unochedicinemanecapisce!
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mercoledì 30 luglio 2008
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ma stiamo scherzando?
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commenti vergognosi. il film e uno dei piu geniali e rivoluzionari della storia del cinema. alziamo un po la media!
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pilopi
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venerdì 25 luglio 2008
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"gli uccelli" di a. hitchcock, esercizi di regia
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Gli Uccelli e' un film sostanzialmente assurdo, dove vari temi psicologici e relazionali sono presenatati o accennati ma non sviluppati. All' inizio del film, la caparbieta' un po' dissennata di Melanie nel consegnare a tutti costi i pappagalli in gabbia a Mitch, farebbe prevedere uno sviluppo tipo thriller da ossessione amorosa; invece questo aspetto un po' inquietante del carattere di Melanie, scompare inspiegabilmente del tutto dopo mezz'ora di film e la protagonista diviene una semplice e comprensiva fidanzatina. C'e' poi il tema della possessivita' della madre di Mitch che viene ampiamente presentato nei dialoghi ma che non ha nessuna relazione con le vicende narrate, ne' da queste e' influenzato e ci si puo' ben chiedere cosa cambierebbe nel film se la madre, invece che possessiva, non lo fosse per nulla.
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Gli Uccelli e' un film sostanzialmente assurdo, dove vari temi psicologici e relazionali sono presenatati o accennati ma non sviluppati. All' inizio del film, la caparbieta' un po' dissennata di Melanie nel consegnare a tutti costi i pappagalli in gabbia a Mitch, farebbe prevedere uno sviluppo tipo thriller da ossessione amorosa; invece questo aspetto un po' inquietante del carattere di Melanie, scompare inspiegabilmente del tutto dopo mezz'ora di film e la protagonista diviene una semplice e comprensiva fidanzatina. C'e' poi il tema della possessivita' della madre di Mitch che viene ampiamente presentato nei dialoghi ma che non ha nessuna relazione con le vicende narrate, ne' da queste e' influenzato e ci si puo' ben chiedere cosa cambierebbe nel film se la madre, invece che possessiva, non lo fosse per nulla.
Complessivamente poi, i primi 45 minuti sembrano appartenere ad un'altro film rispetto al seguito. Il seguito e' lo stranoto incubo degli uccelli che attaccano gli uomini. Qui, indubbiamente la regia, le tecniche di ripresa, la concezione stessa delle scene sono, in molti casi, magistrali e frutto di una mente visionaria e geniale.
Alcune sequenze sono addirittura memorabili pezzi di storia del cinema.
Infine Tippi Hedren e' una giovane signora bionda davvero ammaliante, l'abitino verde che non cambia mai (giustamente, poiche' quella che lei immaginava una gita fuori porta di un giorno si trasforma inaspettatamente in un incubo per l'intero week end)le sta a meraviglia e le lunghissime unghie rosse che sfoggia in automobile sono indimenticabili.
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(di burs81)
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joforever1
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martedì 17 giugno 2008
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un messaggio
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giallo intricante e che colpisce subito lo spettatore. Forse è solo un avvertimento per prevenire un apocalisse una rivolta della natura contro l'uomo.,come grida il vecchio seduto al bar," l' apocalisse!!"...il grande regista riesce di nuovo a tenere incollato allo schermo lo spettatore, senza fargli distogliere lo sguardo. film ricco di brivido, ma anche di significato.
Nel suo non sense si nasconde un messaggio che perviene anche nella fine del film. Non c' è una vera e fine, solo una sospensione...come se tutto ciò potrebbe accadere
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beppe amato
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martedì 29 aprile 2008
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storia senza finale ma con una morale
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L'autore si è fatto prendere da un racconto interessante ma poi non ha saputo tirare una conclusione logica ad una assurda situaszione fantastica.
Un buon finale avrebbe fatto diventare il film un capolacoro di invenxzione.
G. Amato
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(di stefi)
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flegiàs tn
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martedì 1 aprile 2008
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il maestro, vola sempre più in alto!
