Strade perdute

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Un film di David Lynch. Con Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake.
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Titolo originale Lost Highway. Thriller, durata 134 min. - USA 1996. - Cineteca di Bologna uscita lunedì 16 gennaio 2023. - VM 14 - MYMONETRO Strade perdute * * * 1/2 - valutazione media: 3,96 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
stefano ricci martedì 7 novembre 2006
lungo le strade perdute dell'inconscio Valutazione 5 stelle su cinque
77%
No
23%

Strade Perdute costituisce un esempio di cinema moderno maledettamente noir e terrificante, percorso da decine di sentieri sconosciuti, ognuno avvolto da una propria luce misteriosa che gioca a dissolversi fino a tramutarsi in oscurità . È il trionfo di un simbolismo estremo, ambiguo, deformante, che frammenta in mille pezzi la nostra stessa identità fino a renderla irriconoscibile . Ancora una volta, come lo stesso Lynch ci ha insegnato nel corso della sua formidabile carriera, la soluzione, la chiave di interpretazione del viaggio iniziato con l’epitaffio “Dick Laurent è morto”, è racchiusa nel sogno, nell’universo onirico inteso come fuga da una realtà che ci appare crudele ma che, paradossalmente, non fa altro che riflettere le nostre stesse atrocità . [+]

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martacol lunedì 13 febbraio 2006
il genio delle forze oscure Valutazione 3 stelle su cinque
86%
No
14%

film che minuto dopo minuto si fa piu' interessante.una trama che non si snoda da se, ma bisogna arrivarci da soli una volta spenta la tv.l'oscurità, la via del male è sempre presente, il corridoio buio della casa in cui entra Fred, è analogo alla scatolina in cui rita di mulholland drive infila la chiavetta. è entrare a contatto con la parte oscura di noi stessi. dopo non c'è più nulla di charo, tutto è confuso, perchè come dice il protagonista lui non vuole ricordare le cose come sono, ma come le vuole ricordare.la parte latente di noi è sempre in agguato, basta nulla per trovarla, ma non se ne ha scampo. l'uomo misterioso rappresenta proprio ciò,l'entità malvagia da cui non si sfugge, che è ovunque siamo noi, ovunque desideremmo essere, con chiunque noi vogliamo che sia. [+]

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medz venerdì 1 giugno 2007
la bellezza di lasciarsi guidare dai sensi Valutazione 4 stelle su cinque
74%
No
26%

Che Lynch sia oramai un genio del cinema contemporaneo, è fuori discussione; ed è fuori discussione anche che i suoi film continuino a dividere ogni volta critica e pubblico, come è successo appunto per lo stesso “Strade perdute”: è un puro gioco intellettuale da parte di Lynch (ci sta prendendo tutti per i fondelli, sostiene qualcuno) oppure i suoi film sono veri capolavori? A mio avviso, i film di Lynch meritano tutta l’attenzione possibile perché un film di Lynch è un esperienza cinematografica difficilmente reperibile nel cinema di oggi. Storie cupe e buie, intrecci inverosimili, continuo alternarsi di sogno e realtà: questi in poche parole gli elementi tipici del nostro regista, e chi è riuscito a capire qualcosa delle storie dei suoi film è sicuramente degno di lode. [+]

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piernelweb mercoledì 14 marzo 2007
lynch highway Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Intricatissimo puzzle fra realtà, ricordi e sogno, sorprendentemente inquietante e pervaso da un fascino visionario indiscutibile. Lynch, maestro del genere, rimescola la sequenzialità degli eventi sovrapponendo passato, presente e immaginario del protagonista con suggestiva abilità, regalando squarci memorabili. La fotografia e la scelta delle angolazioni di ripresa è per tutta la parte iniziale (in casa di Fred e Renée) sublime, mentre dalla fuga di Pete ed Alice in avanti, il racconto assume toni morbosi con venature horror dal raro impatto emotivo. Patricia Arquette è la perfetta icona della perversione e del delirio onirico del regista. La parte centrale, troppo lunga e poco influente è la più debole. [+]

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dandy sabato 26 marzo 2011
l'inzio del nuovo stile del regista. Valutazione 3 stelle su cinque
80%
No
20%

Con una strizzata d'occhio a "La donna che visse due volte" Lynch smonta i meccanismi del noir e crea con questo film un punto di svolta nella sua carriera.Costruisce un racconto che nega ogni spiegazione razionale.Nella prima parte,punta su un'atmosfera onirica e inquietante,piena di paradossi spazio-temporali.Nella seconda(più debole)prevalgono i siparietti pulp e le scene erotiche patinate.E' un metodo nuovo per Lynch,che perfezionerà con "Mulholland Drive" e "INLAND EMPIRE".Qui lo stile è ancora acerbo,le scappatoie nonsense non sempre convincono così,come il finale.L'idea delle videocassette minacciose sembra anticipare "Niente da nascondere" di MIchael Haneke. [+]

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blackdragon89 lunedì 7 maggio 2012
il mondo interiore dagli occhi di una telecamera Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

