La finestra di fronte

di solito non mi piace farlo, ma qui si impone un ricatto in piena regola: se andate a vedere "la finestra di fronte" ne uscirete delusi. accadrà di certo se volete gustare un film profondo e filosofico da dolori alle meningi,altrettanto se desiderate perdere un paio di litri di lacrime con un mattone supersentimentale, succederà ugualmente qualora speriate in una commedia-drammatica leggera o un po'grottesca. il film in questione non è niente di tutto ciò. Peggio: è tutto ciò, ma non lo è mai abbastanza a fondo.sembra che ozpetek entri più volte in un vicolo buio deciso a vederne la fine e che però, dopo pochi passi, si ritrovi a indietreggiare fermato dal timore dell'ignoto o del troppo rischio. fa così nel toccare l'argomento storico (l'anziano signore èuna sorta di mini-schindler), ancora lo fa quando cerca di scavare nelle problematiche filofamiliari della protagonista, di nuovo si ripete quando cerca di approfondire e delineare il rapporto che in tal senso si crea tra la stessa mezzogiorno e il vecchio. da salvare rimangono alcune situazioni d'impaccio nella gestione di quest'ultimo in preda all'amnesia(la prima parte del film è la più arguta e coinvolgente), la "malattia" interiore (ancora) dell'anziano signore esteriorizzata con la sua passione gastronomico-dolciaria e poco, pochissimo altro (con una nota decisamente negativa per l'interpretazione di bova). insomma, se non seguirete il mio consiglio uscirete dal cinema (o premerete il rewind del vostro videoregistratore) con addosso un deciso senso di insoddisfazione e sbigottimento... sarebbe decisamente meglio, invece, vedere "le fate ignoranti". ma ora la smetto di dare consigli...