Anno | 1916 |
Genere | Guerra |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Luigi Maggi, Luigi Romano Borgnetto |
Attori | Bartolomeo Pagano, Fido Schirru, Valentina Frascaroli, Enrico Gemelli, Marussia Allesti Evangelina Vitagliani. |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 11 maggio 2016
Maciste si unisce a Giorgio Lanfranchi, patriota italiano, e ricomincia a fare il castigamatti dei "mangiasego" austriaci.
CONSIGLIATO SÌ
|
24 maggio 1915. L'Italia entra nella Prima Guerra Mondiale e Maciste e la troupe cinematografica che lo accompagna si trovano a girare in un piccolo paese delle Dolomiti. L'Italia entra in guerra e lui e i suoi compagni vengono catturati dagli austriaci rischiando la deportazione. Maciste non si fa intimorire: batte gli austriaci liberando la troupe e indossa, nonostante la taglia fuori misura, la divisa da alpino.
Bartolomeo Pagano. Oggi molti (tranne gli appassionati del cinema delle origini) potrebbero chiedersi manzonianamente: "Chi era costui?". All'epoca questo scaricatore del porto di Genova nei panni di Maciste (nome ideato dal vate D'Annunzio) era diventato famoso in Cabiria di Giovanni Pastrone nei panni e nel trucco di uno schiavo africano. Comprese le possibilità di appeal aveva proseguito con Maciste in cui portava sullo schermo se stesso come attore cinematografico in un progetto di serialità nazionale promosso dall'Itala Film. Siamo ora sul finire del 1916 e Maciste diventa necessario per sostenere lo sforzo bellico con un film di propaganda che però non si limita ad essere una semplice illustrazione di imprese 'eroiche'. Perché Pastrone (regista del suo esordio) si mette a disposizione per la supervisione alla sceneggiatura e alla regia mentre Segundo De Chomón (che aveva collaborato agli effetti speciali del tempo per Cabiria) offre la sua professionalità per riprese che accentuino un eroismo che venga però astutamente stemperato dalla 'praticità' delle soluzioni individuate dal protagonista. La copia attualmente restaurata vede la collaborazione del Museo del Cinema di Torino e della Cineteca di Bologna nonché (per alcune parti) della Cineteca Italiana di Milano. Il film si trasforma così non solo in una preziosa occasione di memoria che ritorna ad essere fruibile in occasione del centenario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale ma anche come pregevole esempio di messa in comune di risorse da parte di diverse realtà culturali che operano sul territorio.