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Il maestro del brivido ha con questo incredibile film superato se stesso. Per la seconda volta, dopo Rebecca, la prima moglie, Hitchcock si ispira ad un racconto di Daphne Du Maurier regalandoci quello che è sicuramente il suo film più originale. Si discosta dal comune giallo o thriller e dal classico plot, tanto caro ad Hitch, dell’innocente ingiustamente accusato di qualche crimine che deve riscattarsi da solo, magari con l’aiuto della bella di turno. Questa volta i protagonisti, tra i quali una splendida Tippi Hedren, si trovano immersi in uno scenario apocalittico, dove gli uccelli vittime storiche della crudeltà umana, diventano improvvisamente spietati e calcolatori carnefici.
Melanie Daniels (Tippi Hedren), una donna ricca e fascinosa, viene scambiata dal protagonista maschile Mitch Brenner (Rod Taylor) per una commessa di un negozio di uccelli.
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Il maestro del brivido ha con questo incredibile film superato se stesso. Per la seconda volta, dopo Rebecca, la prima moglie, Hitchcock si ispira ad un racconto di Daphne Du Maurier regalandoci quello che è sicuramente il suo film più originale. Si discosta dal comune giallo o thriller e dal classico plot, tanto caro ad Hitch, dell’innocente ingiustamente accusato di qualche crimine che deve riscattarsi da solo, magari con l’aiuto della bella di turno. Questa volta i protagonisti, tra i quali una splendida Tippi Hedren, si trovano immersi in uno scenario apocalittico, dove gli uccelli vittime storiche della crudeltà umana, diventano improvvisamente spietati e calcolatori carnefici.
Melanie Daniels (Tippi Hedren), una donna ricca e fascinosa, viene scambiata dal protagonista maschile Mitch Brenner (Rod Taylor) per una commessa di un negozio di uccelli. La donna affine alle trame della seduzione, non chiarisce l’equivoco e decide di stare al gioco. Questo la porterà, il giorno successivo, ad intraprendere un viaggio verso il paesino di pescatori dove il giovane avvocato vive con la madre (Jessica Tandy) e la sorellina, con il pretesto di consegnare alla piccola una coppia di pappagallini, gli inseparabili, regalo di Mitch per il suo imminente compleanno.
L’arrivo di Melanie nel gretto villaggio suscita dapprima l’interesse della popolazione, certamente non abituata all’intraprendenza ed allo stile delle donne di città, poi tale sentimento si tramuterà in timore ed odio. Questo perché con il suo arrivo ha inizio una lunga serie di fenomeni inspiegabili. Gli uccelli del luogo improvvisamente manifestano un’aggressività che non rientra nel loro normale comportamento.
Lo strano fenomeno assumerà nel tempo dimensioni sempre più preoccupanti: si passerà rapidamente dal ferimento della fronte della protagonista ad opera di un altrimenti innocuo gabbiano, all’uccisione di persone legate alla famiglia di Mitch, fino alle inquietanti scene finali in cui stormi di migliaia di uccelli invadono il villaggio attaccando mortalmente gli indifesi abitanti. Memorabile la sequenza che vede la protagonista rifugiarsi urlante all’interno di una cabina telefonica contro la quale decine di uccelli impazziti si scagliano violentemente infrangendone le superfici vetrate. Coraggiosissima, soprattutto in quei tempi, la scelta di filmare l’attacco dei pennuti ai bambini della scuola locale, molto politicamente scorretta. Straordinari per l’epoca gli effetti speciali, uniti ad uno stupefacente lavoro di ammaestramento dei volatili.
Quello che rende speciale questo film è soprattutto il trionfo del pessimismo, gli eventi inspiegabili rimangono inspiegati, nessun lieto fine rincuorerà lo spettatore.
I fenomeni descritti assumono le dimensioni di una terribile punizione divina, un chiaro freno alla suprema arroganza dell’uomo troppo convinto della sua identità ed invulnerabilità, ma che appartiene invece ad un mondo dove ogni essere vivente è una pedina che fa parte di un grande gioco che non è possibile controllare ma che si può solamente subire. L’immagine che chiude il film, l’automobile con a bordo i protagonisti, che si allontana prudentemente dalla casa facendosi strada in una distesa immensa di uccelli, vuole appunto sottolineare la presa di coscienza della piccolezza dell’uomo che sconfitto, è costretto ad abbandonare silenziosamente ciò che è suo, con Mitch e Melanie, novelli Adamo ed Eva, ancora una volta scacciati dal loro Eden terrestre. Grande merito va riconosciuto ai protagonisti, in particolare Tippi Hedren, modella senza alcuna esperienza di recitazione fortemente voluta da Hitchcock che ne ha fatto la sua ultima icona cinematografica, dopo Grace Kelly e Ingrid Bergman. La donna ha saputo interpretare il suo complesso personaggio in maniera magistrale, ripetendo l’impresa poco tempo dopo in Marnie ultimo capolavoro Hitchcockiano.
