Le vite degli altri

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Un film di Florian Henckel von Donnersmarck. Con Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme.
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Titolo originale Das Leben der Anderen. Drammatico, durata 137 min. - Germania 2006. - 01 Distribution uscita venerdì 6 aprile 2007. MYMONETRO Le vite degli altri * * * * - valutazione media: 4,10 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
terry lunedì 18 giugno 2007
osannato senza ragione, non ci andate Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Un film buono per un pubblico - e una critica - di bocca buona. Alla fine tutto ruota intorno ad una macchina da scrivere portatile che l'astuto commediografo nasconde sotto la classica mattonella, che qui è la soglia di un parquet. Quei furboni della Stasi rivoltano la casa da cima a fondo ma non la trovano. Una banda di ladruncoli avrebbe fatto meglio. A quel punto è inutile che gli attori si sforzino più. E' tutto finito.

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serena lunedì 18 giugno 2007
e lo stupro cosa sarebbe?? (x riccardo) Valutazione 1 stelle su cinque
29%
No
71%

È vero che la TV rincretinisce, ma qui siamo a livelli di guardia e di rischio da Protezione Civile.

[+] c'e' di peggio (di ricky)
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riccardo lunedì 18 giugno 2007
intenso Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Senza una lacrima o scena di violenza, viene resa magistralmente la drammaticita' del periodo. Ottima resa!

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catia p. venerdì 15 giugno 2007
un sobrio capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
84%
No
16%

Se questo film non riuscirà pian piano a penetrare la vostra corazza, superando le rigide apparenze e toccando qualcosa che si nasconde nella profondità della vostra anima, vuol proprio dire che avete il cuore di pietra. Se, al contrario, da veri spettatori che spiano quanto succede nel film (proprio come il suo straordinario protagonista fa nella storia), vi lascerete coinvolgere dal dipanarsi di questo dramma perfetto, ne guadagnerete lacrime e sangue, emozioni vere, e la consapevolezza della vostra umanità. Lo sconcertante Sistema della Berlino est a pochi anni dalla caduta del muro viene scosso dal suo interno, da qualcuno che imparerà la passione dalle vite degli altri e tenterà di proteggere questa cosa bellissima, ma precaria, da un regime crudele che sempre fa le sue vittime. [+]

[+] ndì a durmì (di andrea pertigi)
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gaia venerdì 8 giugno 2007
non andate a vederlo, è tutta una montatura Valutazione 1 stelle su cinque
27%
No
73%

Film decisamente mediocre, ma gonfiato ad arte da chissà chi nel fine settimana. Finora funziona! A Milano resiste nelle sale, ma è una palla unica!

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michael vronsky giovedì 7 giugno 2007
un racconto morale sulla dignità dell'uomo Valutazione 5 stelle su cinque
58%
No
42%

Era duro vivere dall’altra parte del muro a Berlino Est, nella Deutsche Demokratische Republik, la Repubblica Democratica Tedesca meglio nota come la DDR. Duro in un paese dove la libertà di espressione è inevitabilmente messa in discussione da un sistema prevaricatore teso a minacciare qualsiasi forma di legittimità. Essere minimamente sospettati di andare contro il Partito significava compromettere per sempre la propria vita. Il presso da pagare era altissimo, e in particolar modo per gli intellettuali era asfissiante vivere in questo incessante clima di tensione, poiché le persone di cultura erano quelle maggiormente ritenute possibili cospiratori. Fautrice di questo inquietante “Maccartismo all’incontrario” era la STASI, la polizia di Stato che con i suoi innumerevoli agenti sparsi per tutto il territorio s’insinuava morbosamente nelle vite altrui, raccogliendo frammenti di quotidianità, alla spasmodica ricerca di impercettibili indizi in grado di poter distruggere un’esistenza, isolandola a tempo indeterminato. [+]

