Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Ciro Formisano |
Attori | Daniela Poggi, Rosaria De Cicco, David White (V), Simone Destrero, Carlotta Bazzu Kiara Tomaselli, Cinzia Mirabella, Tony Allotta, Ciro Buono, Ilir Jacellari, Fulvia Patrizia Olivieri, Veronica Rega, Alessandro Solombrino, Cinzia Susino. |
Uscita | giovedì 9 novembre 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Stemo Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,36 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 24 novembre 2017
Un'opera no profit sostenuta attraverso partecipazioni volontarie tramite il web. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento,
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CONSIGLIATO SÌ
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Roma, 2012. Francesca è un'esodata, ovvero una dei 390mila lavoratori che la riforma Fornero ha lasciato a casa in attesa di un'età pensionabile innalzata all'ultimo minuto, creando un limbo in cui persone che avevano lavorato per tutta la vita si sono viste prive di un reddito e di un meritato riposo. La situazione di Francesca è particolarmente delicata perché vive sola con una nipote 16enne che non capisce le difficoltà economiche in cui è precipitata la nonna e gliene addossa interamente la colpa. Quando Francesca si ritrova a chiedere l'elemosina sotto i portici di Piazza Repubblica, con il suo abbigliamento da signora bene e il suo sorriso da persona onesta, le reazioni della gente verso di lei sono le più disparate, e la donna fa esperienza tanto della vergogna della propria condizione quanto della natura ambivalente degli altri davanti a chi ha bisogno.
Ciro Formisano esordisce al lungometraggio di finzione con una storia vera documentata dai giornali dell'era Monti, con il coraggio (rarissimo nel cinema italiano) di confrontarsi con l'attualità e fare nomi e cognomi, in particolare quello dell'allora ministro del Lavoro.
L'esodo prende la forma del melodramma quando racconta i retroscena della vita famigliare di Francesca, ma trova invece una misura di ironia nella situazione disperata e paradossale della donna. Alcune battute di dialogo (la sceneggiatura è di Formisano insieme ad Angelo Pastore) aprono lo spiraglio ad un'indagine più approfondita del contesto, ad esempio sottolineando la singolarità della situazione per quella classe borghese che "ha fatto il '68 e adesso fa la fame", e che cerca di mantenere a tutti i costi le apparenze di un benessere cancellato da certe scellerate politiche. E la narrazione evidenzia anche la difficoltà reale di trovare il tempo di unirsi a una protesta per chi è impegnato a lottare per la quotidiana sopravvivenza.
La forma filmica non è all'altezza dell'argomento trattato in quanto eccessivamente artigianale e debole nella recitazione di alcuni interpreti, soprattutto Rosaria De Cicco nei panni di un'improbabile zingara. Per contro Daniela Poggi è efficacissima nell'impersonare con grazia e dignità la protagonista, che chiede solo quello che le spetta e rifiuta di soccombere al degrado, conservando un filo di trucco e un sorriso pieno di speranza. Francesca è "una mendicante di Stato" ma rifiuta di riconoscersi soltanto in quell'etichetta.
Formisano merita senz'altro una seconda possibilità, con maggiori mezzi, un migliore sostegno produttivo e un cast all'altezza della Poggi per continuare a raccontare l'Italia di oggi non a distanza di trent'anni ma qui e ora, con urgenza necessaria.
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Un argomento delicato, quello degli esodati, Si sarebbe potuti cadere in facili retoriche o sensazionalismi patetici.Il regista Ciro Formisano sceglie, per fortuna, i toni della delicatezza, e lo fa attraverso le parole e gli sguardi di Francesca (la straordinaria Daniela Poggi), una delle 400.000 vittime della Riforma Fornero. Francesca è costretta, suo malgrado, a chiedere l'elemosina a Piazza della [...] Vai alla recensione »
Il film fa riflettere ed emozionare al tempo stesso, e svela anche un regia accorta e studiata, difficile da trovare in un'opera prima. Un piccolo film per un grande tema quindi, per una questione tutta italiana - quella degli esodati - che facendosi pellicola viene sottratta al rischio di essere dimenticata.
Un film che al tempo stesso riesce a far riflettere ed emozionare, e svela anche una regia efficace, difficile da trovare in un'opera prima. Un piccolo lavoro per un tema social grande e complicato, una questione tutta italiana - quella degli esodati - che facendosi pellicola evita il rischio di cadere nell'oblio. Un film prezioso quindi.
Il film è molto apprezzabile perchè, oltre ad essere molto valido per sceeggiatura, fotografia, dialoghi e regia, affronta un argomento drammatico per molte persone e famiglie. Mette in luce gli effetti postumi di una decisione e legge ingiusta, arbitraria e disummana che ha messo in crisi molte famiglie.
ci sembra forse incredibile anche l'argomento non chiuso degli esodati, il minsitro dell'iterno che a forza di parlare con fare felpato l'hanno esodato anch'egli con una figura fornarina simile, quell'ìimpegnarsi di molte persone quasi quante quell degli esodi da quel senso delle tendence for money quasi non pertinenti al bisogno del paese un film così.
Potrà non piacere il film di Ciro Formisano, ma è un film necessario, come tutti i film che ci sbattono in faccia realtà che preferiremmo ignorare, voltandoci dall'altra parte, come tutti i film che donano identità, e voce, e corpo, a quelle che altrimenti rischierebbero di restare entità astratte, statistiche, come tutti i film che ci aiutano, ci costringono, [...] Vai alla recensione »
Potrà non piacere il film di Ciro Formisano, ma è un film necessario, come tutti i film che ci sbattono in faccia realtà che preferiremmo ignorare, volgendoci dall'altra parte. Come tutti i film che donano identità, e voce, e corpo, a quelle che altrimenti rischiano di restare entità astratte, statistiche. Come tutti i film che ci aiutano, ci costringono, a non dimenticare.
"Esodate" sono le centinaia di migliaia di persone danneggiate dalla riforma Fornero ministra del Lavoro del governo Monti tra fine 2011 e primavera 2013. Persone che secondo il sistema ancora vigente avevano accettato l'uscita dal lavoro spesso sollecitata dalle aziende e che poi si sono trovate scoperte: senza lavoro a un'età in cui non ne avrebbero trovato un altro, senza pensione perché il diritto [...] Vai alla recensione »
Per non drammatizzare lo chiamavano "pasticcio". Fu una tragedia per 400mila esodati della Legge Fornero (2012), grave frattura del patto tra stato e cittadini. Sospesa anche lei verso la pensione, senza stipendio e ammortizzatori sociali, una nipotina a carico, Francesca diventa "la mendicante esodata" di Roma. Umiliazione, sconforto, ingiustizia e poi coraggio, solidarietà e un bel finale di riscatto [...] Vai alla recensione »