Ottima anche la prova di Rod Taylor, attore di talento ma, come George Peppard, poco utilizzato dal cinema. Entrambi molti anni dopo seguiranno la stessa sorte. Verranno riciclati in due serie televisive di successo, rispettivamente Masquerade ed A-Team.
Cosa usare infine, se non superlativi, per definire il personaggio della madre, apprensiva e temibile allo stesso tempo, interpretata dalla grandissima Jessica Tandy.
Il film ebbe una sola nomination all’Oscar, quella per i migliori effetti visivi (edizione del 1963), che non si concretizzò. Notevoli inoltre gli effetti sonori, gli stonati versi degli uccelli sono stati mixati per dare vita ad uno dei più agghiaccianti commenti musicali mai realizzati. Una delle ultime pellicole dirette dal maestro inglese, un distillato esauriente di tutto il suo cinema più significativo, fatto di grandi interpretazioni e di impareggiabile tecnica registica, da lasciare a futura memoria.
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andre1987
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venerdì 29 febbraio 2008
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rovesciamento gerarchico:“ the birds”
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Lo stesso titolo “gli uccelli”sembra quasi fuori luogo per un film che voglia comunicare tensione nel pubblico che ha di fronte, infatti il soggetto preso in analisi, nella nostra quotidianità, non rappresenta minimamente una possibile minaccia: il canto di un usignolo, la visione di uno stormo di rondini in volo è un esperienza che ci può rilassare in qualsiasi situazione.
L’ambiente nel quale si situa il film non è d’eccezione, ma appunto una quotidianità che chiunque può ritrovare nella propria vita.
Solitamente potremmo pensare che i timori nella realtà sono provocati da un qualcosa a noi sconosciuto, dal quale ci aspettiamo una possibile minaccia criminale e d’altra parte la fobia generata dallo straniero e dallo sconosciuto è da sempre implicita nell’animo umano.
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Lo stesso titolo “gli uccelli”sembra quasi fuori luogo per un film che voglia comunicare tensione nel pubblico che ha di fronte, infatti il soggetto preso in analisi, nella nostra quotidianità, non rappresenta minimamente una possibile minaccia: il canto di un usignolo, la visione di uno stormo di rondini in volo è un esperienza che ci può rilassare in qualsiasi situazione.
L’ambiente nel quale si situa il film non è d’eccezione, ma appunto una quotidianità che chiunque può ritrovare nella propria vita.
Solitamente potremmo pensare che i timori nella realtà sono provocati da un qualcosa a noi sconosciuto, dal quale ci aspettiamo una possibile minaccia criminale e d’altra parte la fobia generata dallo straniero e dallo sconosciuto è da sempre implicita nell’animo umano.
Lo scatto d’innovazione del cinema hitchcockiano sta nel sovvertire il meccanismo della paura generandola a partire da un elemento da sempre “conosciuto” all’individuo umano: un’avanguardia dell’angoscia realizzata con la distruzione lenta e attraverso tanti segnali progressivi (la festa dei bambini rovinata dall’attacco dei volatili; l’uomo ucciso brutalmente con gli occhi cavati dalle orbite) di ogni sicurezza, fino ad arrivare al culmine dell’incubo.
A partire dal singolo elemento che prima era di appoggio per noi e che ora è distrutto (la cittadina di mare ora trasformata nel campo battaglia degli uccelli), siamo proiettati in una dimensione nella quale ogni cosa può nuocerci e per continuare a vivere saremmo disposti a tutto, come anche la persona scappata dai volatili insieme a noi è disposta immolare la nostra vita per la salvezza della propria.
La soluzione ad una realtà costellata di minacce è quella dell’isolamento in uno spazio lontano, ristretto (una casa) nel quale rifondare ancora le nostre speranze in falsi oggetti di sicurezza: ritrovare quel mondo, ormai inesistente, di una quotidianità trasformatasi in incubo.