"L'amore è tutto ciò che si può ancora tradire" diceva Andrea Pazienza, famoso fumettista e illustratore italiano. Fred Madison è un sassofonista di Los Angeles, sposato con l'incantevole Renée, della quale sospetta però di tradimento, tanto da ritrovarsi spesso a stretto contatto con la follia. Strani fenomeni iniziano a verificarsi nella sua abitazione. "Dick Laurent è morto", esclama una voce priva di corpo al citofono; insolite cassette cominciano ad apparire sul pianerottolo, contenenti riprese della casa, eseguite tramite una videocamera persino in camera da letto. Il tutto sembra ricondursi a un uomo misterioso, che Fred incontra per la prima volta al party di Andy, un presunto amante della moglie. [+]

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lele95sartorato martedì 20 gennaio 2015
lynch crea un noir onirico e stupefacente Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

David Lynch dirige questo film nel 1997 che segna l'inizio della " trilogia del sogno " e regala al cinema mondiale un'altro tassello utile alla rivoluzione dell'immaginario onirico comune. La trama è semplice: nella vita quotidiana di un jazzista e di sua moglie grava il dubbio dell'infedeltà da parte della moglie e il malessere del marito dovuto ai problemi riscontrati a letto. Trovare delle videocassette appena fuori la propria casa introduce la paura dell'ignoto e il pericolo del non-noto nelle loro esistenze. La storia si infittisce e prende delle pieghe inizialmente inspiegabili ma che, con il giusto approccio alla pellicola, si possono analizzare sotto diversi punti di vista interessanti e particolari. [+]

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alessandro rega mercoledì 28 agosto 2013
mulholland drive è mille volte meglio ! Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Il film in questione è il settimo dell’invidiabile filmografia del regista americano ed è pure il primo che mi ha lasciato sensazioni negative…che non mi ha appassionato.
Inizialmente, devo dire, mi era anche piaciuto…ma è la maniera in cui si è evoluto il resto (gran parte) della pellicola ad avermi colpito negativamente, o meglio, a non avermi colpito affatto.
Già, perché l’intento di questo film è trasmettere forti emozioni creando un’atmosfera intrigante e coinvolgente e anche, diciamocelo, scervellare un po’. Voglio sottolineare il fatto che non ho pregiudizi su questa tipologia di film…
io guardo di tutto e, talvolta, riesco ad apprezzare pellicole “pesanti” ed estremamente psicologiche. [+]

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lucaguar lunedì 2 dicembre 2019
esperienza onirica o dilemma da risolvere? Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Commentare un film di D. Lynch è sempre complicato in quanto si deve rendere "a cose fatte" un tipo di esperienza sensibile che, proprio in quanto esperienza, non è invece nell'ordine del razionalizzabile, dell'analisi. Tuttavia dobbiamo tentare, perchè questo fa parte di noi umani, ed è forse proprio in questa tensione, in questo doppio fuoco tra reale e virtuale, tra scoperta e mistero, tra conscio ed inconscio che le opere di Lynch vivono e si rafforzano. Ovviamente il primo fuoco si riferisce all'esperienza vissuta mentre si sta guardando il film e il secondo a ciò che stiamo tentando di fare adesso ovvero, una volta visto, tentare di venire a capo, secondo qualsivoglia categoria, del crogiuolo di fenomeni che Lynch ci presenta e che frantumano via via sempre più i nessi temporali e spaziali man mano che si procede con il film. [+]

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figliounico venerdì 25 novembre 2022
pirandelliano Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

E’ un gioco perverso del regista con lo spettatore, l’uomo comune affamato di senso, ma, oltre le immagini e la colonna sonora, il senso della narrazione e l’immedesimazione con il protagonista, sempre affannosamente ricercate in un film, sono crudelmente, sadicamente negate da Lynch, che offre alla fine un surrogato di significato nella chiusura a loop, tuttavia ancora insoddisfacente, anzi angosciosamente diviso tra infinite spiegazioni incarnate nel volto trasmutante di Bill Pullman, che sta per assumere un ennesimo inquietante aspetto, forse il nostro. Lynch incornicia i personaggi nelle inquadrature che ci si aspetta per un noir, colora la scena con il rosso acceso delle tende ed il nero delle lenzuola, rappresenta la libido sotto le sembianze erotiche dell’avvenente vamp, Patricia Arquette, che nelle immagini proiettante sul grande schermo si rivela pura squallida pornografia, camuffa la violenza cieca degli istinti bestiali nei delitti di un usuale thriller poliziesco, mentre la realtà appare in bianco e nero nelle videocassette che riproducono i ricordi di ciò che verrà rappresentato nella finzione, i ricordi dell’autore, ossia il suo alter ego, il demone ubiquo impersonato da Robert Blake, di entrambe le storie, che si intrecciano e si sovrappongono, ovvero di un’unica storia che si sdoppia nella memoria, per poi riunirsi come in un sogno ad occhi aperti. [+]

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