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sergio martedì 5 giugno 2007
x serena Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

su Hollywood ti do ragione, anche se a volte alcuni film spettacolari come i primi due spiderman sono piacevoli, pur con sceneggiature da asilo infantile, non credo che il cinema debba essere solo impegnato, bensì un contenitore poliedrico, il problema è che oggi il 90 per cento dei film sono del genere effetti speciali e basta, esagerazioni varie, storie strappalacrime stile '800, commedie da cassetta stile " l'amore non va in vacanza ", ma è quello che la gente vuole, d'altronde se in tv i record d'ascolto li fanno il G.F, la Stalla, L'isola, e sicuramente anche il " fogne " inventato ne " la cena per farli conoscere " sarebbe un successo, direi che i conti tornano in pieno, il pubblico è fatto così. [+]

[+] "femminista!!!" non è una categoria aristotelica (di serena)
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serena martedì 5 giugno 2007
cosa si trova oggi al cinema (x sergio) Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
100%

Bisognerebbe riflettere su come oggi il VUOTO dilagante al cinema fa accontentare un largo pubblico di prodotti non ben riusciti (come Le vite degli altri). Magari avrai letto quella frase di Neruda in cui il cileno parlave della letteratura di tesi molto di moda ai tempi (cito a memoria): "Poverette quelle opere che non riescono a diventare anche qualcos'altro". Certo, essendo morto nel 73, magari qualcuno avrà scritto qualcosa di nuovo più recentemente... La riflessione però è ancora valida. Abbiamo gli occhi appannati per via delle montagne di stupidate sfornate a Hollywood, con cui la TV nostrana farcisce le nostre serate. Poi per quanto riguarda i tuoi commenti sulle "femministe", mi sa che tu continui a usare le etichette del passato che fanno molto comodo per cercare di mettere a tacere le donne. [+]

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riccardo74 lunedì 4 giugno 2007
donnersmarck si nutre delle regie degli altri Valutazione 4 stelle su cinque
30%
No
70%

Film claustrofobico che mette in scena il marcamento a uomo tra controllori e controllati che finiscono per incrociarsi in un gioco che impedisce il movimento, sullo sfondo di una società repressiva, e quindi violenta, capace di rivolgere, anche verso se stessa, questa inaudita violenza fino al dramma personale del suicidio. Il suicidio come tragica prospettiva individuale e triste statistica sociale è senza dubbio il protagonista del film. Un protagonista negato (non esistevano statistiche ufficiali nella DDR su questo aspetto) e forse per questo ancora più insidioso e traumatico. La dimensione labirintica tracciata dal film, è tipica dello schema del regista cinese Zhang Yimou che con Ju Dou del 1990, Lanterne Rosse del 1991 e il suo ultimo lavoro, la città proibita del 2006, racconta mirabilmente dell’impossibilità, se non con il suicidio appunto o con la pazzia, di liberarsi dalle strettoie convenzionali dell’esistenza. [+]

[+] x riccardo:ma perchè non lasci perdere?!!! (di ordell)
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alberto m. domenica 3 giugno 2007
ammiro i tedeschi Valutazione 4 stelle su cinque
93%
No
7%

Ancora una volta i tedeschi ci dimostrano che sanno fare i conti, difficilissimi, con la loro triste storia del secolo passato. Un film europeo che non cede a facili sentimentalismi o ad una facile retorica: scarno, essenziale, romanzato quanto basta, ci fa ri-vivere da spettatori impotenti ma fortemente convolti un pezzo di storia spesso ignorato. Una regia composta, che scruta con ferma pacatezza una storia paradigmatica, rappresentanza di tante storie. Anche il cattivo che diventa buono, unico ammiccamento alle facili aspettative dello spettatore, viene inserito in un contesto "minimalista" per cui non provoca alcun fastidio, anzi una sorta di nemesi liberatoria. Ottime le interpretazioni senza fronzoli di Sebastian Koch e Ulrich Muhe, a dimostrazione di quanti talenti si aggirino per l'Europa.

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