Sono gli uccelli ora signori in grado di invadere anche l’ultimo spazio che poteva darci protezione non fisica (anche Mitch sa che a poco servirà sbarrare porte e finestre)ma psicologica contro la rivolta di tutto ciò che credevamo di dominare: non c’è metodo per contrastare la rivolta, come non ha senso continuare a combattere, perché l’unico modo per sopravvivere è il riconoscimento della sottomissione dell’uomo all’animale,un completo rovesciamento del “nostro”ordine gerarchico.
Sono uccelli a cui basta la semplice affermazione da parte dell’uomo della sua impossibilità di controllo su tutto ciò che lo circonda e che ora non danno più segno di un possibile attacco;
basta questo e rimangono fermi, minacciosi.
Dopo una vittoria psicologica e non fisica (ricordiamo che i protagonisti non muoiono come la maggior parte degli altri abitanti) , osservano il loro “trionfo”celebrato con la fuga dell’essere umano da una realtà che credeva di poter dominare e dalla quale invece è violentato e fagocitato.
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angelo
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domenica 23 dicembre 2007
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che ha di così meraviglioso?
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l'ho appena visto ma sinceramente non mi sembra proprio granché. discreto ma decisamente psyco è meglio.
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cinemaniaco
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martedì 4 dicembre 2007
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gli uccelli
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Gli uccelli appare come la maliziosa sovrapposizione di due film assai diversi l?uno dall?altro, che stentano a fondersi. Il primo film dura suppergi? tre quarti d?ora, precede l?assalto dei pennuti ed ? una commedia sofisticata nello stile che Hitchcock collaud? in pellicole dimenticate come Il signore e la signora X. C?? una bionda ricca, Tippi Hedren, la pi? recente incarnazione dell?eterno femminino secondo Hitchcock; c?? un giovanottone gagliardo e attraente, Rod Taylor, che ha intorno a s? una madre possessiva, una sorellina melensa e un?ex fidanzata divenuta maestra per delusione d?amore. La bionda insegue il giovanotto da un negozio di uccelli di San Francisco fino a Bodega Bay e tutto lascerebbe prevedere una serie di schermaglie sentimentali.
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Gli uccelli appare come la maliziosa sovrapposizione di due film assai diversi l?uno dall?altro, che stentano a fondersi. Il primo film dura suppergi? tre quarti d?ora, precede l?assalto dei pennuti ed ? una commedia sofisticata nello stile che Hitchcock collaud? in pellicole dimenticate come Il signore e la signora X. C?? una bionda ricca, Tippi Hedren, la pi? recente incarnazione dell?eterno femminino secondo Hitchcock; c?? un giovanottone gagliardo e attraente, Rod Taylor, che ha intorno a s? una madre possessiva, una sorellina melensa e un?ex fidanzata divenuta maestra per delusione d?amore. La bionda insegue il giovanotto da un negozio di uccelli di San Francisco fino a Bodega Bay e tutto lascerebbe prevedere una serie di schermaglie sentimentali. Invece intervengono gli uccelli; dapprima sono segni lievi, apparizioni insignificanti: una coppia di pappagallini che offre il pretesto dell?incontro fra i protagonisti, un gabbiano che scende a beccare la testa della bionda, un altro gabbiano morto sulla porta di casa della maestrina, gli stormi che attraversano il cielo senza apparenti ragioni e vanno a posarsi sui fili della luce. Il regista stesso ha dichiarato che avrebbe fatto a meno di questi presagi, li ha messi solo per accontentare il pubblico che aspetta gli uccelli. E infatti la prima parte del film non crea nessun tipo di tensione e, pur gradevole e in qualche momento pungente, ? una pagina di cinema abbastanza convenzionale. Il tono cambia con l?incursione degli uccelli. Hitchcock si ? rifiutato di dare una giustificazione logica ai loro assalti. ? evidente che per qualche misteriosa ragione gli uccelli hanno dichiarato guerra al genere umano, si avventano sulle persone per farne strazio e sono perfino capaci di ucciderle. Gli uomini devono chiudersi nelle automobili, nelle case o nel primo riparo che capita loro sottomano, anche una cabina telefonica: cosi si rovescia, con palese soddisfazione dell?autore, un rapporto convenzionale, gli uomini finiscono in gabbia e gli uccelli stanno fuori. Non si capisce del tutto perch? gli uccelli si siano scatenati proprio contro i pacifici abitanti di Bodega Bay, descritto come il tipico villaggio tranquillo; e perch? ce l?abbiano tanto con quei poveri scolaretti che hanno appena finito di cantare Wee Cooper O?Fife.
