La finestra di fronte |
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Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Giovanna Mezzogiorno, Massimo Girotti, Raoul Bova, Filippo Nigro, Massimo Poggio.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 100 min.
- Italia 2003.
MYMONETRO
La finestra di fronte
valutazione media:
2,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Compiacimento della nostalgiadi isauraFeedback: |
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martedì 14 ottobre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film si apre con una mano che si ferma esitante ad un bivio. Da una parte la strada dell'istinto e del cuore, verso la quale le gambe spingono con tutta la loro forza, dall'altra la scelta mediata dalla razionalità, il bene di tutti, la salvezza collettiva. Si gioca tutto in un istante. Le storie dei protagnisti si intrecciano tra presente e passato e si rispecchano l'una nell'altra, creando un'atmosfera di suspence e di irrealtà. Giovanna ha una bella famiglia, tanti sacrifici alle spelle e un lavoro che l'appiattisce. Spesso accende una sigaretta prima di dormire di fronte ad una finestra che riaccende anche le sue speranze per qualcosa di diverso, qualcosa di più. Si tratta della passione per un amore solo sognato in segreto attraverso un vetro, per un affascinante vicino. Come descrive squisitamente il vecchio ebreo entrato per caso nella vita di Giovanna, la felicità è solo un attimo. Come si scioglie in fretta il cioccolato sul palato e resta un lontano retrogusto di vaniglia, così la felicità vive un istante e poi ne resta solo il vago ricordo, il rimpianto. Compiacimento della nostalgia, di quello che non è stato ma sarebbe potuto essere. C'è il peso della responsabilità nei confronti della comunità per un amore incompreso e che "non doveva" essere come quello tra un uomo e un uomo e come quello tra una moglie e madre e un perfetto estraneo. La consapevolezza della scelta ragionevole arriva grazie a quella stessa finestra che se prima celava, adesso mostra da un punto di vista nuovo quello che è sempre stato sotto gli occhi, ma non si riusciva a vedere. Non solo il giudizio e il pregiudizio, ma qualcosa di più grande, il limite, la regola, la rinuncia con il sacrificio della felicità del singolo per l'appartenza, per il riconoscimento, per il futuro. Una rinuncia malinconica, che rende solo più unica e perfetta la felicità che resta come un eco dal passato.
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