Titolo originale | Partner(s) |
Anno | 2005 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Dave Diamond |
Attori | Jay Harrington, Julie Bowen, Brooke Langton, Michael Ian Black, Saul Rubinek Corey Reynolds, Jay Paulson, Josh Cooke, Jordana Spiro, Jim Rash, Lee Garlington, Steve Ryan, Greg Callahan, Reichen Lehmkuhl, Wendel Meldrum, Allan Wasserman, Sean McGowan, Bru Muller, Tom Parker, Steve Hasley, John Antonini, Christine Romeo, Jeanne Chinn. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 dicembre 2012
Il giovane avvocato Dave capisce che fingendosi omosessuale riuscirebbe a ottenere utili vantaggi sul posto di lavoro.
CONSIGLIATO SÌ
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Dave Denall è un giovane avvocato che lavora presso uno studio legale. La figlia di un importante uomo d'affari che è stato chiamato in causa da un ex dipendente con l'accusa di discriminazione sessuale suggerisce al padre di far affidare la causa proprio a Dave. Il motivo? Si è convinta che l'avvocato sia gay e pensa che un gay chiamato a trattare una causa in cui sono in gioco le preferenze sessuali possa essere una carta vincente. Dave, che è in gara con la collega Katherine per un avanzamento di ruolo, decide di fingersi omosessuale. Sarà proprio Katherine, che in passato ha avuto con lui una relazione, a cercare di smascherarlo. Ma anche Dave, a un certo punto, si sentirebbe in dovere di rivelare la verità...
L'idea iniziale di questa vivace commedia fa pensare a. L'apparenza inganna di Francis Veber. Anche lì un impiegato fingeva di essere gay per conservare il posto di lavoro. Le somiglianze però si fermano qui perché Diamond (che ha scritto anche la sceneggiatura rifacendosi in qualche modo a una sua esperienza diretta) prende tutt'altra direzione. Ciò che gli interessa non è fare dell'umorismo facile su un protagonista che vuole farsi passare per omosessuale quanto piuttosto osservare le reazioni che i singoli hanno nei confronti della situazione. Senza pretese di analisi sociologiche ma con il desiderio di osservare dall'interno (e sempre con il sorriso sulle labbra) i meccanismi che il pregiudizio mette in movimento.
Troppo spesso le commedie che mettono in scena il mondo gay, anche con le migliori intenzioni del mondo, finiscono con il calcare la mano e fare un pessimo favore alla causa che talvolta dichiarano di voler sostenere. In questa occasione invece il gioco si fa sottile così come particolarmente intelligenti sono i 'dopo' che vengono illustrati nei titoli di coda e che riguardano i personaggi più importanti e non solo. Una volta tanto siamo davanti a una commedia che diverte senza doversi schierare pro o contro ma sollecitando lo spettatore a chiedersi se, in qualche occasione della vita sociale, anche a lui non sia capitato di cadere nella tentazione dello stereotipo. Con quello che ne consegue.