In realt?, nella concezione di Hitchcock, gli uccelli hanno invaso tutto il mondo..Girato in mezzo a enormi difficolt? tecniche (ci sono 371 scene realizzate con trucchi), Gli uccelli contiene momenti di straordinaria intensit?. Se dovessimo scegliere, indicheremmo come il brano pi? riuscito del film l?assalto dei gabbiani alla citt? in pieno giorno, con l?incendio che si sprigiona casualmente, l?assedio di Tippi Hedren nella cabina telefonica e le donne immobili e terrorizzate nel corridoio del ristorante: un?immagine e un sentimento che Hitchcock riporta dalle esperienze fatte a Londra sotto i bombardamenti delle V 2. Ma anche gli attacchi alla fattoria sono girati con fantasia delirante; oppure nella parte in cui vediamo gli uccelli ormai padroni del campo, notiamo come la scena sia immersa in una luce da diluvio universale. Film squilibrato, con un tempo di attesa troppo lungo, Gli uccelli rimane la testimonianza di un ingegno contorto e curioso.
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flegiàs
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domenica 2 dicembre 2007
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senza capo ne...coda
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Un'inspiegabile rivolta di migliaia di uccelli, per un inspiegabile film, senza un filo logico e un nesso preciso. Uno dei più scadenti film di Alfred Hitchcock.
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michele martelossi
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venerdì 28 settembre 2007
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la nostra gabbia è il mondo
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Straordinario capolavoro hitchcockiano che vede il regista stranamente coinvolto in una vicenda tratta da un racconto di Daphne DuMaurier, non più centrata sull'oscurità dell'animo umano bensì sul deragliato rapporto tra popolazione e natura. Quel che ne segue è un film con protagonisti impeccabili e pittoresca scenografia californiana in cui l’inspiegabile attacco ornitologico, sulla località di Bodega Bay, coincide con l’entrée dell’affascinante cittadina di verde vestita Tippi Hedren, quale elemento di rottura che da il là alla reazione. L’allegoria di una realtà sociale stretta in un paesino della provincia americana in preda ad una catastrofe ecologica sarà poi costante che torna nel cinema del decennio successivo.
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Straordinario capolavoro hitchcockiano che vede il regista stranamente coinvolto in una vicenda tratta da un racconto di Daphne DuMaurier, non più centrata sull'oscurità dell'animo umano bensì sul deragliato rapporto tra popolazione e natura. Quel che ne segue è un film con protagonisti impeccabili e pittoresca scenografia californiana in cui l’inspiegabile attacco ornitologico, sulla località di Bodega Bay, coincide con l’entrée dell’affascinante cittadina di verde vestita Tippi Hedren, quale elemento di rottura che da il là alla reazione. L’allegoria di una realtà sociale stretta in un paesino della provincia americana in preda ad una catastrofe ecologica sarà poi costante che torna nel cinema del decennio successivo. “Squirm” e “Dogs”, entrambi del 1976, facendo apertamente il verso a cliché quali la venuta dello straniero, la madre vedova dai nervi a fior di pelle, la protezione per la casa e la premonizione di una sciagura che - per quanto confinata - sarà universale,sono solo alcuni degli esempi di quanto il “know how” di Mr Hitchcock abbia potuto genialmente influenzare. Ne "Gli Uccelli", impressionante è la metamorfosi che l’imperturbabile protagonista Miss Daniels subisce nel corso di questo inaspettatamente tragico week end, uscendone distrutta: memorabile la scena della cabina telefonica in cui ella si rinchiude in cerca d’asilo e che diviene un cubo di cristallo quadrimensionale, nel quale lo spettatore viene suo malgrado intrappolato insieme a lei e ridotto a testimone passivo di una soffocante panoramica sulla città in preda al panico; e sottilmente evocativa della tecnica a “taglia e cuci” tipica della doccia di Psyco, quella sull’attacco finale in soffitta. Un classico imperituro che non può mancare nella propria collezione.
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