione della vendetta. Oltre ai temi ricorrenti della sua filmografia, dall'opera trasuda un amore profondo per l'arte cinematografica, intesa come strumento di denuncia estremamente potente ed efficace, insieme ad una conoscienza viscerale del cinema di nicchia che il regista altera e modernizza trasformandolo nel suo cinema, caratterizzato da un citazionismo a tratti superfluo ma irresistibile. Oltre alle riflessioni sul ruolo dell'arte nella società, la pellicola gode di scenografie e costumi incredibilmente realistici, un affascinante utilizzo dei cromatismi, una colonna sonora bellissima e, ovviamente, il genio del regista e sceneggiatore che si manifesta nei dialoghi geniali, nella sceneggiatura perfetta, nei personaggi femminili forti e pieni di carattere e nella magnifica direzione di tutti gli attori, straordinariamente sopra le righe. Tutto ciò rende il film scorrevole, coinvolgente, ricco di spunti e scene memorabili, anche se con qualche insignificante eccesso dovuto ad alcuni momenti troppo farseschi. Il personaggio e l'interpretazione di Christoph Waltz sono semplicemente indimenticabili. Il film forse più cinefilo di Tarantino ma al contempo il più maturo e complesso, in cui lo stile pulp si fonde in modo magistrale con un contenuto profondo e di grande importanza. Imperdibile, 4 stelle e mezzo su 5.
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