marika
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martedì 11 dicembre 2007
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mi chiedevo se a voi fosse piaciuto
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anky
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martedì 11 dicembre 2007
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cannes
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Io ero presente a Cannes quando vinse. Vi giuro che scoppiai in lacrime
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doddo
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martedì 11 dicembre 2007
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axxon
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Laura Dern sexy e brava. Cage grandioso. Diane Ladd divora la scena. Willem Dafoe da oscar
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sailor
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martedì 11 dicembre 2007
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rossellini
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Ma la ROssellini qual'era?
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(di motasex)
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marika
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martedì 11 dicembre 2007
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beloooooooooooo
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io007
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martedì 11 dicembre 2007
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ma quale tarantino?
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Questo è Lynch puro! Tarantino se lo sogna!
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the skitter
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martedì 11 dicembre 2007
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weird
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Film che non mi piace si ci ripenso ma quando lo guardo non psso ke esserne sempre rapito. Magico
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lilu
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sabato 8 settembre 2007
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cult
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ho visto il film appena uscito in sala e poi adesso dopo 17 anni!un flash allora ancor più adesso, c'è tutto quello con cui sono cresciuta e che mi è caro, musica ,ironia,sesso, amore,lotta,libertà.....
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athos
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lunedì 9 luglio 2007
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mediocre lynch
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Come per The history of violence di Cronenberg, Cuore Selvaggio è uno dei peggiori film del regista Lyinch. Premio di Cannes assolutamente gratuito. Film a tratti ridicolo e compassionevole. Mi dispiace dirlo perchè considero Lynch un autentico genio (penso ai capolavori allucinanti di MD e Inland Empire).
Un vero peccato!
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dodo
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domenica 4 febbraio 2007
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ancor prima di tarantino...
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Prima ancora di Tarantino c'era un certo David Lynch, regista con alle spalle una carriera da "estroso", segnata da pochi film ma buoni... Un David Lynch capace di passare da registri completamente differenti: da film introspettivi di tipo psicanalista o che descrivevano attraverso “parodia” fenomeni quali la follia o il disturbo psichico; a film che giocavano con la “magia nera” e con gli estremismi del sesso: sempre con lo scopo di esplorare i meandri del nostro inconscio, di sondare le nostre parti emotive più intime e nascoste. Un David Lynch con la passione della magia nera, si; ma anche con la passione per il "pulp", da quanto si deduce guardando questo film.
Lynch anticipa "Le Iene", a dimostrazione che il sostrato per il rigurgito pulp era pronto e fresco da tempo.
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Prima ancora di Tarantino c'era un certo David Lynch, regista con alle spalle una carriera da "estroso", segnata da pochi film ma buoni... Un David Lynch capace di passare da registri completamente differenti: da film introspettivi di tipo psicanalista o che descrivevano attraverso “parodia” fenomeni quali la follia o il disturbo psichico; a film che giocavano con la “magia nera” e con gli estremismi del sesso: sempre con lo scopo di esplorare i meandri del nostro inconscio, di sondare le nostre parti emotive più intime e nascoste. Un David Lynch con la passione della magia nera, si; ma anche con la passione per il "pulp", da quanto si deduce guardando questo film.
Lynch anticipa "Le Iene", a dimostrazione che il sostrato per il rigurgito pulp era pronto e fresco da tempo...
La cosa che più stupisce è l'andamento impresso al film da Lynch: alcuni trucchi, perfino alcuni dialoghi, ricordano quel "matto" di Quentin. Ad esempio la “fissa” di concentrarsi su piccoli dettagli come la marca delle sigarette, o l’uso fitto di rapidi falshback per descrivere situazioni particolari allo scopo di imprimere un certo stile humour, una certa comicità al film.
Lo straordinario regista di "Mulholland Drive", prende spunto da un romanzo di Barry Clifford, con protagonisti Nicholas Cage (Sailor) e Diane Ladd (Luna). I due vivono un’avventura “estrema” colma di piccoli incidenti di percorso, i quali apparentemente sembrano nascondere un significato.
David si diverte ad escogitare aneddoti che imprimano al film quel “ghigno” Tarantiniano, e ci riesce. Un esempio la comparsa di Willem Defoe nel ruolo di un gangster messicano attratto da Luna e che cerca di fare la pelle a Sailor. Oppure la storia della morte del padre di Lula che è rievocata durante tutto l’arco del film, o le manie emotive e sessuali della mamma dell’esagitata Lula. Il film ti catapulta in un clima di rilassata dissennatezza, proprio i sentimenti che sembrano vivere i due protagonisti. Unico neo: la durata come al solito esagerata del film (circa due ore e mezza) unico elemento sempre ricorrente nei film di Lynch. Anche l’andamento del film in verità risulta a tratti monotono, ma questa è come detto, una delle poche caratteristiche riconoscibili del regista.
Note importanti: l’assegnazione della Palma d’oro a Cannes.
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(di d.l.)
[ - ] qualche rilievo
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(di laurapalmer)
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